martedì 5 marzo 2024
Storie di mamme, papà e bambini che hanno deciso dfi mettere in discussione il tradizionale modo di vivere per rispettare davvero l'ambiente. Parlano Lisa Casali e Linda Maggiori
Lisa Casali con il figlio e il marito

Lisa Casali con il figlio e il marito

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Tutto è cominciato da un carciofo. La rivoluzione green di Lisa Casali, scienziata ambientale, manager del Consorzio Pool Ambiente e scrittrice, parte da un ortaggio. Lo racconta nel suo blog lisacasali.it. “Avevo tra le mani un carciofo, lo stavo pulendo meccanicamente, come ero abituata a fare, così come avevo imparato dalla mamma, dai corsi di cucina, dai libri e dai programmi tv. Quando mi sono sorpresa nell’automatismo di buttare via tutto lo scarto, che già a prima vista era ben di più della parte nobile, mi sono fermata; ho osservato bene quelle foglie, le brattee violacee, il gambo e mi sono chiesta se non ci fosse un’alternativa nell’utilizzo di questi scarti. Da quella sera la mia vita è cambiata e ho cominciato a mettere in discussione tutto il nostro modo di mangiare e cucinare, ho messo da parte automatismi e nozioni acquisite per sperimentare un modo nuovo di mangiare e cucinare che coniugasse una volta per tutte salute e sostenibilità”.

In quella prima intuizione c’è già tutto il nuovo lifestyle della blogger milanese, che è anche mamma di Filippo e moglie dello chef Franco Aliberti, a sua volta attento da sempre ai temi della sostenibilità. Lisa ha voluto raccontare la sua esperienza nel testo Genitori green e bambini felici. Manuale per vivere a impatto zero con un bebè (risparmiando), appena pubblicato dall’editore Gribaudo, scritto con il contributo di GEPO, Gruppo di Educazione Pediatrica Ostetrica. Una vera e propria guida che accompagna madri e padri nei primi due anni di vita del bambino. “Un libro”, tiene a precisare l’autrice, “che non si rivolge solo a genitori ambientalisti, pronti a tutto per ridurre il proprio impatto ambientale, ma a tutte le mamme e i papà che hanno a cuore il benessere e il futuro del proprio piccolo e desiderano fare le scelte migliori per la sua salute. Mentre aspettavo Filippo avevo molte ansie e insicurezze. Di una cosa però ero certa: volevo il meglio per il mio bambino. E volevo che questo meglio fosse naturale, sostenibile e a basso impatto ambientale”.

Un orientamento, il suo, che si scontra subito con abitudini, scelte e consumi collettivi. “Cioè con il modello imperante dell’industria per l’infanzia”, richiama la scrittrice, “con tutti quei prodotti per il cibo, il sonno e i giochi per i più piccoli. Articoli spesso dispendiosi, dei quali i neogenitori credono di non poter fare a meno. Mentre è vero proprio il contrario”, assicura, “perché ciò che serve davvero al nostro bebè non si trova nel negozio costoso e specializzato ma molto più facilmente a casa nostra”. L’esperta va oltre. “Non solo questi prodotti non c’entrano niente con il benessere del nostro bambino, ma possono essere svantaggiosi, in tutti i sensi”.

È con i numeri che la divulgatrice riesce a rendere efficacemente l’idea di quanto sia necessario e urgente un cambio di rotta da parte delle famiglie. I dati raccolti nel testo parlano chiaro. La spesa affrontata da una famiglia media, dalla gravidanza fino ai primi due anni di vita di un figlio, vanno da un minimo di 9.270 euro a un massimo di 29.844 euro. Quella sostenuta da genitori green oscilla da 2.770 euro per aumentare, al massimo, fino a 8.886 euro. Un risparmio del 70% rispetto al modello tradizionale, che ovviamente incide sul budget familiare. Altrettanto eloquente il confronto sulla quantità di rifiuti prodotti: arrivano a 2.274 kg quelli che provengono dalle famiglie medie, si fermano a 46 kg nel caso dei nuclei green. “Questi numeri sono il risultato di comportamenti ancora dominanti, che la stessa scienza ha indicato come sbagliati, come l’acquisto di prodotti must have, cioè di tendenza, che sono perlopiù inutili e controproducenti”.

La manager fa un esempio concreto di acquisto in controtendenza rispetto ai prodotti del mercato tradizionale, una scelta che unisce alle necessità reali del bambino le caratteristiche del risparmio e del rispetto ambientale. “Pensiamo alla fascia porta-bebè, un dispositivo ritenuto scomodo e difficile da usare. Al contrario è di sicuro il mezzo preferito dal neonato perché consente il contatto con la fisicità del genitore e soddisfa perciò il suo bisogno psicofisico e il suo benessere. Ha un costo bassissimo, e se si vuole rispettare la scelta ecologica, se ne può acquistarne una in fibra naturale da produzione biologica”.

Questo è solo uno dei numerosi consigli contenuti in questo manuale che affianca alle analisi e alle informazioni scientifiche esempi pratici e suggerimenti utili. “Spero che il mio libro aiuti mamme e papà a compiere il mio stesso percorso di consapevolezza, ad acquisire sempre maggiore fiducia verso le proprie capacità di accudimento. L’industria, al contrario, fa leva sulle nostre paure. La sfida sta proprio in questo: trasformare la società dei consumi in quella dell’amore e degli affetti”.

Una sfida che ha accettato da diversi anni anche Linda Maggiori, di Faenza, quarantenne, giornalista freelance e scrittrice. Per lei la svolta ambientalista è arrivata in modo più traumatico, a seguito di un incidente stradale che dodici anni fa ha distrutto l’automobile su cui viaggiava con il marito Giovanni. “Da un giorno all’altro ci siamo trovati letteralmente a piedi, costretti a organizzare in modo alternativo ogni nostro spostamento. Così abbiamo scoperto che muoversi senza auto non solo era possibile ma poteva diventare un’abitudine sana e piacevole. Io e mio marito, da anni volontari di associazioni ecologiste, siamo sempre stati sensibili al rispetto dell’ambiente”.

“Ma questo episodio ci ha portati a fare un passo in avanti, a mettere, cioè, in discussione ogni nostra abitudine, riorganizzando tutta la vita quotidiana, non solo la nostra ma anche quella dei nostri quattro figli, che oggi hanno 15, 13, 10 e 6 anni. Insieme a loro abbiamo trasformato un iniziale disagio in un programma di vita ecologico, dimenticando l’auto e servendoci dei mezzi pubblici e delle nostre biciclette, simbolo di libertà e di impegno”. Un cambiamento che non si è limitato agli spostamenti. “Sul fronte energetico abbiamo deciso di adeguare il nostro vecchio appartamento per renderlo indipendente dal fossile. Abbiamo fatto installare i pannelli fotovoltaici sul tetto, in casa non abbiamo caldaia e i fornelli sono a induzione”.

Grande attenzione, fa sapere Linda, riguarda il programma di alimentazione. “Io e mio marito siamo vegetariani e raramente consumiamo prodotti di derivazione animale. Vogliamo invece che i nostri figli siano liberi di mangiare anche carne, che però acquistiamo solo da allevamenti biologici gestiti da società impegnate in attività dal valore sociale. In generale compriamo da piccole aziende biologiche locali, appoggiandoci anche a canali come i Gas (Gruppi di acquisto solidali), associazioni di cittadini che si organizzano insieme per acquistare beni alimentari e di uso quotidiano, mantenendo una relazione stretta con i produttori locali che rispettano l’ambiente e le persone”. E solidali, spiega la mamma, sono tutte le realtà in cui la famiglia si serve, dagli empori per l’abbigliamento ai supermercati in cui è possibile trovare prodotti sfusi, o i classici negozi che vendono articoli biologici, privi di imballaggio.

Quanto ai rifiuti, l’attivista, che è anche autrice del blog Famiglie-rifiutizero, è in prima linea con iniziative sempre nuove. L’ultima è quella della Stoviglioteca, che lei stessa ha ideato. “Si tratta di un corredo di stoviglie, appunto, ma anche piatti, posate e bicchieri, che più famiglie, a fronte di un piccolo contributo iniziale, possono riutilizzare per l’organizzazione di feste, evitando spese e sprechi”.

Una missione ecologica condivisa che Linda ha raccontato nel libro pubblicato di recente: Mamme ribelli. Le mille battaglie da nord a sud contro l’inquinamento e per la salute di tutti (Terra Nuova Edizioni). “Il nostro non è fanatismo”, sottolinea l’autrice, “ma il coinvolgimento motivato di famiglie che si impegnano con passione per la qualità della vita e la difesa dell’ambiente”. Un contributo che il Comune di Monteleone di Puglia ha voluto riconoscere a Linda con il “Premio internazionale per la non violenza”. Le sarà consegnato il 7 marzo, quale “donna impegnata per l’ecologia, la non violenza e la pace”.

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