Adozioni e affido: cos'è e come funziona la prima Biennale dell'accoglienza
Per la prima volta a Milano il 3 e il 4 novembre il Forum delle associazioni familiari, le istituzioni e il mondo della scuola a confronto. Obiettivo: rilanciare la bellezza di aprire la porta di casa

Il buio che incombe sullo scenario internazionale, il costo insostenibile della vita, la cronica mancanza di misure di sostegno: per quale ragione mai una famiglia (considerando già gli sforzi necessari a costruirla), dovrebbe decidere di accogliere un figlio in affido o in adozione oggi? Risposta: perché è bellissimo. E perché chi vive questa esperienza – purtroppo sempre meno persone nel nostro Paese – ne esce sistematicamente arricchito, profondamente cambiato e insieme garantisce un futuro a bambini e famiglie che altrimenti non ne avrebbero, agendo da moltiplicatore di generatività. Il problema è che di affido e di adozione nessuno o quasi parla in questi termini, tranne la prima linea delle famiglie e delle associazioni che da sempre se ne fanno carico. Che adesso vogliono far sentire la propria voce, mettendosi a confronto tra loro e con le istituzioni (nazionali e locali) per portare avanti un insieme di proposte concrete di lavoro e darsi un orizzonte di due anni per realizzarle.
È con questo obiettivo che muoverà i suoi passi la prima Biennale dell’accoglienza promossa dal Forum delle associazioni familiari il 3 e 4 novembre a Milano, con il sostegno della Regione Lombardia, del Comune di Milano, della Fondazione Cariplo e con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri: un grande evento nazionale che vuole rimettere al centro il valore dell’affido e dell’adozione come risorse sociali e culturali, e non come semplici risposte emergenziali. «È tempo che di tutto questo si cominci a parlare in modo nuovo – rimarca il presidente de Forum, Adriano Bordignon –, più vicino alle persone, più fedele alla loro verità quotidiana fatta di fatica ma anche di gioia. La famiglia non è un luogo chiuso, un coacervo di incombenze, ma un organismo vivo, aperto, osmotico. È lì che nasce il futuro del Paese e questo futuro deve parlare in prima persona plurale». Oggi, secondo i dati più recenti del Ministero del Lavoro e della Giustizia, oltre 30mila minori vivono fuori dalla propria famiglia d’origine, ma solo 15mila sono affidati a famiglie. Una lieve flessione che conferma la necessità di rilanciare l’affido come forma privilegiata di solidarietà familiare. Anche le adozioni, nazionali e internazionali, segnano da anni un calo, dovuto a iter complessi, costi elevati e cambiamenti culturali. Di fronte a questo scenario, la Biennale dell’Accoglienza vuole rilanciare una visione: ogni bambino ha diritto a una famiglia, e ogni famiglia può essere luogo di accoglienza e di crescita reciproca. Come ricorda ancora Bordignon, «abbiamo bisogno di rimettere al centro il noi. La Biennale è il segno di un’Italia che non si rassegna, che crede ancora nella forza generativa della famiglia, nella capacità di accogliere e di far crescere, nella bellezza di una speranza condivisa».

Due giornate di dialogo e confronto
La Biennale dell’accoglienza si articolerà in due giornate di lavori a Palazzo Lombardia. Il 3 novembre l’inaugurazione ufficiale vedrà la partecipazione, tra gli altri, del presidente della Regione Attilio Fontana, del sindaco di Milano Giuseppe Sala, del vicario episcopale monsignor Luca Bressan, del Garante regionale dell’infanzia Riccardo Bettiga e della ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. Nel corso della giornata, i presidenti delle principali associazioni che compongono il Forum – Ai.Bi., Azione per Famiglie Nuove, Cometa, Comunità Papa Giovanni XXIII, Famiglie per l’Accoglienza, Fraternità e Progetto Famiglia – racconteranno quarant’anni di esperienze di accoglienza, in un confronto aperto con esperti, magistrati e operatori sociali. Nel pomeriggio, due tavole rotonde affronteranno i nodi più attuali: “Affido familiare: il bambino al centro, teoria o realtà?” e “Adozione: post adozione, teoria o realtà?”, con la partecipazione di esponenti del ministero della Famiglia, del Tavolo Nazionale Affido, della Commissione adozioni Internazionali.
Il 4 novembre sarà invece la giornata dedicata ai giovani e al racconto in prima persona. Nella Sala Biagi di Palazzo Lombardia oltre duecento studenti parteciperanno a una mattinata di dialogo con coetanei che hanno vissuto l’esperienza dell’affido o dell’adozione, per scoprire – come ha spiegato Cristina Riccardi, vicepresidente del Forum – «che c’è qualcosa di bello nell’accogliere. La Biennale non è solo un punto di arrivo ma anche di partenza, un laboratorio di speranza». La sessione pomeridiana sarà dedicata invece alla “cultura dell’accoglienza”, con un incontro tra autori che hanno raccontato nei loro romanzi l’esperienza dell’affido e dell’adozione: Niccolò Agliardi, Luca Mariani e Simona Squarcini. L’evento conclusivo, dal titolo “L’arte di accogliere”, offrirà la sintesi delle tavole rotonde e delle proposte emerse, con l’obiettivo di delineare le linee di lavoro per i prossimi due anni, in vista della seconda edizione della Biennale.

Una mostra per raccontare la bellezza dell’accoglienza
Ad accompagnare il convegno, dal 1 al 16 novembre, sarà l’esposizione fotografica “L’arte di accogliere. Storie di affido, adozione e speranza”, allestita nell’Aula Magna del Museo di Storia Naturale di Milano (Corso Venezia, 55). Curata da Gianmario Spada, la mostra raccoglie una trentina di pannelli fotografici e narrativi che raccontano, attraverso le immagini e le parole delle associazioni, la quotidianità dell’accoglienza familiare: la sua bellezza discreta, le sue fatiche, la sua forza di legame. La mostra sarà inaugurata venerdì 31 ottobre alle 18, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, e sarà poi resa itinerante, grazie alla rete dei Forum regionali: almeno diciotto tappe in tutta Italia, per continuare a diffondere una cultura dell’accoglienza come bene comune.
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