Attacco Usa all'Iran. Da Trump minacce e apertura il dialogo

L'annuncio via social del presidente: colpiti tre siti nucleati. Ancora incerti gli esiti dei raid. L'Onu allarmato: l'escalation una minaccia per il mondo. I colloqui del governo italiano
June 21, 2025
Attacco Usa all'Iran. Da Trump minacce e apertura il dialogo
Ansa | In una foto satellitare i danneggiamento al sito nucleare di Isfahan in Iran dopo l'attacco degli Usa
Ben prima della scadenza di due settimane che aveva promesso per negoziare con Teheran, Donald Trump ha sferrato un attacco a sorpresa all’ Iran, intestandosi quello che spera sia il colpo di grazia decisivo, dopo nove giorni di bombardamenti israeliani. Ma col rischio di un'imprevedibile escalation in Medio Oriente, dopo le prime minacce partite dalla tv di Stato iraniana, secondo cui «ogni cittadino americano, o militare, nella regione è ora un legittimo obiettivo». «Adesso è iniziata la guerra», è il post pubblicato sull'account X associato ai Guardiani della Rivoluzione iraniana. Minacce a cui si sono aggiunte quelle degli Houthi, alleati di Teheran.
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Il via libera di Trump. Ma Rubio apre al negoziato

È stato lo stesso inquilino della Casa Bianca ad annunciare il blitz (seguito dalla situation room) con un post su Truth, rivelando che gli Usa hanno «completato con successo» il loro attacco a tre siti nucleari in Iran (Fordow, Natanz ed Esfahan) sganciando «un carico completo di bombe sul sito principale di Fordow». E che «tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano» e «stanno rientrando sani e salvi». Quindi le «congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani», il vanto di aver fatto quello «che nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare» e il monito che «è l'ora della pace». Nel pomeriggio il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha sollecitato la ripresa dei negoziati e ha annunciato che «gli Stati Uniti permetterebbero all’Iran di gestire centrali nucleari, ma non di arricchire il proprio combustibile». E ha aggiunto riferendosi ai vertici dell’Iran: «Siamo pronti a parlare con loro domani». Poi ha avvertito: «Non siamo interessati a conflitti prolungati in Medio Oriente. Ma c’è una domanda su come si raggiunge la pace. E noi crediamo che il modo per raggiungere la pace sia attraverso la forza».
La notizia dell'attacco Usa all'Iran nelle tv americane - Ansa
La notizia dell'attacco Usa all'Iran nelle tv americane - Ansa
Trump ha parlato dopo gli attacchi, con tono serio e solenne. Prima ha fatto il bilancio dell'operazione, assicurando che «i siti nucleari chiave iraniani sono stati completamente e totalmente distrutti» con «massicci attacchi di precisione» in quello che ha definito «uno spettacolare successo militare». Quindi ha lanciato un nuovo ultimatum a Teheran, affermando che il futuro dell’Iran è «pace o tragedia» e che ci sono molti altri obiettivi che possono essere colpiti dall'esercito americano. «Se la pace non arriva rapidamente, attaccheremo quegli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità», ha minacciato. Poi su Truth ha avvisato la Repubblica islamica che «qualsiasi ritorsione dell'Iran contro gli Stati Uniti sarà contrastata con una forza molto superiore a quella di questa sera».

Netanyahu esulta e prega al muro del pianto per Trump

Il presidente ha detto anche di aver fatto un «lavoro di squadra» con il premier israeliano Benjamin Netanyahu che in un videomessaggio si è congratulato per una «decisione coraggiosa che cambierà la storia». I due leader si sono sentiti prima e dopo i raid americani. Secondo un funzionario israeliano citato dal Times of Israel, Netanyahu era a conoscenza dell’attacco Usa almeno 24 ore prima. Anche la Gran Bretagna era stata informata. Nel pomeriggio Netanyahu si è recato al Muro del Pianto dove il premier israeliano ha pregato per il «successo della guerra contro l’Iran e per Trump». Nel testo della preghiera si legge: «Possa il presidente degli Stati Uniti essere elevato per essersi assunto la responsabilità di espellere il male e l’oscurità dal mondo».
Il premier israeliano prega al muro del pianto per il presidente americano Trump - Ansa
Il premier israeliano prega al muro del pianto per il presidente americano Trump - Ansa

