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«La crisi della genitorialità non dipende solo dagli stili di vita, né dalle mancanze, pur evidenti, delle politiche sociali, ma rappresenta anche il prodotto di un’insostenibile pressione sociale che lascia sole le madri a gestire se stesse e le contraddizioni di un sistema che non le tutela. L’idea di una genitorialità intesa come “lavoro” rappresenta una grande fonte di sofferenza per i genitori stessi, specialmente per le madri, in quanto contribuisce ad alimentare gli infiniti conflitti casa-lavoro. Ma lo stesso dilemma affligge i padri, anche più intensamente, perché il loro ruolo genitoriale è meno riconosciuto». Sono alcuni passaggi dell’ampia introduzione del neuropsichiatra Infantile e psicoterapeuta Domenico Bove, al volume Il burnout dei genitori. Come evitarlo e come uscirne (Armando editore, pp. 194, € 22), di cui è anche curatore.
Le autrici, psicologhe, Moira Mikolajczak (professoressa al dipartimento di Psicologia dell’Università di Lovanio) e Isabelle Roskam (direttrice di un gruppo di ricerca nello stesso ateneo) rappresentano un punto di riferimento mondiale per quanto riguarda questo fenomeno: l’International Investigation of Parental Burnout, consorzio da loro avviato e guidato, riunisce oggi 40 Paesi. E con questo saggio vogliono rivolgersi a un pubblico ampio, non esclusivamente agli specialisti, offrendo un duplice approccio scientifico e pratico: le autrici hanno condotto una ricerca scientifica durata 6 mesi e basata su un campione di 3 mila genitori; al tempo stesso riferiscono delle loro esperienze personali, essendo entrambe madri e una di loro ha sperimentato il burnout genitoriale. Con esempi di situazioni quotidiane, si rivolgono a tutti i genitori esausti che cercano di capire meglio cos’è il burnout genitoriale, quanto ne sono vicini o lontani, come uscirne e/o come evitare che si ripeta, evidenziando i fattori di rischio e fornendo molti consigli/strumenti ai genitori che rischiano di sentirsi sopraffatti.
«Il burnout genitoriale è una condizione caratterizzata da un intenso stress legato al ruolo genitoriale, dall’allontanamento emotivo dai figli e dalla perdita di un senso di realizzazione genitoriale; ha ricevuto un’attenzione crescente negli ultimi anni, ancor più dopo la crisi mondiale legata all’infezione da Covid-19 e la conseguente costrizione abitativa forzata dei genitori con i loro figli», puntualizza Bove, esperto in analisi del comportamento, psicopedagogista dell’educazione e della formazione, direttore scientifico del Centro studi Fusis di Caserta, Associazione per la ricerca scientifica in neurologia e psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Che ci tiene a precisare: «Il burn-out genitoriale si verifica quando lo stress genitoriale supera in modo grave e cronico le risorse di cui i genitori sono dotati per farvi fronte. Si manifesta attraverso una caratteristica e progressiva sintomatologia. In primo luogo, i genitori si sentono esauriti e affaticati dal loro stesso ruolo genitoriale. Nel tentativo di risparmiare le poche energie rimaste, i genitori stremati tendono progressivamente a distaccarsi emotivamente dai figli. Non si divertono più a stare con i figli e perdono il piacere di fare i genitori al punto che, a volte, non riescono più a sopportare il loro stesso ruolo. Infine, non si riconoscono più come i genitori che erano e che avrebbero voluto essere».