lunedì 25 aprile 2022
Il capo della diplomazia Usa e il numero uno del Pentagono Austin hanno concluso la missione nella capitale. La guerra entra nel terzo mese. Bombe e vittime anche nel giorno della Pasqua ortodossa
Ciò che resta di un quartiere periferico di Irpin, la cittadina a nordovest della capitale Kiev liberata due settimane fa dai soldati ucraini

Ciò che resta di un quartiere periferico di Irpin, la cittadina a nordovest della capitale Kiev liberata due settimane fa dai soldati ucraini - Ansa

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Ancora una volta fallisce il tentativo di una tregua per Mariupol. Il cessate il fuoco nella città sul Mar Nero per evacuare i civili dall'acciaieria Azovstal era stato annunciato da fonti della difesa russa, secondo cui "le forze armate e le formazioni della Repubblica popolare di Donetsk dalle 14 (ora di Mosca) di oggi avrebbero cessato unilateralmente qualsiasi ostilità: "Le unità si sono ritirate a distanza di sicurezza e garantiscono il ritiro dei civili (personale di lavoro, donne e bambini) in qualsiasi direzione scelta da loro". "Se i civili sono ancora nell'impianto, chiediamo categoricamente che le autorità di Kiev diano immediatamente un ordine corrispondente ai comandanti delle formazioni nazionaliste per il loro rilascio", ha detto oggi il colonnello Mikhail Mizintsev, citato dalla Tass.

Ma poche ore dopo Kiev ha fatto sapere che non saranno dati ordini in tal senso. "I corridoi umanitari si aprono in base agli accordi delle due parti. Questo corridoio, annunciato unilateralmente, non fornisce sicurezza e quindi, di fatto, non è un corridoio umanitario. Quindi, dichiaro ufficialmente e pubblicamente: non ci sono accordi sui corridoi umanitari da Azovstal oggi, purtroppo", ha annunciato la vicepremier ucraina, Iryna Vereschuk. Di conseguenza nessuna disposizione è arrivata da Kiev ai comandati del battaglione Azov, rinserrato nella grande acciaieria. La vicepremier ha poi aggiunto che "abbiamo fatto appello al Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, chiedendo di avviare e garantire un corridoio umanitario da Azovstal per i civili. In particolare, chiediamo che i rappresentanti dell'Onu e del Comitato Internazionale della Croce Rossa siano presentinel convoglio umanitario".

La guerra è entrata nel terzo mese: intanto sul piano delle relazioni internazionali ci sono stati ulteriori smottamenti. Mentre la Svezia e la Finlandia hanno deciso di presentare contemporaneamente le domande di adesione alla Nato, secondo quanto riportato dal quotidiano svedese Expressen; Mosca ha convocato l'ambasciatore della Germania nella capitale russa e ha deciso di espellere 40 diplomatici tedeschi. Il 4 aprile la Germania aveva deciso di espellere 40 diplomatici russi come reazione agli "orrori contro i civili" a Bucha.

Nel contempo gli Stati Uniti hanno deciso di riportare a partire da questa settimana la loro presenza diplomatica in Ucraina e sbloccheranno altri aiuti militari per oltre 700 milioni di dollari, che andranno a Kiev ma in parte anche agli alleati regionali Nato che hanno fornito armi all'Ucraina e ora hanno bisogno di ricostituire le loro scorte. Lo hanno annunciato funzionari Usa al termine del viaggio a Kiev dei segretari di Stato e alla Difesa americani Antony Blinken e Lloyd Austin, che hanno incontrato ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Blinken ha indicato che Joe Biden nominerà un nuovo ambasciatore Usa a Kiev nei prossimi giorni: sarà Bridget Brink, attuale ambasciatrice americana in Slovacchia. La postazione diplomatica in Ucraina era diretta dal 2019 da incaricati d'affari. «Dall'inizio delle ostilità, abbiamo avuto una squadra in Polonia che ha svolto questo lavoro. Da questa settimana i membri del team faranno viaggi in giornata all'interno dell'Ucraina, fino anche a riattivare la nostra presenza a Kiev», ha spiegato un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano.

Per quanto riguarda le armi, l'annuncio di questa nuova tranche di aiuti militari arriva dopo che il presidente americano aveva già annunciato giovedì scorso 800 milioni di dollari sotto forma di consegne all'Ucraina in particolare di armi pesanti, richieste da Zelensky per far fronte all'offensiva russa nell'est del Paese. In totale, secondo Washington, gli Stati Uniti hanno concesso a Kiev oltre 4 miliardi di dollari di aiuti militari dall'inizio del mandato di Biden.

Il prsidente Zelensky al centro, con il capo della dfesa americano Lloyd Austin (a sinistra) e il segretario agli Esteri Antony Blinken

Il prsidente Zelensky al centro, con il capo della dfesa americano Lloyd Austin (a sinistra) e il segretario agli Esteri Antony Blinken - Ansa


«L'amicizia e la partnership tra l'Ucraina e gli Usa sono più forti che mai», ha twittato ieri sera Zelensky in risposta a un tweet del presidente americano che aveva promesso di «di continuare a sostenere gli ucraini nella loro lotta per difendere la patria». Il leader ucraino ha salutato anche la rielezione del presidente francese «Emmanuel Macron, vero amico dell'Ucraina». Congratulandosi anche lui con Macron, Biden da parte sua ha dichiarato di «non vedere l'ora di continuare la stretta cooperazione» con la Francia «in particolare per sostenere l'Ucraina e difendere la democrazia».

