martedì 17 gennaio 2023
Fim-Fiom-Uilm temono il trasferimento dell'importante azienda dell'elettrodomestico. Chiesta la convocazione di un tavolo ministeriale per garantire i 4700 dipendenti, stabilimenti e centri di ricerca
Non piace ai sindacati la nuova società nata da Whirlpool e dalla turca Arcelik
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La vertenza Whirpool ad una svolta. Senonchè non pare un lieto fine, anzi i sindacati scendono in trincea. Il tutto dall'annuncio della nascita di una nuova società - costituita al 75% dai turchi di Arçelik A.Ş e per il restante 25% dagli americani di Whirlpool - per il business europeo dei grandi elettrodomestici. Una piattaforma europea da oltre 6 miliardi di euro di fatturato, con più di 200 milioni di euro di sinergie sui costi. L’annuncio della multinazionale americana conclude la revisione dell’attività di business in Europa, Medio Oriente e Africa (Eema). In base all’accordo Whirlpool - con il proprio business europeo (Whirlpool, Hotpoint, Bauknecht e Indesit) e Arcelik con le proprie attività di elettrodomestici, elettronica di consumo, climatizzazione e piccoli elettrodomestici - creeranno una realtà aziendale di cui Whirlpool deterrà il 25% e Arcelik il 75%.

Whirlpool, per altro, ha raggiunto un accordo di principio per la vendita e trasferimento delle proprie attività in Medio Oriente e Africa ad Arcelik e, comunque, continuerà a detenere la proprietà delle attività inerenti al business Emea di piccoli elettrodomestici KitchenAid. La transazione dovrebbe concludersi nella seconda metà di quest’anno.

Un’operazione che non piace alle parti sociali. Che chiedono un’urgente convocazione di un tavolo ministeriale “dove il Governo confermi con i fatti che l’elettrodomestico rappresenta un settore manufatturiero strategico per il nostro Paese” e ritengono “necessario avere garanzie sul mantenimento occupazionale dei 4.700 dipendenti e industriale con tutti gli stabilimenti e i centri ricerca”. Una richiesta unitaria delle segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm perché, in base all’intesa, Whirlpool trasferirà il business europeo dei grandi elettrodomestici con i cinque siti produttivi e le due sedi direzionali tra le varie regioni (Marche, Lombardia, Campania e Toscana) e tutta la forza lavoro. Arcelik conferirà due stabilimenti produttivi rumeni e la transizione avverrà dopo la valutazione sulle norme antitrust da parte della Commissione Europea.

Per i sindacati “la comunicazione agli azionisti, originariamente prevista per il 31 gennaio, ha subito una forte accelerata, a detta della direzione aziendale, per trovare un momento comune tra la Borsa finanziaria americana e turca”. Soprattutto “tutte le operazioni di questo genere comportano forti rischi industriali e occupazionali, a causa delle così dette sinergie e ottimizzazioni dei costi”. Come, aggiungono, previsto da Whirlpool quando scrive che “che le attività combinate genereranno sinergie di costi per oltre 200 milioni di euro”. Allarmati da ciò chiedono la convocazione ministeriale ricordando il mancato sostegno delle istituzioni nella vertenza del sito di Napoli e, memori di quanto avvenne, chiedono che il “il ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, definisca le garanzie occupazionali e industriali sia da Arçelik che da Whirlpool prima della costituzione della nuova società”.


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