mercoledì 10 novembre 2021
All'indomani dell'incontro in Duomo, sabato 6 novembre, già attivo il progetto sotto la guida di don Davide Rustoni
I vescovi e i giovani che hanno partecipato all'incontro nel Duomo di Milano

I vescovi e i giovani che hanno partecipato all'incontro nel Duomo di Milano - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

"Non perdiamo tempo", si devono essere detti don Davide Rustoni, responsabile della pastorale giovanile di Pavia, e i suoi ragazzi, sabato di ritorno dall’incontro nel Duomo di Milano tra “Giovani e vescovi”.

"La proposta che ha fatto l’arcivescovo Delpini – spiega il sacerdote pavese – di generare "scintille" abbiamo pensato di tradurla in un gesto concreto: durante la Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a livello diocesano domenica 21 novembre, non organizzeremo un mega incontro con decine di ragazzi, ma la festeggeremo nelle parrocchie, a piccoli gruppi, così che i giovani possano coinvolgere e incendiare il cuore degli amici lontani dalla fede, dei compagni di scuola e di basket... di chi vorranno invitare".

A fuoco, oltre che il messaggio del Papa per la Giornata della gioventù, "anche tre dei cinque temi di cui si è parlato nell’incontro milanese - riprende don Rustoni - : la chiamata, la Chiesa, la testimonianza". Senza nemmeno dimenticare gli adolescenti “per i quali però abbiamo pensato un percorso ad hoc”, spiega ancora il sacerdote lombardo.

Il tavolo dei lavori nel Duomo di Milano che ospitava i giovani e l'arcivescovo Delpini

Il tavolo dei lavori nel Duomo di Milano che ospitava i giovani e l'arcivescovo Delpini - Fotogramma

Così a pochi giorni dal dialogo che ha visto discutere seduti intorno ai tavoli, tra le navate del Duomo di Milano, 200 ragazzi e 10 vescovi lombardi, i responsabili di pastorale giovanile come don Rustoni si sono rimboccati le maniche e stanno riflettendo su come far fruttare quest’occasione preziosa di dialogo così che raggiunga anche chi è lontano da parrocchie e oratori. Non è detto che sia facile, ma occorre provarci, sembrano dire.

Al termine della giornata la soddisfazione si leggeva sui volti dei ragazzi partecipanti. Alcuni hanno ammesso che la domanda più pressante per loro è: "Dove sono gli altri giovani come noi? Come facciamo a raggiungerli?". Nella Cattedrale milanese era presente infatti chi frequenta. Assenti tanti giovani che vorrebbero dialogare con la Chiesa, ma sono estranei a luoghi e riti.
Ecco che ora tocca proprio ai ragazzi, a iniziare da quelli di Pavia, portare ciò di cui si è discusso nella propria comunità, tra gli amici, in famiglia perché tutti devono contribuire a questo "esercizio di prossimità e reciprocità stretta", come hanno riferito alcuni dei presenti.

Con un'avvertenza: se vogliamo ripartire, dicono, abbiamo un gran bisogno di silenziare i social – in pandemia li abbiamo usati fin troppo – e di recuperare le relazioni più prossime e vere.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: