martedì 16 aprile 2024
Il progetto TenerAmente di Cesvi con la cooperativa "Il Grillo Parlante" aiuta le donne maltrattate del quartiere San Pietro a Patierno di Napoli. Ad accogliere mamme e figli la "Casa del Sorriso"
Mamme e bambini alla "Casa del sorriso"

Mamme e bambini alla "Casa del sorriso" - roger lo guarro

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Un orso grande ed il suo cucciolo, tra i ghiacciai del Polo Nord, tentano di fare insieme la stessa strada, ma le difficoltà sono molte e spesso c’è bisogno di un intervento esterno: quello di foche addestrate che accompagnano e sostengono per superare gli ostacoli e permettere ai due di mantenere un legame importante.

È questo, in sintesi, il progetto “TenerAmente verso un’infanzia felice” che Fondazione Cesvi, con la cooperativa sociale “Il Grillo Parlante”, rivolge a sostegno delle famiglie con bimbi da 0 a 6 anni, a san Pietro a Patierno, quartiere di Napoli dove alla povertà educativa si assommano disoccupazione, gravidanze precoci, alto tasso di dispersione scolastica.

Il silent book - il libro che racconta la storia dei due orsi senza usare parole - “Ho bisogno di te” edito da Carthusia, e che Cesvi propone (da 0 a 99 anni, ai bimbi, ai genitori, alle scuole, agli educatori), descrive una favola dove gli orsi sono i genitori con i loro piccoli e le foche sono le educatrici che «aiutano l'adulto a rispettare i tempi di un bambino, a rallentare, ad affiancare», risponde prontamente Vittoria Lento, educatrice del progetto “TenerAmente”.

In questi mesi le “foche” sono intervenute accanto a tante famiglie di Napoli: una media di 800 all’anno. C’è Mariarca, quattro figli, maltrattata dal marito. Ha appena 30 anni. È bella e vivace e dice: «Ho accettato di raccontare la mia storia per lanciare un messaggio: si deve denunciare». Mariarca ha denunciato il padre dei suoi quattro figli che ripetutamente – e davanti a loro – la picchiava violentemente. «Era un manipolatore e narcisista e io vittima perché sola: mi metteva continuamente incinta per tenermi sotto controllo».

Quando racconta la sua storia di violenza subita dall’uomo che ha scelto, lo fa sorridendo. Perché la sua è una storia di rinascita, di riscoperta di se stessa, del suo valore e delle sue potenzialità. Ci sono voluti mesi di una relazione violenta e umiliante prima che Mariarca riuscisse ad allontanarsi, ad andare via, a chiedere aiuto. La spinta a salvarsi, come accade molto spesso, è arrivata dai figli. «Solo nel momento in cui mi sono chiesta che esempio davo a loro, allora ho denunciato».

«Grazie a “Casa del Sorriso”, - come spiega Renata Molino, project manager per Cesvi – lo spazio inaugurato nel 2023 a Napoli (oltre alle strutture già presenti a Bari e Siracusa) vero e proprio presidio di legalità sul territorio che non offre soltanto servizi, ma è un vero e proprio centro di coordinamento di attività socio- educative».

Mariarca prosegue ancora il suo percorso di uscita dalla violenza e di recupero della sua autonomia, insieme all’operatrice che l’ha seguita: è costantemente monitorata dagli assistenti sociali. II processo è ancora in corso, al suo ex è stata sospesa la potestà genitoriale. Gli assistenti sociali gestiscono gli incontri protetti del padre con i figli.

Ospiti e operatrici della 'Casa del sorriso'

Ospiti e operatrici della "Casa del sorriso" - roger lo guarro

«Con il progetto “TenerAmente” (partito nel 2021 e che finirà nell’ ottobre 2024) – aggiunge Rossella Di Costanzo de “Il Grillo parlante - abbiamo puntato a lavorare sui più piccoli. Qui gli asili sono vuoti perché è molto radicata la volontà di tenere a casa il figlio in quanto è la madre se ne deve occupare. Abbiamo cercato di lavorare proprio sulla prevenzione anche attraverso quelle figure professionali che hanno la possibilità di entrare in contatto con le famiglie: i pediatri che hanno anche un'autorevolezza e che ci hanno permesso di individuare il disagio anche in tenera età».

«Le fasce più delicate di insorgenza del maltrattamento - spiega Elena Garbelli, project manager del progetto “TenerAmente”, Cesvi - sono il pre parto, il post parto l'ingresso alla scuola materna e dell'infanzia. Poi in realtà c'è una quarta fase che è la pre-adolescenziale (le prime relazioni amorose): partendo da questa considerazione abbiamo considerato la necessità di anticipare sul territorio la nostra presenza per cercare di lavorare sulle risorse che le famiglie possono mettere in campo, accompagnandole, perché l’obiettivo è un'infanzia felice».

«Garantire l'accesso al nido è uno degli obiettivi raggiunti – aggiunge Rossella –. Infatti abbiamo iniziato ad offrire un servizio di accoglienza, nel mese di luglio, dei bambini e poi li abbiamo accompagnati all’iscrizione al nido e alla materna con percorsi formativi, affiancando nella fase del distacco, della vaccinazione, dello svezzamento».

A questo si affianca una parte importante del progetto: l’home visting: «per ridurre l’isolamento del genitore - aggiunge l’educatrice Vittoria Lento - per affiancarlo nella gestione della casa, là dove si evince che c'è proprio una fatica anche nei bisogni primari».

Chi ne ha beneficiato, tra gli altri, è Pina: arriva accompagnata dal suo “angelo custode” Simona – così come la definisce - l’operatrice che la segue da 11 anni e racconta una storia che si ripete. Lei madre di quattro figli, con il marito in carcere. «Soltanto grazie a Simona posso dire di stare qua. E grazie a lei adesso anche mio nipote di due anni e mezzo viene seguito». È una donna coraggiosa Pina ha cresciuto i figli senza il marito, è stata madre, padre, nonna, capo-famiglia. «Adesso anche mio figlio ha chiesto aiuto: Alfonso ha 24 anni e un bambino di due anni e mezzo da crescere». Bisogna «spezzare la catena – conclude Elena Garbelli - perché si tende a tramandare l'approccio educativo che porta a ripetere ciò che si vive in famiglia».

E lanciare buone prassi: come racconta Maria Rosaria, 43 anni: «Da una difficoltà di mia figlia Annachiara che, a dieci anni, non voleva più frequentare la scuola sperimentando un’ansia da separazione – spiega – è venuto fuori che c’era un mancato ascolto verso me stessa. Ero intanto molto rigida perché mi era rimasta la voglia di completare gli studi e non volevo essere solo madre di tre figli».

Così ora Maria Rosaria riprenderà il suo percorso universitario: le “foche” hanno aiutato anche lei ad attraversare il Polo Nord e ad ascoltarsi. Per loro c’è la «gratitudine di essersi sentita protetta» e di ricominciare a camminare con lo stesso passo del “piccolo orso” che aveva lasciato indietro. "TenerAmente verso un'infanzia felice" è un progetto finanziato da "Con i bambini" e coordinato da Cesvi su tutto il territorio nazionale.


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