L'incertezza degli esiti dei bombardamenti Usa contro i siti iraniani

Nei raid gli Usa hanno usato diversi Stealth B-2, che hanno sganciato sei bombe anti-bunker su Fordow, mentre 30 missili Tomahawk sono stati lanciati contro gli altri due siti nucleari. I bombardieri erano decollati sabato dal Missouri ma fonti del Pentagono avevano escluso che fosse stata presa una decisione, puntando sull'effetto sorpresa. Non è chiaro quale siano le condizioni dei siti finiti nel mirino degli Usa. L’entità della distruzione e dei danni arrecati, sia a Fordow sia nei siti di Natanz e Isfahan, resta da capire. Sei crateri sono stati mostrati in corrispondenza dei punti di impatto delle bombe americane dalle fotografie satellitari scattate dalla società statunitense Maxar Technologies presso il sito nucleare di Fordow. Secondo esperti citati da media internazionali, nei punti di ingresso a Fordow non ci sono segni di devastazione particolarmente estesa. Per alcune fonti rilanciate da emittenti internazionali, nei giorni precedenti ai raid americani l’Iran potrebbe aver adottato misure a tutela delle proprie strutture e del proprio programma nucleare, anche operando alcuni trasferimenti. Invece l’establishment della Difesa israeliana stima che l’impianto di Natanz sia stato completamente distrutto. Teheran ha fatto sapere che i raid hanno provocato dei feriti, ma nessuno ha segni di «contaminazione radioattiva». Gli Stati Uniti «devono sapere che questa industria atomica è radicata nel nostro Paese e le sue radici non possono essere distrutte», ha dichiarato il portavoce dell'Organizzazione nucleare iraniana Behrouz Kamalvandi.

L'America si blinda. E le polemiche per la decisione di Trump

Con la sua mossa Trump rischia ora di farsi trascinare nel conflitto tra Israele e Iran, esponendo alla vendetta di Teheran i 40 mila soldati Usa nella regione, dopo aver rinunciato al proprio tentativo di mediazione, aver scoraggiato quello degli europei e ignorato la linea di Vladimir Putin favorevole al nucleare civile per gli ayatollah. Intanto l’America si blinda. Le autorità federali e i leader di diversi importanti Stati e città, da New York a Los Angeles e alla capitale, stanno rafforzando le misure di sicurezza e monitorando potenziali minacce dopo i raid americani.
Negli Stati Uniti le proteste contro l'attacco all'Iran - Ansa
Negli Stati Uniti le proteste contro l'attacco all'Iran - Ansa
Al Congresso, i Democratici sono in rivolta per un'azione ritenuta rischiosa e incostituzionale, senza l'autorizzazione del Capitol, con Alexandria Ocasio-Cortez che chiede l'impeachment del presidente. Inoltre il Congresso è stato informato solo a cose fatte. L'azione rimasta segreta ai più ha suscitato sconcerto nel Congresso al quale Donald Trump non ha chiesto l'autorizzazione prima di bombardare l'Iran. «Non è costituzionale», ha dichiarato il deputato Thomas Massie, repubblicano del Kentucky, co-firmatario di una risoluzione volta a bloccare qualsiasi azione militare in Iran senza l'autorizzazione di Capitol Hill. «L’operazione contro l'Iran non mirava al cambio di regime», ha detto il capo del Pentagono, Pete Hegseth.

L'Iran annuncia ritorsioni. E attacca di nuovo Israele

«L’Iran risponderà con durezza, fermezza e in modo tale da far pentire chi lo ha aggredito», ha detto il presidente iraniano Masoud Pezeshkian in una conversazione con il premier indiano, Narendra Modi. E le basi utilizzate dalle forze statunitensi per lanciare gli attacchi saranno considerate obiettivi legittimi, è stata la minaccia arrivata da un consigliere dell'ayatollah Ali Khamenei. «Qualsiasi Paese della regione o altrove che venga utilizzato dalle forze americane per colpire l’Iran sarà considerato un obiettivo legittimo per le nostre forze armate».
Il ringraziamento al presidente americano Trump lungo le strade di Tel Aviv - Ansa
Il ringraziamento al presidente americano Trump lungo le strade di Tel Aviv - Ansa
Nuovi missili sono stati lanciati contro Israele: alcuni hanno “perforato” i sistemi antiaerei di Tel Aviv colpendo varie località ma senza fare morti. Inoltre l’Iran ha annunciato la possibile interruzione della navigazione nello Stretto di Hormuz da cui transita circa il 20% della domanda globale di petrolio e gas: gli Usa hanno minacciato ritorsioni in caso di stop. Gli Stati del Golfo, sede di numerose basi militari statunitensi, sono in stato di massima allerta.

