Cisgiordania, laboratorio d'apartheid. Strada (Pd): Ue genuflessa

di Luca Foschi, Ramallah
L'europarlamentare democratica, in missione ufficiale con la Delegazione per i rapporti con la Palestina, denuncia l'«ingegneria della distruzione sociale». E su Ramallah: ora lotti contro la corruzione
November 7, 2025
Cisgiordania, laboratorio d'apartheid. Strada (Pd): Ue genuflessa
Palestinesi sfollati dal campo di Nur Shams durante un'operazione militare israeliana nella zona di Tulkarem in Cisgiordania / Ansa
«Tutto ciò che si stanno portando dietro questi due anni a Gaza, cioè l'attacco all'Onu, al sistema multilaterale, alla Corte penale internazionale, va oltre la popolazione palestinese. Ci riguarda veramente tutti. Si tratta di capire in quale mondo vogliamo vivere. Non penso che quello dove domina la legge del più forte sia desiderabile». La Palestina, come specchio del presente e del futuro. Cecilia Strada, deputata europea del Partito democratico, è recentemente tornata da una visita di quattro giorni in Cisgiordania, una missione ufficiale della Delegazione per i rapporti con la Palestina cancellata a febbraio a causa del respingimento a Tel Aviv di Lynn Boylan, presidente della delegazione. «Tre giorni prima della partenza alla collega è stato presentato un bando di cinque anni, che coprirà tutta la durata del suo mandato. Uno schiaffo di Israele al Parlamento europeo», spiega Strada.
Il viaggio in Cisgiordania è stato breve, ma intenso e rappresentativo dell’insieme: il quartiere di Silwan, a Gerusalemme Est, dove le politiche di annessione procedono incontrastate. Il villaggio beduino di Mikhmas, bruciato dai coloni, terra di approdo per palestinesi al quarto sfollamento in una vita. La speranza nella voce di una bambina del campo profughi di Jalabun, decisa a diventare avvocata per liberare il fratello, arbitrariamente imprigionato. I mille check-point che nel capriccio strategico frammentano l’esistenza di quattro milioni di persone, «l’ingegneria della distruzione sociale», la definisce Strada. L’incontro con la società civile israeliana che si batte per i diritti dei palestinesi, quello con la deputata araba-cristiana Aida Touma-Sliman, ostracizzata sia dentro che fuori dalla Knesset perché pensa che la giustizia per la popolazione palestinese vuol dire anche sicurezza per la popolazione israeliana. «In Cisgiordania ogni giorno le comunità vengono private dei mezzi materiali per la loro sussistenza. È un apartheid, dovremmo cominciare a usare questa parola, lo stesso che abbiamo combattuto in Sud Africa», denuncia la deputata europea, convinta dell’urgente necessità di esercitare pressione su Israele affinché sblocchi i due miliardi di dollari dovuti all’Autorità palestinese, che stenta a tenere in piedi la già fragile macchina amministrativa.
Ramallah, al contempo, spiega Strada, «deve lavorare sulla lotta alla corruzione, investire nella trasparenza della pubblica amministrazione, prepararsi ad andare a elezioni libere. Anche se sono consapevole che non è facile, ogni sorta di ostacolo esiste per l’autonomo sviluppo del popolo palestinese». La parola chiave per Cecilia Strada è “accountability”, la responsabilità davanti alla legge: «Per chi si macchia di crimini così gravi, a Gaza come in Cisgiordania, devono esserci delle conseguenze. Non solo per rispetto nei confronti delle vittime. Corriamo il rischio di permettere ai tiranni del mondo di fare ciò che vogliono. Dobbiamo uscire dal sistema del doppio standard. Quanti pacchetti di sanzioni l’Europa ha preparato per la Russia, quanti per Israele, si chiedono in palestinesi. Mi piacerebbe dire che il Parlamento europeo è molto attento, non è vero. Abbiamo impiegato un anno e un mese ad arrivare a una risoluzione su Gaza. È una vergogna».
Le lobby israeliane visitano indisturbate i palazzi di Bruxelles, compresa la famigerata Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), accusata di aver ucciso così tanti gazawi durante la distribuzione degli aiuti umanitari: «È entrata in Parlamento con iscrizione tardiva al registro dei lobbysti, quando obbligata. Ci siamo lamentati in plenaria, io ho scritto alla presidente Metsola. Quelli della Ghf si sono lamentati perché ci siamo lamentati», racconta Strada. «Parte del Parlamento è genuflessa», accusa la deputata del Pd. Ma il piccolo gruppo trasversale ai partiti di cui fa parte sta crescendo a Bruxelles, non intende mollare la presa, dimenticare la Palestina, e fa riferimento a un concetto molto semplice, di cui Strada facilmente fa sintesi, trovandolo nella memoria: «Torno ai ricordi della mia vita precedente, al mondo umanitario, all’Afghanistan, dove intere generazioni hanno conosciuto solo la guerra. Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti, recita la dichiarazione dell’Onu, ma nel momento in cui ci depongono nella culla siamo già diversi».

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