mercoledì 14 dicembre 2022
Il «meccanismo di Parigi» gestirà i soccorsi energetici per conto della Commissione Europea. L’obiettivo è «superare l’inverno». Macron: si cerca un accordo su Zaporizhzhia
«Un miliardo subito per Kiev»: a Parigi il soccorso Ue per l'inverno
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Per far fronte alle enormi necessità dell’Ucraina morsa pure dall’inverno, arriverà in fretta un fiume d’aiuti d’emergenza promessi ieri a Parigi da ben 47 Paesi. Quasi un miliardo di euro, anche in natura, fra generatori elettrici, pezzi di ricambio, ponti smontabili, farmaci e tanto altro.

Ma dalla stessa conferenza multilaterale, sono emersi spiragli pure per le regioni limitrofe dell’Ucraina che tremano per la vulnerabilità delle infrastrutture nucleari nel raggio di tiro dei bombardamenti. E la Francia, Paese ospitante, ha evocato un accordo volto a rimuovere le armi pesanti presenti nell’impianto nucleare di Zaporizhzhia. Inoltre, come ha dichiarato a Parigi il premier ucraino, Denys Schmygal, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) invierà, presso 5 siti, missioni per «mettere in sicurezza queste centrali e registrare tutti gli impatti provenienti dall’esterno, in particolare gli attacchi dell’esercito russo». Dichiarazioni all’uscita da un incontro con Rafael Grossi, capo dell’Aiea.

Dopo il G7 virtuale di lunedì che aveva già assicurato un sostegno «incrollabile» a Kiev, il summit di ieri ha confermato la volontà di aiutare il Paese. In proposito, aprendo i lavori con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky (collegato in video-conferenza), il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che «l’Ucraina non è sola», ricordando il senso di un evento volto ad «aiutare gli ucraini a resistere all’inverno», proprio mentre «la Russia agisce vigliaccamente», dato che Mosca «tenta di seminare terrore nella popolazione» ucraina distruggendo le infrastrutture civili.

Zelensky ha insistito sulla portata dell’emergenza, anche per l’arrivo del gelo potenzialmente killer: «La maggior parte delle nostre centrali sono danneggiate dai bombardamenti russi. Ogni giorno, i nostri ingegneri devono staccare milioni di ucraini dalla rete elettrica». Così, «l’Ucraina ha bisogno di almeno 800 milioni di euro come aiuto d’emergenza per il settore energetico», in cui solo le riparazioni potrebbero costare 1,5 miliardi: «Faremo il possible per far fronte al black-out e al terrore energetico».

Per accelerare sui risparmi, Kiev spinge pure per far sostituire le vecchie lampadine domestiche a incandescenza con quelle led a basso consumo. Un appello raccolto, a nome della Commissione Ue, dalla tedesca Ursula von der Leyen che ha promesso a Parigi, oltre alla fornitura di circa 800 generatori elettrici, pure «30 milioni di euro per l’acquisto di circa 30 milioni di lampadine led», chiedendo ad altri di unirsi allo sforzo. Una struttura Ue per lo smistamento degli aiuti aprirà già la settimana prossima in Polonia e resterà a disposizione dei diversi donatori.

La Francia ha promesso 125 milioni di euro di aiuti nei 5 campi prioritari definiti dalla conferenza: accesso all’acqua, alimentazione, sanità, energia, trasporti. E non si tirerà indietro neppure l’Italia, rappresentata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Abbiamo già accolto molti profughi e siamo pronti ad accoglierne ancora, ma anche a sostenere l’esercito e le imprese ucraine». Roma invierà 10 milioni di euro al «meccanismo di Parigi» di coordinamento degli aiuti gestito dall’Ue, basato su un sistema informatico concepito sul modello del «meccanismo di Ramstein» per coordinare l’assistenza militare a Kiev. Per il premier ucraino Shmygal, che ha personalmente ringraziato i 47 Paesi donatori, fra cui Stati asiatici come India, Indonesia e Turchia, si tratta di «un segnale molto forte».

Ma la conferenza ha confermato pure l’assioma secondo cui aiutare l’Ucraina significa aiutare la comunità internazionale. Ursula von der Leyen ha sottolineato che 20 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti alimentari ucraini hanno già lasciato l’Ucraina grazie alle corsie di solidarietà, garantendo a Kiev entrate per 15 miliardi. Sui passi in avanti per neutralizzare i rischi nucleari, Macron, confermando che a Parigi si è lavorato per «proteggere Zaporizhzhia», ha evidenziato che «le prossime settimane saranno cruciali».

Ma nelle stesse ore, in proposito, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, citando il presidente Putin, ha replicato dicendo che «non ci sono mai state e non ci sono armi pesanti nell’impianto nucleare». Toni duri anche per escludere qualsiasi ritiro delle truppe russe entro fine anno, «senza tenere conto delle nuove realtà territoriali russe» considerate da Mosca come conquiste, dopo il «risultato dei referendum». Anzi, nelle attuali condizioni, le ultime proposte di pace di Zelensky «porteranno a nuovi scontri».

Al contempo, alla luce «di come sta evolvendo la situazione generale», Mosca «non intende modificare la sua dottrina nucleare nel breve periodo». Intanto, secondo la Cnn, gli Stati Uniti stanno finalizzando un piano per trasferire all’Ucraina batterie di missili Patriot per la difesa aerea. Nelle stesse ore, dal giornale russo Vedomosti, che cita lo stesso Peskov, si è appreso che Putin e il presidente cinese Xi Jinping preparano un colloquio in video-conferenza previsto entro fine anno, con all’ordine del giorno pure l’Ucraina.

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