Israele continua ad attaccare l'Iran

Nel pomeriggio, nuove esplosioni sono state segnalate nella zona nord di Teheran confermando che prosegue l'escalation militare tra Israele e Iran e dopo i raid Usa. Anche Israele ha continuato a bombardare l’Iran. Lo Stato maggiore di Tel Aviv ha detto di aver colpito «decine di obiettivi militari» nella giornata di oggi. E un attacco aereo israeliano ha ucciso tre membri della Guardia Rivoluzionaria paramilitare iraniana, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa semiufficiali della Repubblica islamica.

Russia e Cina condannano l'azione Usa

La Cina «condanna con forza» l’attacco Usa, ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri del gigante asiatico. Stessa posizione per Mosca: il ministero degli Esteri russo «condanna fermamente» gli attacchi Usa in Iran che possono «minare ulteriormente la sicurezza regionale e globale». Anche la Turchia ha espresso «profonda preoccupazione» per le «possibili conseguenze» dei raid di Trump.

Il governo italiano punta sulla ripresa dei negoziati

Il governo italiano segue la situazione con attenzione. Nella giornata il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha prima sentito i ministri del suo governo e poi ha tenuto numerosi contatti con alcuni partner internazionali e con i principali attori della regione: il presidente di turno del G7, il primo ministro canadese Mark Carney; il cancelliere tedesco Friedrich Merz; il presidente francese Emmanuel Macron; il premier inglese Keir Starmer. «Con tutti gli interlocutori – si legge in una nota di Palazzo Chigi – è stata condivisa e data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti, al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto». Al momento non si registrano coinvolgimenti diretti delle basi americane in Italia, ha detto il generale Luciano Portolano, capo di Stato Maggiore della Difesa. «Siamo consapevoli che le prossime 48-72 ore costituiscono una fase particolarmente delicata, nella quale non si possono escludere azioni ritorsive da parte dell’Iran, anche sotto forma di attacchi asimmetrici o di blocchi strategici», ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. «Pur non essendo coinvolta nell’azione militare, l’Italia condivide la necessità di impedire all’Iran di acquisire un’arma nucleare». Il nostro appello all'Iran è di mettersi al tavolo e di non reagire in maniera inconsulta», ha sottolineato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

L'allarme Onu. Convocato il Consiglio di sicurezza

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunisce d’urgenza. Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, si tratta di una «pericolosa escalation in una regione già sull'orlo del baratro». Cina, Russia e Pakistan hanno presentato al Consiglio di sicurezza una bozza di risoluzione che chiede «un cessate il fuoco immediato e incondizionato» tra Iran, Israele e Stati Uniti. Nel testo si chiede anche la protezione dei civili, il rispetto del diritto internazionale e il ritorno al dialogo e al negoziato. Intanto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato: «Mercoledì terremo un collegio dei commissari incentrato sull’escalation della situazione in Medio Oriente e sui suoi effetti sull'Europa».

Le posizioni di Francia, Germania e Regno Unito

Ha preso le distanze dall’attacco la Francia. Una «risposta strettamente militare» non può risolvere il conflitto tra Iran e Israele, ha detto il presidente Emmanuel Macron aprendo il Consiglio di difesa e sicurezza all'Eliseo, convocato dopo l'attacco americani. E ha aggiunto: «È chiaro che chiediamo tutti che non ci sia un’escalation, convinti che nessuna risposta strettamente militare possa produrre gli effetti desiderati», insistendo sulla «ripresa delle discussioni diplomatiche e tecniche». Poi i leader di Francia, Germania e Regno Unito hanno invitato l’Iran «a non intraprendere ulteriori azioni che possano destabilizzare la regione» in risposta agli attacchi statunitensi sollecitando Teheran «a impegnarsi in negoziati che portino a un accordo che affronti tutte le preoccupazioni relative al suo programma nucleare».

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