mercoledì 13 marzo 2024
Dal Camerun l'impresa di Ester: «Insegniamo l'italiano ai giovani migranti»
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Con la lingua italiana ha avuto un feeling fin da ragazza tanto che ha deciso di realizzare una startup dedicata alla sua diffusione in alcuni Paesi del Centrafrica per estendersi in altre aree. Ester Yankesta vive a Castelfidardo, nelle Marche, ma il suo viaggio è iniziato diverso tempo fa nella terra d’origine, il Camerun. Qui sta cercando di mettere a profitto le sue idee che vedono la costruzione di una piattaforma sulla quale insieme all’italiano s’insegnano altre materie scolastiche, per agevolare il percorso d’integrazione dei ragazzi che vengono da un altro continente o che semplicemente si trovano in Africa e cercano occasioni di formazione.

Ester parla in modo impeccabile l’italiano, avendo iniziato a studiare l’italiano a vent’anni, quando si è iscritta all’Università di Perugia. Grazie ad una borsa di studio conquistata in Camerun studiava e si manteneva, insegnando l’italiano ai giovani camerunensi. Ma l’idea che sta cambiando la sua vita è arrivata dopo una breve permanenza a Siena, dove si era iscritta per frequentare un corso di letteratura comparata mentre svolgeva le mansioni di traduttrice presso l’ambasciata del Camerun in Italia. « Avevo sempre notato che i ragazzi venuti dal continente africano non riuscivano facilmente ad integrarsi in Italia come in altri Paesi europei – confida la neoimprenditrice – e soprattutto erano costretti a pagare dei costi spropositati quando dovevano migliorare i propri studi con corsi di ripetizione».

Era una situazione insostenibile alla lunga, che creava problemi di non poco conto alle stesse famiglie di appartenenza. C’era bisogno di uno strumento sostenibile che aiutasse i più giovani ad integrarsi nei Paesi di destinazione. Così, grazie ai servizi alle nuove imprese diretti da Laura Mei della Camera di Commercio di Ancona, è nato il progetto di un software che potesse permettere ai ragazzi del Camerun, Ciad, Nuova Guinea Equatoriale e Costa D’Avorio di apprendere l’italiano insieme alla matematica, fisica, storia ed altre materie.

«La piattaforma non si limiterà solo a questi Paesi e coinvolgerà altri Stati africani– precisa Ester –. Soprattutto sbarcherà in Europa in Italia e in Francia per il momento dove c’è maggior bisogno d’inclusione ». Il problema principale da affrontare sono i costi che per i servizi prestati debbono sostenere gli utenti. L’ideatrice dello strumento punta a far pagare solo 10 euro. Per far ciò si avvarrà di prestazione di giovani insegnanti che vivono nei Paesi africani di origine dove il costo della vita è ancora piuttosto basso. « Non si discute il loro valore, visto che come me sono protagonisti di un certo percorso universitario e lavorativo », aggiunge l’ideatrice della startup. A loro si aggiungeranno anche professori italiani che condivideranno l’idea e la promuoveranno per migliorare le condizioni sociali dei nuovi arrivati in Italia.

La app sarà sviluppata parallelamente in Francia, dove l’emarginazione dei ragazzi raggiunge picchi elevatissimi e l’abbandono scolastico è uno dei principali ostacoli. In seguito si dovrebbe allargare ad altri Paesi. Intanto si procede alla selezione degli insegnanti: ne sono stati scelti un centinaio e si punta ad arrivare a centocinquanta. Il resto della comunicazione è affidato ai social, diffondendo il messaggio in rete.

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