«Vogliamo vedere la Russia indebolita al punto di non poter fare il tipo di cose che ha fatto con l'invasione dell'Ucraina», ha aggiunto il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin: «Ha già perso molta capacità militare e molte truppe – ha detto il capo del Pentagono –, per essere franchi, e vorremmo che non riesca a ricostituire rapidamente questa capacità». Finita la missione lampo di Blinken e Austin, rientrati stamani in territorio polacco, inizia ora quella di Antonio Guterres: il segretario generale dell'Onu sarà oggi ad Ankara, domani a Mosca e giovedì a Kiev. Viaggio che però ha attirato forti critiche da parte ucraina. «Non è una buona idea andare a Mosca: non capiamo la sua intenzione di parlare col presidente russo Vlamdimir Putin», ha detto Igor Zhovka, vicecapo dello staff di Zelensky, avvisando che Guterres «non è autorizzato» a parlare per conto del governo ucraino nei suoi sforzi di pace.

Bombardamenti e morti anche domenica, nel giorno della Pasqua ortodossa. Nella regione di Donetsk cinque le vittime, tra cui due bambine di 5 e 14 anni. A Kherson i militari russi starebbero bloccando chi vuole andar via, con Mosca che secondo Kiev e l'intelligence britannica sta per organizzare lì un referendum farsa atto a legittimare la sua occupazione. Continui bombardamenti e particolare concentrazione di forze russe vengono poi segnalati vicino Huliaipole, nella regione di Zaporizhzhia.

In quanto agli attacchi missilistici lanciati da Mosca contro cinque stazioni ferroviarie nell'Ucraina dell'ovest e centrale, autorità locali della regione centrale di Vinnytsia hanno annunciato che fra le vittime dei raid si sono anche morti, e non solo feriti. Successivamente, la procura locale ha informato che i morti sarebbero almeno 5 e i feriti 18. Secondo fonti ufficiali, "i russi stanno cercando di colpire le infrastrutture critiche", e dopo questi attacchi le ferrovie ucraine hanno "cancellato o dirottato" i treni su vari percorsi.

Un vasto incendio si è sviluppato anche nell'area di un deposito di carburante a Bryansk, il capoluogo di una regione russa che confina a Sud con l'Ucraina: la città si trova a 150 cholometri dalla frontiera. Lo riferisce, si legge sui media russi, la direzione principale regionale del Ministero delle situazioni di emergenza. Non ci sono informazioni al momento sulle possibili cause del rogo. Le immagini diffuse sulle reti sociali mostrano due enormi colonne di fumo sprigionate da due vasti roghi, distanti l'uno dall'altro, che illuminano la città. Non è ancora noto se ci siano vittime. Alcuni cronisti su Twitter hanno riferito di due esplosioni ma non ci sono al momento conferme.

Si parla di altre esplosioni vicino all'edificio del ministero della Sicurezza dello Stato a Tiraspol, in Transnistria, enclave russa in Moldova. In strada sono stati rinvenuti tubi lanciagranate. Nei giorni scorsi, il ministero della Difesa russo aveva affermato che tra gli obiettivi della seconda fase dell'operazione speciale c'è anche l'accesso alla Transnistria.

Almeno 2.665 civili sono rimasti uccisi in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa. Lo rende noto oggi l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr), che ha registrato 5.718 civili rimasti colpiti nel Paese, di cui 2.665 morti e 3.053 feriti. Lo scrive l'agenzia ucraina Ukrinform. In particolare, tra le vittime si contano 855 uomini, 563 donne, 59 ragazze e 69 ragazzi, oltre a 67 bambini e 1.052 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto. La maggior parte delle vittime civili registrate sono state causate dall'uso di armi esplosive con un'ampia area di impatto, compresi i bombardamenti di artiglieria pesante e sistemi di lancio multiplo di razzi, missili e attacchi aerei.


Regno Unito: 72.000 visti, ma solo 21.000 profughi arrivati

Sono ormai saliti a circa 72.000 i visti concessi dal Regno Unito agli sfollati ucraini in fuga dall'invasione russa attraverso i due schemi di accoglienza ad hoc messi a punto dal governo Tory di Boris Johnson dopo le polemiche per la partenza a rilento dell'operazione, a dispetto delle tante promesse: quello riservato a chi ha già familiari residenti sull'isola e quello che garantisce un iter sulla carta rapido a chiunque venga invitato da ong, comunità locali o famiglie disposte a dare ospitalità.

Ma il totale delle persone effettivamente arrivate non supera tuttora le 21.000, in un quadro che continua a essere segnato da ostacoli e lamentele, secondo le voci critiche.

Lo riportano i media britannici, mentre le opposizioni sono tornate oggi a incalzare sull'argomento la ministra dell'Interno, Priti Patel, la qualesostiene che molti profughi ci avrebbero ripensato e sarebbero rimasti in Ucraini in seguito al ripiegamento delle truppe russe in alcune aree.

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