venerdì 3 marzo 2023
Il movimento nato per aiutare l’umanità a risolvere i problemi più grandi era esploso. Poi hanno arrestato il suo grande sponsor
Altruismo efficace. Fare il massimo bene possibile ha i suoi limiti
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È una mattina di sole e stai andando in ufficio. Passi davanti a uno stagno. Ti accorgi che in acqua c’è una bambina piccola, avrà un paio d’anni. Tenta di uscire, ma non ci riesce. Sei l’unico adulto nei paraggi. Che cosa fai: tiri dritto o corri ad aiutarla, anche se finirai per fare tardi al lavoro e ti inzacchererai scarpe e vestiti?

Non c’è che una risposta umanamente possibile alla metafora della bambina nello stagno che il filosofo australiano Peter Singer propone da decenni agli studenti di bioetica all’Università di Princeton. E allora, chiede Singer, perché non esiteremmo a salvare la bambina ma non facciamo nulla per le migliaia di bambini che ogni giorno muoiono di fame lontano dai nostri occhi? Se ogni vita umana ha lo stesso valore, perché privilegiare quelle vicine rispetto a quelle distanti? Il punto, come scriveva Singer ormai 51 anni fa in Carestia, ricchezza e moralità, l’articolo accademico che lo ha reso famoso, è che «se è in nostro potere impedire che accada qualcosa di brutto, senza con ciò sacrificare nulla di analoga importanza morale, dovremmo, moralmente, farlo».

Applicato alla propria intera esistenza, questo principio morale si traduce nella necessità di fare il massimo bene possibile nel mondo. La filosofia di Singer sarebbe rimasta probabilmente nelle accademie, se all’Università di Oxford un gruppo di giovani filosofi non l’avesse approfondita fino a farne la base di un movimento sociale e filosofico mondiale capace di muovere decine di migliaia di persone e decine di miliardi di dollari. È il movimento dell’Effective Altruism, cioè Altruismo efficace. Chi ne fa parte si propone di «utilizzare ragionamenti attenti ed evidenze scientifiche di alta qualità per individuare la maniera migliore per aiutare il più possibile gli altri».

Alla base ci sono presupposti precisi. Il primo è l’imparzialità dell’altruismo: si fa del bene cercando di dare lo stesso peso agli interessi di tutti. Deriva da questo principio il “lungoterminismo”: le vite di chi non è ancora nato hanno lo stesso valore di quelle di chi è già al mondo, quindi occorre concentrarsi sul costruire il bene anche per i prossimi secoli. Ci lavorano in particolare all’Istituto per il Futuro dell’Umanità messo in piedi nel 2005 all’Università di Oxford, dove opera anche il 35enne filosofo scozzese William MacAskill, autore del recente best seller What We Owe the Future. Altro presupposto importante è la prioritizzazione: si tratta di individuare le azioni che possono massimizzare il bene a parità di sforzo. Se ne occupa, sempre a Oxford, l’Istituto sulle Priorità Globali, che studia le grandi sfide per l’umanità. Tra gli altri principi base ci sono la ricerca della verità, che invita a rivalutare sempre le proprie convinzioni, e lo spirito di collaborazione, che invita a lavorare sempre in gruppo.

Molto spesso si parte dall’idea che il bene sia misurabile con metodi scientifici, e quindi è possibile valutare con una certa precisione gli effetti positivi che le proprie azioni possono generare Sul lato pratico, i principi dell’Altruismo efficace sono stati calati nella realtà molto concretamente. Sono nate due grandi realtà non profit che si occupano di valutare le organizzazioni benefiche sulla base dei risultati raggiunti per ogni dollaro spesa (GiveWell valuta chi si occupa di salute umana, Animal Charity Evaluators del benessere animale). Altre organizzazioni legate al movimento sono dedicate a creare la base economica della massimizzazione del bene. Giving What We Can, fondata da Toby Ord (altro giovane filosofo tra i protagonisti del movimento), è una comunità di persone che donano il 10% dei propri guadagni per aiutare gli altri. Founders Pledge unisce i imprenditori che daranno in beneficenza una quota dei guadagni che otterranno quando lasceranno l’azienda. 80.000 Hours aiuta le persone a capire come fare per dedicare carriera e tempo alla creazione del massimo bene possibile.

