lunedì 5 febbraio 2024
Livia Cadei, docente di pedagogia dell'Università Cattolica, riconfermata al vertice della Confederazione nazionale che raggruppa oltre duecento centri per il sostegno delle fragilità familiari
Livia Cadei (al centro) con il consiglio direttivo della Cfc

Livia Cadei (al centro) con il consiglio direttivo della Cfc - Archivio

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Mandato rinnovato al vertice della Confederazione dei consultori familiari di ispirazione cristiana (Cfc) per Livia Cadei. La docente di pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Psicologia dell'Università Cattolica di Brescia presiederà per altri quattro anni la rete degli oltre duecento centri che si occupano a 360 gradi dei bisogni della famiglia.

Secondo mandato dopo i primi quattro anni da presidente della Confederazione dei Consultori di ispirazione cristiana. Qual è il problema più urgente che ritiene di dover affrontare in questo rinnovato incarico?

Questi anni sono stati articolati attraverso un impegno volto a sostenere la rete dei consultori e rafforzarne la qualità degli interventi. Il consultorio familiare nasce e si sviluppa come luogo di accompagnamento e sostegno alla vita familiare, nella dimensione della coppia, della genitorialità e delle relazioni educative. Si sono da sempre espressi come servizi in grado di stabilire una relazione dinamica con la realtà familiare, i cambiamenti sociali, i problemi emergenti, cercando di orientare la loro azione attraverso la riflessione sulla realtà concretamente vissuta dalle famiglie. Inoltre, i consultori si sono distinti, oltre che per la mole di attività svolte, anche per aver rappresentato un “ponte” fra la realtà ecclesiale-diocesi, la pastorale familiare e le famiglie, di diversa estrazione, confessione religiosa, o condizione rispetto alla fede e alla vita cristiana.

Oggi, l’azione dei consultori è chiamata a qualificarsi sempre più come azione strategica di sistema, in grado di liberare le risorse disponibili e intercettare la complessità delle domande. È importante sviluppare modalità di azione collaborative tra le molteplici reti interessate ed interessanti per le famiglie. In questo senso, reputo rilevante operare nella logica di sistema e nel potenziamento delle relazioni che si esprimono per i consultori su molteplici livelli: istituzionale, professionale e familiare.

I consultori sono osservatori privilegiati dei bisogni e delle fragilità delle famiglie. Come sono cambiate in questi anni le richieste?

I bisogni delle persone e delle famiglie forse, più che cambiati, si sono acuiti: sono aumentate le famiglie chiamate a prendersi cura dei propri anziani, e impegnate nella ricerca di nuovi equilibri e di ricalibrare le proprie mappe relazionali; è aumentata la richiesta di sostegno da parte della fascia adolescenziale, che manifesta alti livelli di ansia e incertezze o disorientamento rispetto al futuro.Sono domande più acute di fronte a scenari di servizi ampiamente frammentati e caotici, difficilmente fruibili o la cui proposta è faticosamente decodificabile. Questa frammentarietà ricade sulla famiglia che, di fatto, si trova a migrare disorientata tra sportelli diversi e sparsi sul territorio. Occorre riportare la famiglia è al centro e non alla periferia dei serviziIl consultorio, che intende servire la famiglia, mira ad offrire il suo intervento in modo integrato, credo che questa il consultorio possa proporsi come opportunità in una cultura disarticolata

Ci sono aree di intervento dove ritiene che la risposta dei consultori debba essere potenziata? Situazioni dove pensate di investire nuove energie e nuove competenze?

La Confederazione dei Consultori di ispirazione cristiana ha in attivo diverse iniziative, e tra queste intendo richiamare l’impegno di competenze e risorse sul tema della denatalità. In collaborazione con l’università Cattolica del Sacro Cuore (della sede bresciana), la CFC ha avviato un lavoro La ricerca che si propone di indagare le buone prassi inerenti all’accompagnamento alla procreazione responsabile e alla genitorialità, all’interno dei consultori familiari. Nello specifico ci si propone di rilevare le attività proposte a favore della natalità, ma anche quelle attività trasversali che possono favorire lo sviluppo di una cultura di apertura alla vita. (es. i percorsi di accompagnamento e preparazione al matrimonio; i percorsi prenatali e i percorsi nascita; i percorsi di accompagnamento alla genitorialità nel ciclo di vita familiare).

Oltre 200 consultori della rete Cfc da Nord a Sud, distribuiti però a macchia di leopardo, con alcune forti concentrazioni al Nord e al Centro e una presenza ancora insufficiente al Sud. Ci sono progetti per rendere più omogenea la vostra presenza in tutte le comunità?

La CFC, con preciso intento di potenziare il dialogo istituzionale, ha introdotto un progetto denominato consultori insieme : una rete per servire la famiglia. Si tratta di un progetto nella prospettiva di articolare una conoscenza condivisa e comune per i Consultori e gli stakeholders istituzionali/ecclesiali/sociali sulla realtà della mission di servizio e valoriale della rete CFC.

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