venerdì 11 novembre 2022
"C'è troppa mescolanza e poco rispetto delle regole", ha spiegato il ministero per la Prevenzione del vizio e la promozione della virtù. E le madri sono costrette a guardare i figli da lontano
Luna Park alla periferia di Kabul

Luna Park alla periferia di Kabul - Ansa

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I taleban cambiano nuovamente idea. E il dietrofront, ancora una volta in materia di diritti della donna, giunge proprio nel momento in cui nel vicino Iran le donne subiscono una dura repressione da parte del regime degli ayatollah.

Il nuovo “editto” vieta alle donne di entrare nei parchi pubblici e nei luna park della capitale Kabul, suscitando sgomento tra la popolazione femminile del Paese, solo pochi mesi dopo aver ordinato l'accesso di uomini e donne in orari separati in questi luoghi. «C'era mescolanza e l'hijab non è stato rispettato», la spiegazione fornita dal portavoce del ministero per la Prevenzione del vizio e la promozione della virtù (la polizia religiosa, ndr).

«Negli ultimi 15 mesi – ha proseguito Mohammad Akif Sadeq Mohajir – abbiamo fatto del nostro meglio per organizzare e risolvere il problema e persino specificato i giorni, ma ancora in alcuni luoghi, anzi in molti luoghi, le regole sono state violate». «Non ci sono scuole, non c'è lavoro; dovremmo almeno avere un posto dove divertirci», ha detto una madre mentre guardava i suoi bambini giocare in un parco attraverso la finestra di un ristorante vicino.

A pochi chilometri di distanza, la ruota panoramica e la maggior parte delle altre giostre del Parco Zazai, che offre una vista spettacolare sulla città, si sono fermate improvvisamente per mancanza di visitatori. Prima del divieto, poteva ospitare centinaia di persone nei giorni in cui le donne portavano i propri figli per giocare. 
Introdotto questa settimana, il divieto riduce ulteriormente lo spazio pubblico concesso alle donne.

In soli 15 mesi, i taleban sono così riusciti a erodere i diritti e le libertà delle donne segnando un ritorno alla situazione ante 2001. E lo hanno fatto gradualmente per non allarmare la comunità internazionale che ha fatto di questi diritti uno dei punti dirimenti delle trattative con Kabul sugli aiuti e il riconoscimento politico. Escluse da molti lavori, le donne non possono viaggiare senza un parente stretto di sesso maschile e sono costrette a indossare il burqa ogni volta che sono fuori casa.

Lo scorso marzo, a poche ore dalla riapertura delle scuole per ragazze, un avviso del ministero dell'Istruzione ha sancito che «tutte le scuole superiori femminili e quelle con ragazze sopra il sesto grado di scuola (dagli 11 anni in poi, ndr) rimangano chiuse fino a nuovo ordine», ossia fino a quando non fosse preparato un piano conforme alla sharia islamica e alla cultura afghana. Un altro decreto ha vietato agli autisti di far salire a bordo donne che non rispettino le norme stabilite in materia di abbigliamento.

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