mercoledì 20 ottobre 2021
Dal negozio di animali ad un centro per la riabilitazione, storie di imprese nate durante la pandemia grazie al progetto Yes I Start Up
Alessia Zito ha aperto il negozio Milù Pet Shop a Mansué in provincia di Treviso

Alessia Zito ha aperto il negozio Milù Pet Shop a Mansué in provincia di Treviso

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Hanno realizzato il loro sogno imprenditoriale proprio durante i mesi più difficili, quelli della pandemia, sperimentando sulla propria pelle il significato di una parola forse ormai abusata: la resilienza. Sono tante le storie di successo delle giovani imprenditrici che hanno partecipato al corso Yes I Start Up e beneficiato dei finanziamenti del fondo Selfiemployement l’anno scorso. Il progetto dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) e dell’Ente nazionale per il Microcredito fa parte del programma europeo «Garanzia giovani» lanciato dalla Commissione per i Paesi con tassi di disoccupazione giovanile superiori al 25%. Si tratta di corsi completamente gratuiti che prevedono 60 ore di formazione teorica e altre 20 di tutoraggio in piccolissimi gruppi. Un’occasione pensata per i giovanissimi (dai 18 ai 29 anni) che non studiano e non lavorano, i cosìdetti Neet, ma che da poco è stata estesa alle donne disoccupate che hanno superato la trentina. Con un’idea nel cassetto, rimasta "incastrata" per la paura di non farcela. Trovarsi in classe insieme ad altre "colleghe" aspiranti imprenditrici alle prese con gli stessi dubbi e preoccupazioni, farsi consigliare dai professori e seguire passo passo dai tutor, è stata un’occasione di crescita.

«Il corso è stato utilissimo, l’ho concluso avendo il quadro organizzativo economico ben chiaro. Insieme ai professori abbiamo calcolato i preventivi e le spese che avrei dovuto affrontare» spiega Alessia Zito che ha aperto un negozio per la vendita di articoli per animali Milù Pet Shop a Mansué in provincia di Treviso. Dopo la maturità aveva lavorato in un pet shop: la passione per gli animali e il dialogo con i clienti l’hanno convinta a fare il grande salto. Un ruolo fondamentale lo giocano i finanziamenti, per un massimo di 50mila euro e una durata di sette anni, a cui si può accedere dopo il corso per tradurre in realtà la propria idea. «Il finanziamento a tasso zero è un grande aiuto per chi come me è alla sua prima esperienza imprenditoriale. Inoltre ci sono sei mesi di tempo a partire dall’avvio dell’attività prima della restituzione della prima rata: un vantaggio enorme per far assestare il tuo business» spiega Sharina Carol Fregolent che a Vittorio Veneto ha aperto il centro Dietnatural, specializzato in percorsi nutrizionali.Da Treviso arriva anche Carlotta Cagnin che ha aperto il negozio biOebimbo dove si possono trovare prodotti eco-friendly per le donne in gravidanza e bambini sino a tre anni. «Il corso mi ha aiutato a trasformare un’idea inziale nata un po’ "tra le nuvole" in un piano d’impresa concreto. È stato fondamentale per capire tutto ciò che andava fatto: dall’apertura della partita Iva all’iscrizione alla camera di commercio». Il progetto Yes I Start Up è servito però anche a chi un’attività già l’aveva ma voleva rilanciarla. È il caso di Jessica De Vito titolare del caseificio La Mozzarellona a Lamezia Terme. Insieme alla famiglia del marito lavorava da anni ma voleva sperimentare creando prodotti diversi.Dalle specialità con pistacchio e noce ad un’insolita mozzarella ripiena di nutella. «Non avevo fiducia nello Stato invece ogni tanto lo Stato c’è e funziona» ammette Jessica. Durante l’emergenza Covid ha temuto di non farcela ma è stata supportata dai tutor e ha ottenuto la sospensione delle rate da pagare. Arriva da Vibo Valentia la storia di Serena Barilaro che insieme a due colleghi fisioterapisti ha deciso di aprire Rehab Center, un centro di riabilitazione. «Spesso una buona idea può non bastare, serve uno studio approfondito del mercato. Noi abbiamo identificato i partner potenziali e analizzato i competitor, costruendo il piano in base ai loro punti deboli e ai nostri punti di forza». Il segreto del successo è stata l’innovazione: i tre soci hanno deciso di puntare su una piscina riabilitativa offrendo un servizio unico.

Il corso ha dato una mano anche a chi arrivava dall’estero e doveva districarsi nella selva di leggi italiane. Vanessa Guimaraes ad esempio ha esportato da San Paolo, sua città d’origine, l’idea di una "bottega della festa" in piena regola. Il suo negozio Missinina a Bassano del Grappa offre articoli per la festa personalizzati per ogni occasione. «Ho lavorato a lungo nel settore e ho visto che era molto diffuso in Inghiltera e negli Stati Uniti ma non in Italia». Vanessa ha seguito il corso in dad per via della pandemia, creato il suo business plan e dopo due mesi ha ricevuto il finanziamento. «Aprire un negozio durante la pandemia è stata una sfida, tutti pensavano che fossi matta. Io però sapevo che ce l’avrei fatta perché avevo tutte le carte in regola». Arriva dal Camerun Endalle Mbody Audrey che a Schio ha aperto un negozio sartoria dove realizza abiti su misura ed effettua riparazioni tessili. Il punto di forza della sua attività è l’unicità dei capi. «Il sarto garantisce un’attenzione al cliente che si è un po’ persa con l’arrivo della produzione di abbigliamento su vasta scala. Spesso capita che una signora non trovi ciò che cerca». Per farsi conoscere durante il Covid, quando aveva appena aperto la sua attività, ha usato il passaparola e la pubblicità sui social. Ammette di aver scelto questo progetto perché non servivano garanzie che non era in grado di dare. A chi come lei desidera diventare imprenditrice consiglia di «credere nei propri sogni ma di rimanere con i piedi per terra. Consapevoli di ciò a cui si va incontro».

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