venerdì 21 ottobre 2022
Prende forma l'ipotesi di una cessione di tutti gli stabilimenti europei. In Italia sono sei e danno lavoro a 4mila persone. Al Mise riparte il tavolo di confronto su Napoli
Una manifestazione dei lavoratori di Napoli

Una manifestazione dei lavoratori di Napoli - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

La multinazionale americana Whirlpool prepara la sua exit strategy dall’Europa. La revisione complessiva delle attività, annunciata lo scorso aprile, partirà dall'area Emea (Europa, Medio Oriente ed Africa), considerata la meno strategica per la multinazionale alla luce del complicato contesto economico. Un “disinvestimento” che era nell’aria ma che da oggi assume elementi concreti. Ci sono infatti “due potenziali investitori strategici in fase di valutazione finale" ha annunciato il presidente Marc Bitzer, presentando i dati del terzo trimestre che segnalano un calo delle vendite del 12,8%. L'azienda avrebbe ricevuto oltre 10 manifestazioni di interesse per rilevare l'intero business dell'area.

L’annuncio, dopo la chiusura dello stabilimento di Napoli ha messo in allarme i sindacati che chiedono al futuro governo di intervenire prima possibile. Ieri sera l’azienda ha informato le segreterie nazionali delle trattative con i due potenziali e ha accettato la richiesta sindacale di convocare un incontro con il coordinamento nazionale hanno spiegato Fim, Fiom e Uilm in una nota unitaria, chiedendo che "nei prossimi giorni" si apra un confronto "reale" al ministero dello Sviluppo economico "per cercare di condizionare la vendita al rispetto dell'Italia, al mantenimento di tutti gli stabilimenti e alla tutela dell'occupazione". I precedenti infatti sospettare che la multinazionale voglia arrivare al tavolo con una decisione già presa, senza alcuna disponibilità a trattare. Al nuovo Governo i metalmeccanici, chiederanno di trattare l'elettrodomestico come un settore strategico e di intervenire nella vertenza.Al Mise oggi è ripreso il confronto sulla messa in sicurezza dello stabilimento di Napoli e sull’ipotesi che un Consorzio di aziende dia vita ad un hub sulla mobilità per il rilancio del sito. Se il progetto dovesse andare in porto darebbe un futuro occupazionale ai 600 lavoratori campani dell'ex Whirlpool. Il progetto era stato messo l’anno scorso sul tavolo, ma senza che si arrivasse ad un piano preciso

Proseguono intanto le mobilitazioni dei lavoratori in attesa che si definisca un quadro concreto. Dopo lo sciopero e il corteo di martedì a Siena, oggi è il turno dei lavoratori dello stabilimento di Melano di Fabriano (Ancona) che incrociamo le braccia per 90 minuti alla fine di ciascuno dei tre turni, i colleghi della sede impiegatizia sciopereranno, sempre per 90 minuti, a cavallo dell'orario pomeridiano di oggi.

L’attività Emea di Whirlpool è concentrata in 4 Paesi europei, con l’Italia e la Polonia rispettivamente con cinque e tre stabilimenti, che fanno la parte del leone e coprono oltre l’80% della produzione e dei dipendenti totali.In Italia ci sono 5 stabilimenti e circa 4mila lavoratori: quello di Carinaro a Caserta è stato da poco trasformato in un centro di ricondizionamento degli elettrodomestici usati. Melano e Comunanza nelle Marche, Cassinetta a Varese e Siena con il polo del freddo, oltre al quartier generale dell’area Emea a Pero per il quale è stato da poco annunciato un restyling. In totale sono 5.500 dipendenti sui 16 complessivi in Europa. Non ci sono fatturati divisi per Paesi: l’area Emea contribuisce per 5 miliardi di dollari, un quarto dei proventi mondiali ma viene considerata meno strategica e destinata a contrarsi per effetto della guerra in Ucraina e della crisi energetica. Dopo aver venduto alla turca Arçelik lo stabilimento in Russia, visto che i turchi sono gli unici che possono lavorare in casa Putin, la multinazionale ha sul tavolo tante opzioni. L’obiettivo è quello di tutto il pacchetto in massa, in alternativa potrebbe valutare la cessione di alcuni segmenti produttivo, ad esempio lavatrici, frigoriferi o forni. I possibili acquirenti sono tanti: ma i più accreditari sarebbero i turchi di Beko e i cinesi di Haier che hanno una sede a Brugherio, nell’ex stabilimento della Candy ma in corsa ci sono anche i coreani di Samsung e Lg, i cinesi di Hisense e Midea e i tedeschi di Siemens e Bosch.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: