domenica 5 novembre 2023
Una guida alle giuste regole. La psicologa Tobia: grande risorsa solo se piccoli e grandi partecipano insieme alla relazione. L’etologa Reggente: non sono un supporto per risolvere disagi familiari
La pet therapy per gli hikikomori. Così cani e gatti aiutano le famiglie

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Ci amano, ci regalano allegria, contribuiscono al nostro benessere. Gli animali domestici, cani e gatti in particolare, rientrano sempre più a pieno titolo nella vita delle famiglie italiane. E la Giornata mondiale degli animali celebrata il 4 ottobre scorso, nella data che ricorda San Francesco, loro patrono, è stata l’occasione per ricordare questa preziosa presenza. Secondo il Rapporto Italia 2023 dell’Istituto di ricerca Eurispes un terzo degli italiani, il 32,7%, accoglie un animale, percentuale in calo del 5% rispetto al 2022. Gli animali preferiti restano cani (42%) e gatti (34,4%). Un rapporto fatto di affetto e premure: il 33,2% spende tra i 51 e i 100 euro al mese per alimentazione e salute, in tanti (74%) pensano di utilizzare un cimitero virtuale per il proprio animale, l’11,9% di ricorrere a un funerale online, e un intervistato su cinque (20%) prende seriamente in considerazione l’ipotesi di destinargli una parte dell’eredità. Anche la legislazione si sta muovendo in vista di questo ruolo sempre più importante nella vita delle persone. Ne sono un esempio la proposta di legge per inserire il pet nello stato di famiglia e i primi passi con le iniziative di congedi parentali retribuiti che anche le aziende italiane, sulle orme di quelle statunitensi, potrebbero riconoscere ai dipendenti che adottano un cucciolo.

E poi ci sono gli ultimi passi della pet therapy. Che viene utilizzata con le persone che soffrono di Alzheimer, i bambini con autismo o con un handicap motorio, i soggetti con disabilità fisica o psichica e pazienti con trauma spinale, ictus cerebrale, epilessia, cancro. Ma che da qualche tempo a questa parte viene impiegata sempre più spesso anche per intervenire sul disagio di giovani e adolescenti, così diffuso. Come avviene, per esempio, nell’ambito del progetto ReSTART promosso dall’associazione Terre des Hommes, per contrastare la fobia scolastica, un disturbo che coinvolge il 5% di bambini e adolescenti. Un programma che integra il lavoro di neuropsichiatri e psicoterapeuti con interventi educativi e con gli incontri di pet therapy. È stato Willy, un affettuoso cagnolino bianco e nero, a ridare benessere e stimoli ad Anna (nome di fantasia). Grazie ai giochi e alle carezze la ragazza, che a causa di questo malessere si rifiutava perfino di uscire di casa, ha ritrovato pace e un desiderio nuovo di relazione con gli altri che le ha permesso di tornare a scuola e ritrovare fiducia in sé stessa. «Chi vive nel disagio, specialmente un bambino o un ragazzo, percepisce l’animale come una presenza che non è giudicante, qualcuno che gli fa compagnia in modo disinteressato e senza compassione, soltanto perché gli vuole bene», spiega l’etologa Melissa Reggente, che collabora come terapista al progetto. «Quei ragazzi che si rinchiudono in casa e interrompono la vita sociale - i cosiddetti hikikomori - rifiutano a volte anche la presenza del coadiutore, l’esperto che affianca l’animale. Però accolgono subito il cane che quasi sempre riesce a sbloccarli dal loro ostinato isolamento», fa sapere la terapista. «Gli animali fanno da ponte per il mondo esterno, sono un vero e proprio veicolo per la riconquista della fiducia verso sé stessi e il prossimo». Gli incontri di terapia con gli amici a quattro zampe durano generalmente mezz’ora. «È sorprendente vedere la naturalezza con cui questi cani, che sono stati scelti per razza e attitudine, entrano nel loro ruolo appena indossata la pettorina», assicura l’esperta.

Saranno invece i gatti i protagonisti del progetto firmato Frida’s Friends onlus “Gatto, amico mio”, il primo, in Italia, ad avere i mici protagonisti nell’attività di pet therapy. L’associazione, con il supporto dell’azienda Royal Canin, porterà il programma terapeutico nei reparti pediatrici dell’ospedale Niguarda di Milano. Il progetto avrà la durata di due anni e si dà un obiettivo importante: aiutare i piccoli pazienti in cura a sentirsi meglio anche sul piano psicologico. Sarà di grande aiuto l’impatto positivo che questa esperienza avrà sui bambini grazie ai benefici che i mici riescono a trasmettere.

