martedì 27 febbraio 2018
Sull'ambiente si parta dalla formazione
Alberto Zolezzi, deputato del M5S

Alberto Zolezzi, deputato del M5S

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«Ambiente, diseguaglianze e lavoro sono temi strettamente collegati. Noi ad esempio puntiamo molto sulla questione del riciclo dei rifiuti anche perché siamo convinti che sia la strada per creare nuova occupazione ». Alberto Zolezzi, deputato uscente del Movimento 5 Stelle e ricandidato per un bis a Montecitorio, durante il suo primo mandato in Parlamento si è occupato soprattutto di argomenti legati alla green economy e alla sostenibilità e conta di dedicarsi alle stesse tematiche anche nella prossima legislatura: «Su ambiente e rifiuti il primo punto è quello di concentrarsi sull’educazione fin dai primi anni scolastici, investendo sulla formazione dei docenti».
L’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (ASviS) chiede ai partiti di mettere al centro della prossima legislatura lo sviluppo sostenibile. Voi come rispondete?
Anzitutto bisogna chiarire il concetto di sviluppo, che è ben diverso da quello di crescita, anche per l’utilizzo che si fa delle risorse (non infinite) del pianeta. Nel nostro programma trovano spazio tante delle questioni sollevate dall’ASviS e che si concentrano sul rispetto dei 17 obiettivi fissati dall’Onu nel- l’Agenda 2030.

Si possono fare esempi concreti? Nel piano energetico che abbiamo presentato già qualche mese fa è prevista l’uscita totale dalle fonti fossili entro il 2050 con vari step: dal carbone fino al petrolio. Sui rifiuti, il nostro obiettivo dichiarato è lo stop a nuovi inceneritori con la chiusura di quelli in funzione. Dobbiamo investire di più, invece, su raccolta differenziata, recupero, riciclo e impianti di compostaggio.

Come eventuale ministro dell’Ambiente Luigi Di Maio ha indicato il generale Sergio Costa. Non le sembra un profilo che incarna una politica più di rispetto della legalità che di strategia orientata alla sostenibilità?

Ho avuto modo di conoscerlo un paio di settimane fa. Si tratta di un uomo dello Stato che ha agito nella lotta ai crimini ambientali in un’area particolarmente difficile e ferita come la Terra dei fuochi. Indicare una figura come quella di Costa serve a far capire l’importanza dei gravi motivi di sicurezza legati all’ambiente, ma ciò non significa non avere una politica che sia anche propositiva e non solo repressiva per gli illeciti.

Per l’ASviS l’Italia dal 2010 è addirittura regredita per 6 obiettivi su 17 tra cui quello dell’aumento delle diseguaglianze. Qual è la vostra ricetta?
Come tutti sanno ormai c’è la nostra proposta del reddito di cittadinanza che sicuramente aiuterebbe a ridurre le disuguaglianze. A questo si aggiungono poi altri interventi: dal taglio delle pensioni superiori a 5mila euro netti mensili alla no tax area da far salire a 10mila euro annui (rispetto agli 8mila attuali).

Su ambiente e lotta alla povertà, come per gli altri obiettivi Onu, servono politiche nazionali integrate con quelle europee? A livello comunitario occorre lavorare in sintonia nella fase di stesura dei provvedimenti, anche per evitare di incorrere in sanzioni come avvenuto nel recente passato.

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