martedì 26 marzo 2024
L'esperienza di Alberico Cecchini, ex editore, oggi impegnato con "Italia Solidale", il movimento fondato da padre Angelo Benolli, rete familiare che sostiene oltre 3 milioni e 200mila nuclei fragili
Alberico Cecchini con la moglie Simona e le figlie Carola, 15 anni, e Viola, 12

Alberico Cecchini con la moglie Simona e le figlie Carola, 15 anni, e Viola, 12

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Italia solidale – mondo solidale, il movimento fondato da padre Angelo Benolli, missionario e sacerdote degli Oblati di Maria Vergine, scomparso lo scorso luglio, a 92 anni, è una rete di famiglie italiane che ha creato un ponte con tante altre famiglie nel Sud del mondo, riunite in un’unica grande comunità. Le famiglie coinvolte ne escono radicalmente cambiate. Arrivando a superare addirittura ferite e lacerazioni come violenza domestica, ansia, panico, depressioni, solitudine e smarrimento. Dopo aver toccato con mano la fame non solo del corpo ma anche dello spirito, padre Benolli ha elaborato una nuova antropologia e un nuovo modo di far missione, attraverso le comunità, l’adozione a distanza e i gemellaggi mondiali. Oggi, la sua associazione sostiene tre milioni e 200mila persone in 173 missioni in Africa, India e Sud America e 13mila in tutte le regioni italiane. Nelle comunità eucaristiche e missionarie, le persone s’incontrano settimanalmente in piccoli gruppi di cinque famiglie, per poi condividere, pregare e sostenersi nella carità.

Un periodico free press da oltre duecentomila copie in tutto il Lazio, “Il Caffè di Roma”, il mensile “Acqua&sapone”, dedicato alle donne e alle famiglie, con distribuzione nazionale, una cinquantina tra dipendenti e collaboratori, una vita da professionista e imprenditore di successo. Poi, la diagnosi di due tumori molto aggressivi, superati «per grazia di Dio», dopo l’ultimo intervento di otto anni fa. Fino a quando, dopo il periodo del Covid, una notte insonne e un sogno rivelatore, arriva una scelta inaspettata e radicale. «Ho capito che non era più tempo di pascolare in luoghi aridi, correndo dietro ai soldi. Mi sentivo chiamato a dedicare la mia vita completamente alla missione, riappacificandomi col mio bambino interiore». E così, a pochi giorni dalla firma, Alberico Cecchini, 52 anni, di Aprilia, straccia la copia del contratto da manager nel settore marketing per un’importante società svizzera e decide di cambiare completamente vita.

«Ne ho discusso prima a casa, con mia moglie e le nostre figlie, ma ho trovato una grande comprensione, perché già conoscevano l’esperienza di “Italia solidale”». Simona Monaco, 46 anni, aveva accettato per prima l’invito di padre Angelo Benolli, il fondatore del movimento, dieci anni prima, tanto da partire per due mesi in Africa in missione, nonostante due bambine ancora piccole. Si erano conosciuti tramite amici in comune e sposati nel 2007. Dal matrimonio, sono nate Viola, 12 anni, e Carola di 15. Laureato in Economia, Alberico inizia a collaborare con Oliviero Toscani, fa un master a Londra e dopo essere tornato in Italia, con un socio fonda un’importante società editoriale, la Medium, che nel 2002 inizia a pubblicare il settimanale “Il Caffè”, un free press che nel tempo diventa il periodico più diffuso nel Lazio, oltre 200mila copie, e dà lavoro a circa 50 tra collaboratori e dipendenti. Poco dopo, nasce anche il mensile “Acqua&sapone”, a diffusione nazionale.

Ma già durante, l’università, aveva conosciuto padre Benolli, iniziando un percorso che gli avrebbe cambiato la vita. «Quando sentivo al telefono i volontari di “Italia solidale” - racconta – mi colpiva la letizia della loro voce, come se fossero portatori di una speranza nuova». Così inizia a coinvolgersi sempre di più, presentando quest’esperienza anche alla moglie che lo segue. «Tutte le cose migliori della mia vita - spiega - le ho ricevute da Dio grazie a questo movimento di persone». Nel frattempo, l’attività editoriale cresce e i soldi non mancano. «Entravo in un qualsiasi negozio e non mi ponevo neppure il problema di quanto potesse costare, ad esempio, un abito che mi piaceva, perché sapevo già in anticipo che potevo permettermelo».

Ma manca sempre qualcosa. Poi, arriva la diagnosi di due tumori molto aggressivi, a cui viene operato due volte. «In casi come il mio, non sopravvive quasi nessuno - continua -. Devo tuttora fare controlli ogni sei mesi. Durante l’ultima visita, però, il medico mi ha detto che ormai sono guarito. Sarà per tutto questo aiuto che ho ricevuto nella mia anima che sono ancora vivo? Non ho le prove, ma io penso proprio di sì. Come potevo sprecare questo dono immenso e immeritato di una nuova vita?». Nel frattempo, era arrivato anche il Covid con la grave crisi economica che ha investito tanti settori, tra cui proprio quello editoriale. C’è stato un periodo molto difficile, con la cassa integrazione dei dipendenti. Poi, il cambio delle proprietà e, infine, la decisione di passare alla pubblicazione solo online de “Il Caffè di Roma”, che tuttora è una testata digitale.

E, proprio nel momento di maggiore difficoltà per Cecchini, la proposta da parte di un’importante società pubblicitaria svizzera di fare per loro il consulente marketing. Arrivano addirittura a proporgli il doppio del guadagno, purché non rifiuti. Ma Alberico aveva già deciso. E si butta anima e corpo nella nuova vita che lo aspetta. Rimpianti? «No, perché sono stato richiamato a vivere l’essenziale», spiega. «Siamo creati missionari per amare Dio, la vita, noi stessi e gli altri. E l’unico modo per stare bene nell’anima, nella salute, nella nostra famiglia e nel lavoro è quello di rispondere alla nostra chiamata».

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