Assolto in Pakistan un cristiano accusato di blasfemia

Il 49enne del Punjab era accusao di aver condiviso due anni fa su Facebook un brano tratto dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi
November 14, 2025
Haroon Shehzad ora è un uomo libero. Il cristiano pachistano,  49 anni di Sargodha (nel Punjab dove si concentra il maggior numero di battezzati), è stato accusato e processato per blasfemia ed è stato assolto da una sentenza pronunciata dalla Corte distrettuale di Sargodha nei giorni scorsi. Lo riferisce all'agenzia Fides l'avvocato Aneeqa Maria Anthony, dell'organizzazione "The Voice", che ha seguito il suo caso e ha curato la difesa di Haroon in tribunale per due anni. "The Voice" esprime la sua soddisfazione perché "l'uomo può tornare dalla sua famiglia", ma rileva le gravi sofferenze che l'uomo e la sua famiglia hanno dovuto sopportare solo per aver postato un brano biblico su Facebook.
A giugno del 2023 Haroon Shehzad è stato accusato di blasfemia per aver condiviso, senza alcun commento, un brano tratto dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi sui social media come Facebook.  Il brano postato senza commenti, così dice: "Guardate l'Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare? Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?". Il post, che conteneva il brano delle Sacre Scritture, è stato maliziosamente travisato da un musulmano locale, del villaggio di Chak 49 (Shumali) Nord, nei pressi di Sargodha, ed è' stato considerato come un insulto alla festa islamica del sacrificio, la "Eid-Ul-Azha". L'uomo ha invocato una reazione collettiva dei musulmani: tensioni e violenze sono scoppiate nella comunità che hanno costretto decine di famiglie cristiane, come quella di Haroon, a fuggire dalle loro case. In queste circostanze il team di "The Voice Society" e' intervenuta per salvare Haroon e la sua famiglia, offrendo all'uomo un rifugio in un luogo sicuro. Dopo la registrazione di una denuncia formale alla polizia, "The Voice" ha fornito a Shehzad un supporto legale completo. 
Sebbene il giudice della Corte distrettuale di Sargodha avesse concesso ad Haroon la libertà su cauzione, l'uomo è stato successivamente preso in custodia quando si è presentato alla stazione di polizia. Il procedimento davanti al tribunale di primo grado è iniziato in circostanze intimidatorie: all'udienza dell'11 luglio 2023, la presenza di circa 150 tra religiosi islamici e manifestanti ha creato un ambiente di forti pressioni tanto che il giudice ha annullato la libertà su cauzione. Dopo che Haroon è stato trasferito in carcere, gli avvocati hanno presentato una nuova richiesta di libertà su cauzione all'Alta Corte di Lahore che, a novembre 2023, l'ha concessa. Nelle successive udienze, nonostante i pericoli, "The Voice" ha proseguito la sua opera: "Siamo rimasti saldi nel nostro dovere, gestendo sia la difesa legale che l'immensa responsabilità per la sicurezza di Haroon.
Questo impegno e' stato premiato l'8 novembre scorso, quando la Corte ha ascoltato le argomentazioni finali e ha decretato per Haroon Shehzad l'assoluzione completa", riferisce oggi l'avvocato Anthony. "Questa vittoria legale rappresenta un significativo momento di giustizia, ottenuto in un contesto di pressioni e intimidazioni. Vorrei sottolineare l'estrema vulnerabilita' delle minoranze religiose. Oggi Haroon e' libero ma temiamo per la sua vita, potrebbe essere vittima di un attacco extragiudiziale. Sono ancora tante e profonde le sfide che affrontiamo per ottenere in questo paese una vera giustizia e parita' di diritti nella societa' pakistana", conclude il legale. 

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