mercoledì 21 dicembre 2022
L’esistenza delle criptovalute ha anche contribuito a rendere nuovamente attuale il dibattito sull’origine, sui compiti e sul significato ultimo della moneta
Moneta: segno del potere o potere del segno
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La recente crisi della piattaforma di scambio per le criptovalute FTX ha posto una serie di importanti domande in termini di stabilità del sistema finanziario e di una nuova tipologia di rischi sistemici che possono sorgere dalle criptovalute. Fino alla crisi finanziaria globale del 2007-2009 e a quella del debito sovrano del 2011-2012 i rischi sistemici potevano essere endogeni o esogeni all’economia, ma non erano generati dall’unità di conto. L’avvento delle criptovalute ha invece reso la moneta stessa un potenziale fattore di rischio sistemico e quindi di instabilità del sistema finanziario. Infatti, la possibilità di creare anche la stessa moneta con cui finanziare un progetto di investimento ha prospetticamente indebolito la capacità di governo della moneta da parte delle banche centrali. Queste ultime, infatti, per provare a contrastare il fenomeno, stanno progettando l’emissione di una valuta digitale. L’esistenza delle criptovalute ha anche contribuito a rendere nuovamente attuale il dibattito sull’origine, sui compiti e sul significato ultimo della moneta. A questo proposito la Bibbia ha qualche interessante riflessione da proporre. Da un lato gli storici e gli storici dell’economia hanno progressivamente superato l’idea che nel mondo antico esistesse solo una moneta merce. La natura metallica della moneta ha favorito la sua conservazione nel tempo a differenza di altri supporti di relazioni di debito e credito che sono andati perduti, sia per la labilità del supporto (come, ad esempio, una tavoletta o un papiro), sia per la naturale estinzione del rapporto.

È infatti ragionevole ritenere che l’estinzione del debito abbia automaticamente comportato l’archiviazione o anche la distruzione del supporto. Per questo motivo la moneta fisica nel mondo antico e nella Scrittura è in primo luogo il segno del potere. Sui denari romani viene effigiato il volto dei Cesari, segno e simbolo di un immenso potere. Non a caso nel celebre passo di Luca 20, 21-26 sul tributo a Cesare, Gesù domanda in modo esplicito: “Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?” E la risposta fu “Di Cesare” che in quel momento era Tiberio Claudio Nerone, successore di Augusto e figlio di primo letto di Livia Drusilla Claudia, onnipotente terza moglie di Augusto. Tuttavia, la moneta fisica nel mondo antico e nella Scrittura svolge anche un secondo compito che è stato riportato in auge in tempi molto recenti dalla tecnologia, ovvero quella di certificare, in modo simbolico, la correttezza complessiva della transazione. Si tratta in altre parole di una funzione che, con terminologia attuale, definiremmo come blockchain. Fra le monete più antiche si annoverano quelle in elettro, lega di oro e argento, rinvenute nel basamento del tempio di Artemide a Efeso. La forma circolare della moneta avrebbe la sua origine nell’occhio di Artemide che certifica la correttezza e non falsificabilità della transazione. Funzione del tutto analoga svolge su alcune delle prime monete la raffigurazione della Medusa, segno di non falsificabilità della moneta e di pena di morte per i contraffattori.

Potremmo definire questa seconda funzione della moneta fisica nel mondo antico come una certificazione di un processo di transazione a proposito del quale risulta fondamentale l’accertamento della correttezza formale e sostanziale della transazione stessa. Non a caso, in molte delle transazioni presenti nella Scrittura, queste sono corredate da una serie di clausole e covenants che rappresentano elementi fondamentali a garanzia della correttezza del contratto. Ne è ad esempio chiara testimonianza la transazione a proposito del campo di Macpela per la sepoltura di Sara fra Abramo ed Efron contenuta in Genesi 23,6. Tali transazioni erano anche organizzate con elementi rituali che sottolineavano la natura sacrale e simbolica dell’impegno preso, ovvero pacta sunt servanda!

Nell’economia capitalista dell’ultimo secolo e mezzo quest’ultima funzione è stata svolta, in modo egregio, dalla creazione della moneta fiduciaria cartacea e dal ruolo svolto dalle banche centrali nel monitorare le modalità della creazione e dell’offerta di moneta e da un solido contesto di regole giuridiche. È stata la regolamentazione che ha dato stabilità al sistema finanziario. La nascita delle criptovalute ha indebolito il sopra ricordato contesto di riferimento, ma nello stesso momento ha riportato alla luce, in modo più nitido, i punti salienti della moneta. Se il ruolo delle banche centrali dovesse essere in futuro parzialmente eroso, diventerebbero sempre più importanti per la stabilità stessa del sistema che le criptovalute posseggano due elementi irrinunciabili, ovvero l’autorevolezza reputazionale dell’emittente (il segno del potere) e una forte connessione con tracciabilità e digitalizzazione del processo (il potere del segno). A questo proposito FTX non è un episodio promettente. C’è molta strada da fare davanti a noi!

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