martedì 9 agosto 2022
Intanto è arrivata a Derince, in Turchia, la Polarnet: è il primo carico che giunge a destinazione finale. Proseguono senza incidenti le ispezioni delle diverse delegazioni
La nave Polarnet, battente bandiera turca, arriva a Derince, in Turchia, con il primo carico di grano dall'Ucraina che giunge alla destinazione finale

La nave Polarnet, battente bandiera turca, arriva a Derince, in Turchia, con il primo carico di grano dall'Ucraina che giunge alla destinazione finale - Reuters

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Traportano alimenti, ma anche speranza. Oggi dai porti ucraini sono partite altre due imbarcazioni. Nello specifico, si tratta della “Sacura” e della “Arizona”. Stando alle informazioni diramate dal Ministero della Difesa turco, la prima è salpata dal porto di Pivdennyi, il terzo a tornare operativo dopo la firma dell’accordo e trasporta 11mila tonnellate di soia dirette in Italia, la seconda è partita dallo scalo di Chornomorsk e ha a bordo 48,458 tonnellate di mais che arriveranno a Iskenderun, nel sud-est della Turchia.

Passano i giorni dalla firma dell’accordo sullo sblocco del grano firmato da Russia e Ucraina grazie alla mediazione di Turchia e Onu e, per il momento, tutte le parti lo stanno rispettando, evitando così una crisi alimentare dalle conseguenze potenzialmente devastanti e alimentando la speranza che, come ha auspicato anche Papa Francesco, questo accordo sia propedeutico anche alla pace fra Russia e Ucraina.

Ieri è arrivata a Derince, scalo sulla sponda turca del Mar Nero, a un centinaio di chilometri da Istanbul, la “Polarnet”, partita venerdì scorso: è la prima nave a giungere a destinazione. Proprio nella megalopoli sul Bosforo si trova il Centro di coordinamento che vede impegnate delegazioni turche, russe, ucraine.

Secondo il ministro della Difesa di Ankara, dal primo agosto a oggi sono state spedite 243mila tonnellate, stoccate in sette diverse imbarcazioni. Le navi partite in totale sono dieci. Oltre a grano e cereali, sono state trasportate anche 6mila tonnellate di olio di semi di girasole e 45mila tonnellate di farina di semi di girasole. Il controllo dei carichi rappresenta la fase più delicata, perché Mosca teme che le navi in ingresso nei porti ucraini possano contenere armi per la resistenza di Kiev. Ma per il momento tutto fila liscio.

Oleksandr Kubrakov, il ministro ucraino per le Infrastrutture, ha confermato che al momento sono tre i porti a essere tornati pienamente operativi e che, in queste condizioni, Kiev potrebbe arrivare a esportare fino a 3 milioni di tonnellate di grano al mese. Un numero importante, ma che rappresenta la metà dei sei milioni di tonnellate che uscivano dagli scali del Paese prima del 24 febbraio, quando è iniziata la cosiddetta “operazione militare speciale” della Russia ai danni dell’Ucraina.

Prima della guerra i due Paesi insieme rappresentavano un vero e proprio “granaio globale”, visto che da qui veniva spedito in terzo della farina consumata a livello mondiale. La prima nave ad aver solcato le acque del Mar Nero, dopo la firma dell’accordo, è stata la “Razori”, che sarebbe dovuta arrivare in Libano domenica, ma al momento è ancorata nelle acque sud-est della Turchia. Proprio il Paese dei Cedri, gravato da una pesante situazione economica, aspetta il carico con particolare interesse.

Fin qui, le imbarcazioni in uscita. Il ministro per le Infrastrutture ucraino ha confermato che domenica, la “Fulmar S”, la prima imbarcazione commerciale vuota e battente bandiera straniera a raggiungere il porto di Chornomorsk, è pronta per essere caricata. Una seconda imbarcazione, la “Osprey S”, è stata ispezionata a Istanbul nel fine settimana e ieri era vicina alle coste ucraine. Il mondo spera in una pace più vicina, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, di poter mediare, dopo quanto fatto sul grano, anche sul cessate il fuoco. E ogni nave che solca il Mar Nero aggiunge un raggio di luce in più alla speranza.

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