mercoledì 8 marzo 2023
Tra i principali operatori specializzati nei servizi ambientali, il gruppo è in grado di recuperare anche le pale eoliche dismesse
Pale, plastica, moda: con Greenthesis l’economia circolare ha il suo Faro

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Dell’importanza dell’economia circolare molto si sta dicendo, altrettanto si cerca di fare anche se lo sforzo per adempiere ai paradigmi richiesti appare notevole. Certo è che è ormai evidente come questa economia rispettosa del Creato sia assolutamente irrinunciabile per lo sviluppo di modelli sociali sempre più proiettati nell’ottica della sostenibilità. In tal senso, la valorizzazione dei rifiuti è uno dei pilastri della Green Economy e Greenthesis Group – uno dei principali operatori integrati nazionali specializzato nei servizi ambientali – ha tra i suoi obiettivi proprio lo sviluppo di processi e tecnologie orientati al recupero, al riutilizzo ed alla valorizzazione multimateriale dei rifiuti, con un focus diretto anche alla produzione sia di energia elettrica da fonti rinnovabili sia di biocarburanti avanzati.

In un simile contesto, sono tre le iniziative di Greenthesis nell’ambito dell’economia circolare che, recentemente, sono state giudicate meritevoli dell’inserimento nelle graduatorie del ministero dell’Ambiente ai fini dell’ottenimento dei contributi finanziari previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di progetti denominati Faro, in quanto caratterizzati da contenuti molto innovativi per ciò che riguarda il trattamento ed il riciclo dei rifiuti provenienti da filiere produttive considerate strategiche.

La prima iniziativa, che vede Greenthesis quale partner di un consorzio composto da altri noti player, riguarda il trattamento delle pale eoliche. Quelle dismesse, poiché arrivate a fine ciclo produttivo, possono essere recuperate grazie ad un apposito processo di trattamento e valorizzazione: dalla vetroresina di cui sono composte si andrà a produrre una materia prima seconda (end of waste) da reimmettere nel ciclo produttivo. La seconda iniziativa riguarda il recupero e la valorizzazione, attraverso un processo di pirolisi, delle plastiche a fine vita e non riciclabili: si andrà ad ottenere un olio minerale riutilizzabile nella filiera della produzione di nuovi materiali. La terza iniziativa, infine, riguarda il comparto moda-tessile ed è destinata al recupero di materiali pre e post consumo (abiti invenduti o scarti di lavorazione), dai quali ottenere una materia prima seconda sotto forma di fibra rigenerata, da impiegarsi nella filatura, oltre che nella produzione di tessuto non tessuto (TNT) o come imbottitura e isolante.

«Il fatto che tre nostre iniziative di sviluppo, a spiccata matrice circular, siano state considerate meritevoli di ottenere dal ministero l’ok per l’accesso ai co-finanziamenti previsti dal Pnrr ci va a connotare come uno tra gli operatori più qualificati e intraprendenti in tale ambito a livello nazionale», sottolinea il direttore generale del Gruppo, Vincenzo Cimini. «Visto il periodo storico di grandi cambiamenti ai quali sono sottoposti sia i mercati che le aziende – prosegue – la possibilità di sviluppare nuove iniziative, le stesse favorite anche da meccanismi incentivanti e tesi a incoraggiare un processo di ammodernamento infrastrutturale tramite l’accesso ai fondi stanziati dal Pnrr, costituisce un’importante opportunità per integrare all’interno del nostro core business progetti innovativi e mirati alla transizione ecologica ed energetica».

L’approccio alla sostenibilità richiede che la complessiva attività d’impresa tenga conto anche di altri fattori oltre quello ambientale. Il primo è, senza dubbio, legato all’aspetto culturale ed educativo dell’essere umano e, poi, dal rapporto che le aziende hanno con le comunità dei territori in cui operano. «Per poter vincere non soltanto le sfide future, ma anche quelle che il nostro presente ci sottopone con sempre maggior urgenza – spiega l’amministratore delegato, Simona Grossi – è quanto mai necessario infondere nelle nuove generazioni i valori della sostenibilità e dell’utilizzo armonico con l’ambiente delle risorse che lo stesso ci mette a disposizione. Come Greenthesis Group abbiamo quindi deciso di promuovere due programmi di formazione ad hoc, uno espressamente pensato per le scuole primarie e l’altro rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie, ambedue finalizzati a trasmettere il concetto di rifiuti come valore».

Giovani e futuro del pianeta, giovani sui quali puntare per una concreta economia circolare per un investimento che non sia occasionale o temporaneo partendo dall’infanzia. «Il progetto A scuola di economia circolare – prosegue Grossi – si configura come un percorso didattico rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia, chiaro e coinvolgente, pensato per stimolare e conquistare i bambini con una serie di strumenti appositamente progettati per incuriosirli e appassionarli alle tematiche ambientali, favorendo la creazione di un circolo virtuoso tra scuola e famiglia. In particolare, i docenti saranno supportati nel delicato compito di educare alla sostenibilità con un kit didattico che li aiuterà ad accompagnare i loro alunni nella scoperta di temi e concetti legati all’importanza della difesa dell’ambiente e delle risorse naturali».

«Per i ragazzi delle scuole di secondo grado – conclude l’ad – è stato invece riproposto per il secondo anno consecutivo il progetto A scuola di economia circolare: i rifiuti da scarto a risorsa, un percorso evidentemente più approfondito e volto anche all’orientamento, una full immersion nella cultura della sostenibilità economica e ambientale di 40 ore divise in 5 moduli teorici che si conclude anche con il rilascio di un certificato».

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