Le giuste regole (e le buone letture)

Cresce il numero di quanti trascorrono il tempo libero a conoscere meglio il mondo degli animali domestici. Lo dimostra il numero record degli oltre 30 mila visitatori che hanno partecipato alla recente edizione della manifestazione “Quattro zampe in fiera”, che aprirà di nuovo i battenti a Torino il 18 e 19 novembre presso il Lingotto Fiere. Al centro dell’attenzione l’esperienza unica dell’interazione tra bambini e animali. Sì, perché cani e gatti aiutano i piccoli a crescere meglio. «Non solo, gli studi hanno indicato i numerosi benefici di questo legame per l’intera famiglia», sottolinea Valentina Tobia, docente di psicologia scolastica e dell’educazione all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Gli animali domestici rappresentano una grande risorsa per la vita famigliare: riuniscono grandi e piccoli, stimolano il gioco e stemperano i momenti di tensione. Il rapporto però diventa davvero importante solo se lo si vive insieme», puntualizza la docente. «Cani e gatti non devono essere solo un tramite nella relazione tra figli e genitori. Occorre che mamme e papà partecipino direttamente alla relazione, aiutando i più giovani a rispettare le giuste regole di convivenza con gli amici a quattro zampe. In questo modo la vita con gli animali diventa una vera esperienza educativa».
Si trova d’accordo Melissa Reggente, etologa, che entra spesso nelle case per aiutare le famiglie alle prese con problemi nel comportamento di cani e gatti. «Quasi sempre alla base del disagio dell’animale c’è quello familiare: un divorzio in vista, una separazione burrascosa, discussioni violente. Capita poi di voler adottare un animale per cercare sollievo da vari malesseri. Una scelta rischiosa», avverte la professionista, «perché non sempre un cane è adatto per essere un supporto emotivo, e a quel punto la situazione può diventare dannosa per tutti».

Il consiglio dell’etologa è quello di rivolgersi agli esperti nella scelta di un animale. «Spiegate sempre con sincerità la vostra situazione familiare, i bisogni, gli stili di vita. Lasciatevi guidare e chiedete aiuto quando vi trovate in difficoltà. E ricordate sempre che la base per una relazione fortunata con un animale è fatta di educazione, conoscenza e rispetto». È questo che insegna la storia vera della cagnolina Cara, raccontata dal suo padrone, il giornalista e scrittore Carlo Zanda, nel libro Abile, disabile, formidabile, pubblicato dall’editore Marcos y Marcos (p. 96, 16 euro). Un cane felice, amato dalla famiglia e da un intero quartiere, pura energia pelosa, fino ai primi movimenti strani e al verdetto dei veterinari: Cara è affetta da una grave malattia degenerativa incurabile ed è destinata a perdere la mobilità delle zampe posteriori. La soluzione prospettata è facile: l’accompagnamento dolce verso la fine. Ma Carlo e la moglie Chicca ne fanno un’altra: scelgono di regalare alla cagnetta un carrellino che le regala una nuova possibilità di vita. La sua commovente capacità di adattamento sorprende tutti quelli che la incontrano e si fa simbolo della meravigliosa intesa che può stringersi tra un uomo e un animale.

Non solo cani e gatti, tutti gli animali hanno molto da insegnare a noi uomini. Ne è convinto lo scrittore Fulvio Ervas che ha da poco pubblicato il libro Le mucche di Chernobyl (edizioni Marcos y Marcos, pp. 168, 12 euro), in cui i protagonisti sono galline, volpi, insetti e tante altre creature, reali e immaginarie. «Con questa storia volevo far capire come anche gli animali che ci sembrano lontani e complessi ci danno preziosi insegnamenti. Ai bambini dico sempre: passate mezz’ora a osservare un formicaio. Capirete come dovrebbero funzionare le nostre città». Proprio ai più piccoli ha pensato Ervas concependo questa vicenda fantastica che parla di salvaguardia dell’ambiente, tema caro allo scrittore, che è anche un ex insegnante di scienze naturali, da un anno in pensione. «Lo spunto viene dalla guerra in Ucraina e dall’esigenza di ricordare che proprio lì, 36 anni fa, è avvenuto l’incidente di Cernobyl, emblema dei disastri che possono provocare gli errori umani, come devastanti potrebbero essere le conseguenze di questo conflitto». Nel racconto l’evento nucleare colpisce piante e animali, causando mutazioni genetiche: le galline si ritrovano con i denti della volpe, le mucche indossano le ciabatte degli uomini. Gli animali sono costretti a lasciare i loro luoghi di vita e a rifugiarsi in una casa abbandonata. Ma attraverso l’adattamento alla nuova condizione queste creature trasformano una tragedia in una nuova occasione di vita. «Gli animali ci educano perché ci dimostrano quanto sia importante accettare limiti e imperfezioni, non sentirsi falliti nonostante le avversità. Perfino l’albero, con il suo ramo secco, si adatta all’ambiente e ai cambiamenti». Ma il tema più forte del romanzo è quello della convivenza. «Anche qui abbiamo molto da imparare dagli animali. Mentre noi ci impegniamo nelle competizioni e nei conflitti, loro ci insegnano che non c’è scala evolutiva che possa impedire di vivere insieme, come avviene tra cervo e formiche nelle pagine del libro. E ci ricordano che la solidarietà e l’unione convengono sempre e salvano tutti».
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