Il successo è stato dirompente: nel 2021 Benjamin Todd, fondatore di 80.000 Hours, stimava che erano circa diecimila le persone nel movimento, mentre i fondi impegnati alla causa erano cresciuti a un ritmo medio del 37% tra il 2015 e il 2021, fino a raggiungere i 46 miliardi di dollari. L’approccio degli altruisti efficaci è stato apprezzato da supermiliardari come Bill Gates ed Elon Musk, ma il grosso di quei fondi arrivava da due persone: 22,5 miliardi da Dustin Moskovitz, cofondatore di Facebook; 16,5 miliardi da Sam Bankman-Fried, il fondatore della borsa di criptovalute Ftx.

È stata la scoperta dell’Altruismo efficace a convincere Bankman-Fried a dedicarsi alle criptovalute. Il genio della matematica figlio di due professori di Stanford voleva lavorare per la Humane League, un’organizzazione non profit che combatte «gli abusi sugli animali allevati per diventare cibo». Ma mentre studiava al Mit di Boston si è imbattuto nell’altruismo efficace e nell’idea del “guadagnare per dare” come massimizzazione della creazione di bene. «Probabilmente potrei fare abbastanza soldi da permettere alla Humane League di assumere molte persone e realizzare molto di più di quanto farebbe se andassi a lavorare per loro e iniziassi a distribuire volantini» raccontava nel novembre del 2013 al Chronicle of Philanthropy il giovanissimo imprenditore, già diventato una delle stelle emergenti delle valute digitali.



Difficile dire se Bankman-Fried sia semplicemente un impostore del movimento o una sua espressione degenerata ma anche naturale: cioè il figlio sbagliato di un approccio alla filantropia molto focalizzato sui volumi del bene prodotto e sui fondi necessari

A novembre 2022 Ftx è andata in bancarotta. Oggi il sedicente “altruista efficace” Bankman-Fried è agli arresti domiciliari: rischia 115 anni di prigione con l’accusa di avere truffato decine di migliaia di piccoli trader di bitcoin e simili mandando in fumo almeno 8 miliardi di dollari. La sua vicenda ha almeno dimezzato i fondi impegnati per l’Altruismo efficace e ha danneggiato l’immagine del movimento, coinvolto ai massimi livelli nella filantropia di Ftx. MacAskill con quattro colleghi di Oxford aveva posto nel comitato centrale del Future Fund di Ftx, che voleva investire per il bene quello che poi si è rivelato denaro degli investitori truffati. Difficile dire se Bankman-Fried sia semplicemente un impostore del movimento o una sua espressione degenerata ma anche naturale: cioè il figlio sbagliato di un approccio alla filantropia molto focalizzato sui volumi del bene prodotto e sui fondi necessari.

Dylan Matthews, membro della prima ora dell’Altruismo Efficace e giornalista di Vox (che aveva ricevuto fondi dal Future Fund) ha ammesso che «il movimento è profondamente immaturo e miope, e ha un disperato bisogno di crescere ». Singer, che resta il padre nobile dell’Altruismo efficace, ha naturalmente scaricato Bankman-Fried ma ha difeso comunque l’idea utilitarista secondo la quale «qualche volta il fine davvero giustifica i mezzi».

Samuel Bankman-Fried arriva alla Corte di New York per l'udienza del 16 febbraio

Samuel Bankman-Fried arriva alla Corte di New York per l'udienza del 16 febbraio - Ansa

Un riverbero di questa vicenda si è sentito anche in Italia, dove da cinque anni è attiva la sezione nazionale del movimento: un gruppo di una decina di giovani che si è formato nelle università e che coordina attività online, incontri e corsi. In questi anni Altruismo Efficace Italia ha interagito con un centinaio di persone e con qualche organizzazione del Terzo settore.

«Abbiamo sicuramente ricevuto più interesse mediatico (seppur in gran parte negativo) e qualche persona è venuta a un incontro dopo aver scoperto l’altruismo efficace da recenti articoli su Ftx» dicono. Secondo Altruismo Efficace Italia non c’è incompatibilità tra le proprie idee, così tipicamente anglo-sassoni, e la cultura italiana. Sono nati gruppi del movimento in tutto il mondo, anche comunità di “altruisti efficaci” ispirati al cristianesimo e all’ebraismo. Nei fatti emerge però la differenza rispetto all’approccio della carità radicato nella cultura cattolica, dove essenzialmente il bene fatto al prossimo conta per l’amore divino che lo muove più che per l’efficacia dei risultati raggiunti. Il concetto di “bene” difficilmente regge se privo di un senso ultimo. Lo scandalo di Ftx ha messo alla prova la robustezza delle fondamenta dell’Altruismo efficace. Non è chiaro se il movimento terrà, nonostante la sincera buona volontà di migliaia di persone che ne fanno parte.

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