lunedì 19 febbraio 2024
Da vent'anni l'associazione dell'Opera Don Calabria accompagna le situazioni familiari difficili, sia sul versante della cura, sia da quello della divulgazione. Sabato il punto delle emergenze
Incontro di genitori al "Colle per la famiglia"

Incontro di genitori al "Colle per la famiglia" - Peraro Christian

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«Sono arrivata al Colle in un momento difficilissimo della mia vita: il fallimento del mio matrimonio, per me inaccettabile. Ero disperata, e gli operatori mi hanno accolta senza nessun pregiudizio. Non mi hanno chiesto di rialzarmi, si sono seduti per terra con me, hanno preso le mie mani tra le loro, le hanno scaldate, hanno accolto le mie ferite e il mio dolore, curandoli come un balsamo. Con tanta competenza, con tanta pazienza, sono riusciti a rialzare il mio sguardo verso un nuovo orizzonte possibile».

Sonia è una delle utenti del “Colle per la Famiglia”, associazione dell'Opera Don Calabria che, da oltre vent'anni, si occupa di tematiche relative alla pluralità delle forme familiari esistenti. Lo fa, operando su due versanti: quello della cura, attraverso il centro di ascolto, dove un'équipe multiprofessionale (psicologi, mediatori familiari, avvocati, teologi, medici...) prende in carico e accompagna situazioni familiari difficili, con un'attenzione particolare per i figli, bambini e adolescenti; e quello della prevenzione e informazione, attraverso gruppi (di genitori, persone separate, nonni...) e attività divulgative.

Rientra in quest'ultimo ambito il convegno “Le sfide nella famiglia di oggi”, che si svolgerà a San Zeno in Monte (Verona), sabato 24 febbraio, dalle 9 alle 13, nell'auditorium della Casa Madre dell'Opera Don Calabria, organizzato in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Verona. «Al convegno non si parlerà di famiglia, ma di “famiglie”», come tiene a precisare Maria Grazia Rodella, coordinatrice dell'associazione. «Don Calabria diceva che “se sarà santa la famiglia, sarà santa anche la società”, una visione profetica», sottolinea don Giacomo Cordioli, presidente del “Colle per la Famiglia”, e rettore del santuario “San Giovanni Calabria”.

Don Giovanni Calabria, nato a Verona l'8 ottobre 1873, e morto nella stessa città il 4 dicembre 1954, è stato un presbitero, fondatore delle congregazioni dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza. Beatificato nel 1988, è stato proclamato santo da papa Giovanni Paolo II, il 18 aprile 1999. «Accogliendo i bambini di strada, insegnando loro un lavoro ed educandoli da buoni cristiani, don Calabria ha dato a Verona e, più in generale, al Veneto, delle buone famiglie - continua don Cordioli -. Oggi egli direbbe che i problemi non sono più tanto sul fronte materiale, ma su quello valoriale e relazionale. Le famiglie oggi vivono grandi difficoltà, spesso a causa della non preparazione alla vita di coppia. Ecco perché la nostra congregazione ha sentito il bisogno di realizzare il “Colle”, dove l'attività più importante è l'ascolto. Papa Francesco, con l'esportazione apostolica Amoris Laetitia, ha invitato la Chiesa ad andare incontro a chi è nella sofferenza, alle famiglie ferite. Noi cerchiamo di farlo».

«In un periodo difficile della nostra relazione - raccontano Chiara e Alberto -, il Colle è stato un luogo di comprensione e di saggezza, che ci ha permesso di ritrovare la fiducia necessaria per ripartire». «Il nostro fondatore - osserva Maria Grazia Rodella - è un santo di grandissimo respiro, perché è anche un santo dell'accoglienza. E noi, anche se come credenti il nostro faro resta la famiglia fondata sul matrimonio, siamo aperti all'ascolto di tutti i tipi di famiglia e di problematicità. Non siamo per il giudizio, ma per accompagnare le persone, ispirati dalla parabola del Buon Samaritano, e dalle parole di papa Francesco: “A fronte dei vari tipi di famiglie, mi pongo come una persona giudicante o come una persona che si mette a fianco di chi soffre e vi cammina insieme?” Noi camminiamo con chi è ferito, non imponiamo una dottrina, portiamo i valori del Vangelo: la vicinanza, l'amore».

Il convegno ha anche l'obiettivo di celebrare i vent'anni del “Colle”. «Per tanti anni, la nostra sede è stata in provincia, nell'Oasi San Giacomo di Vago - continua Rodella -. Da qualche mese, invece, siamo in Casa Madre; questo evidenzia quanto il tema della famiglia sia nel cuore dell'Opera e nel cuore della Chiesa. Tanto l'Oasi San Giacomo che San Zeno si trovano su un colle. Da qui il nome della nostra associazione. Il colle è un posto dove le persone possono riposarsi un po' dalla ridda dei problemi quotidiani; è un luogo di pace, dove possiamo incontrare noi stessi e, per chi crede, Dio».

Al convegno, al quale interverrà anche il vescovo Domenico Pompili, lo psicologo Giancarlo Tamanza, direttore del Master in mediazione familiare dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, si chiederà che cosa oggi renda tale una famiglia, pur nella varietà dei modelli e delle relazioni presenti nella società. A seguire, don Matteo Cavani, docente di Teologia morale all'Istituto di Scienze Religiose, proporrà uno sguardo innovativo sulla morale familiare promossa dalla Chiesa cattolica.

Dopo l'intervento di don Cordioli, l'équipe del “Colle per la Famiglia” presenterà le attività promosse in sinergia con le Istituzioni e con altri Enti del territorio: i percorsi per genitori e figli adolescenti, il cammino pastorale e di condivisione spirituale per persone ferite nei legami familiari; i legami intergenerazionali, a partire dall'esperienza “Sulle ali di Pegaso”, che ha come protagonisti nonni, nipoti e cavalli.

«Abbiamo avuto il privilegio di partecipare agli incontri dedicati ai nonni con figli separati - dicono Maria Vittoria e la sorella Marilena -. I nonni spesso vengono coinvolti, loro malgrado, nelle dinamiche di separazione dei figli. Condividere in un gruppo i nostri timori, le nostre frustrazioni e le nostre insicurezze, è stato importante. Le nostre fragilità sono state accolte e comprese. Abbiamo anche ricevuto strumenti utili, per stare accanto ai nipoti con più serenità, consapevoli del significato valoriale di questa vicinanza: i nonni, nei momenti più complicati, sono per i nipoti il porto sicuro, il rifugio dove si sentono protetti».

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