mercoledì 21 dicembre 2022
La mostra interattiva " A World of Potenzial" ospitata presso la sede della fondazione “The Human Safety Net” del Gruppo Generali cosente di scoprire i propri talenti
La biblioteca dela fondazione The Human Safety Net

La biblioteca dela fondazione The Human Safety Net

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Guardare dentro di sé per conoscere i propri punti di forza e poterli utilizzare, passando dall’io al noi, per costruire un mondo più giusto ed aiutare chi si trova in difficoltà: che si tratti di famiglie disagiate con bambini piccoli o rifugiati che scappano dalla guerra. A Venezia, in un meraviglioso palazzo affacciato su piazza San Marco, c’è la casa della fondazione “The Human Safety Net” del Gruppo Generali. Un’isola di pace che accoglie associazioni non profit e visitatori, famiglie e scuole. Nella primavera del 2022, per la prima volta in cinquecento anni di storia, le Procuratie Vecchie hanno aperto le proprie porte al pubblico dopo il recupero firmato dallo studio David Chipperfield di Milano e il progetto dello studio Migliore+Servetto per gli interni e l’allestimento, realizzato sotto la direzione artistica di Davide Rampello. Un incrocio ben riuscito tra un museo antropologico e uno di scienza e della tecnica con un recupero degli spazi all’insegna della sobrietà e della sostenibilità che è già stato visitato da 40mila persone.

Nel palazzo si può visitare la mostra interattiva “A world of Potential” che consente di fare un viaggio esperenziale attraverso sedici postazioni analogiche e digitali, capaci di coinvolgere un pubblico di tutte le età. Si viene accolti da tre marionette, Arlecchino, Pantalone e Colombina realizzate dall’atelier milanese Carlo Colla, che spiegano il collegamento ideale tra il passato e il presente. Tra quello che si faceva nel Palazzo tanti secoli fa e quello che fa la fondazione con la sua rete di onlus disseminate in mezzo mondo. I Procuratori di Venezia erano uomini di legge che si occupavano, tra le altre cose, della tutela dei bisognosi, come le vedove e gli orfani. La fondazione nata nel 2017 si occupa soprattutto di prima infanzia e accoglienza ai rifugiati. Per tradizione il gruppo Generali acquista le sue “case” nelle principali piazze delle città da piazza Cordusio a Milano a piazza Venezia a Roma. Proprio a Venezia l’assicurazione ha aperto nel 1832, un anno dopo la sua nascita, la sua seconda sede dopo quella di Trieste.

L’ideatrice della mostra è Orna Cohen, co-fondatrice di Dialogue Sociale Enterprise (impresa sociale con sede ad Amburgo conosciuta per il progetto “dialogo nel buio”) che da 35 anni promuove l’inclusione sociale delle persone vulnerabili. Alla base del percorso espositivo il metodo Via (Values in Action) messo a punto da due psicologi americani Martin Seligman e Chistopher Peterson che nei primi anni 2000 hanno individuato 24 punti di forza caratteriali, dalla gentilezza alla creatività, dall’intelligenza sociale alla perseveranza, che sono comuni a tutti gli esseri umani senza distinzioni di sesso, razza o cultura. Mettendosi alla prova con una serie di semplici operazioni i visitatori della mostra scoprono i loro punti di forza, dalla curiosità alla capacità di lavorare in squadra, e alla fine possono ascoltare l’esperienza di un protagonista di The Human Safety Net che ha le loro stesse caratteristiche. L’incontro è virtuale ma diventa personale e consente di scoprire qualcosa di più sulla fondazione e di donare metà del costo del biglietto a progetti concreti. Completa l’esposizione un’open space dove vengono esposte opere d’arte con un profondo significato simbolico. Al momento sono presenti due opere realizzate dall’Atelier dell’Errore, un collettivo di ragazzi autistici curato da Gabi Scardi, dedicate alla genitorialità: “Tenda Mater” e “Pater, il Sopravvissuto”, rispettivamente una tenda metafora della relazione tra interiorità e d esteriorità e una struttura bidimensionale che divide in due lo spazio con una parte rigida e una morbida.

Le Procuratie Vecchie però non ospitano soltanto la mostra, l’idea di fondo alla base della loro ristrutturazione è quella di creare una casa comune in cui le associazioni si possono incontrare e dialogare con il pubblico. C’è uno auditorium all’avanguardia, The Hall, dove si sono già svolte conferenze di organizzazioni internazionali, un caffè gestito da Illycaffé, spazi di coworking e una biblioteca curata dall’associazione Bibliothèques Sans Frontiéres che ospiterà sino a 3mila libri in cinque lingue. La fondazione collabora con 64 ong e imprese sociali in 24 Paesi coinvolgendo oltre 170mila persone. La missione è quella di liberare il potenziale di chi vive in contesti vulnerabili. Sono due i filoni di intervento: il primo sostiene le famiglie vulnerabili con bambini al di sotto dei sei anni, il secondo i rifugiati nel loro percorso verso l’inserimento sociale e lavorativo. Vari studi hanno dimostrato che ciò che diventiamo da adulti dipende da quanto accade nei primi sei anni di vita la povertà, lo stress e l’abbandono possono compromettere le possibilità dei più piccoli in maniera definitiva. La Fondazione lavora sulla famiglia dando possibilità culturali, ma anche lavorative ai genitori perché crede nella teoria del cambiamento. “Cambiando l’inizio della storia si può cambiare anche il finale” è infatti uno degli slogan della fondazione.

Per quanto riguarda i rifugiati nel corso degli anni sono state diverse le emergenze affrontate: la fondazione è nata infatti nel 2017 quando c’è stata la prima ondata di immigrazione dalla Siria ed ha continuato a lavorare su varie crisi, per ultima quella che ha colpito l’Ucraina. Si tratta di percorsi di sostegno all’imprenditorialità, con la nascita di startup di successo, ma anche di ricucitura dell’identità di queste persone che hanno perso tutto e hanno dovuto ricominciare da zero. Alcuni fortunati sono riusciti a trasferire le loro attività, ad esempio nell’ambito agro-alimentare, altri hanno messo a frutto l’esperienza acquisita nei Paesi. Dal 2017 ad oggi sono state 200mila le persone assistite dalla fondazione che solo nel 2021 ha messo a disposizione delle ong 10,8 milioni di euro. Obiettivo di The Human Safety Net è allargare la sua rete aprendola ad altre organizzazioni, per raggiungere il maggior numero di beneficiari. Alcuni tra i partner con i quali ha collaborato di recente sono Cisco, Hogan Lovells, Università di Oxford, Unicef e in Italia l’impresa sociale Con i Bambini e Fondazione Italiana Accenture. «Crediamo molto nella possibilità di contribuire a fare la differenza per le comunità in cui operiamo attraverso azioni dall’impatto significativo e duraturo - spiega Simone Bemporad, portavoce del Gruppo Generali -. Da qui nasce, nel 2017, il lancio di The Human Safety Net, il movimento globale di “persone che aiutano persone”. L’obiettivo è sviluppare il potenziale di chi vive in condizioni di vulnerabilità affinché possa esprimerlo a vantaggio della comunità. Alle Procuratie Vecchie a Venezia, attraverso l’innovativa esposizione aperta a tutti “A World of Potential”, è possibile vivere in prima persona cosa significa sviluppare il proprio potenziale. Il dialogo con Venezia, luogo di accoglienza, incontro, scambio, si rafforza e candida la città, con cui Generali ha un rapporto storico, ad essere capitale mondiale della sostenibilità».

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