martedì 26 ottobre 2010
Il provvedimento che ha sostituito la Finanziaria ha azzerato il Fondo per la non autosufficienza, ha annullato la «social card» e operato un deciso giro di vite sulle risorse destinate alle politiche sociali. Nemmeno un centesimo in cassa, poi, per la parte da distribuire alle Regioni. La preoccupazione delle associazioni.
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La giornata di oggi dovrebbe essere decisiva per preparare la strada alla correzioni dei colpi più pesanti inflitti al Welfare dalla legge di stabilità, la Finanziaria di ultima generazione: azzeramento del Fondo per la non autosufficienza, annullamento della social card, diminuzione dei finanziamenti per le politiche familiari, del fondo da ripartire per le politiche sociali, azzeramento di quello assegnato ad hoc alle regioni. Oggi alle 12 scade il termine della presentazione degli emendamenti in commissione Affari sociali della Camera, quindi sono da prevedere incontri nelle forze di opposizione, senza escludere che contatti avvengano anche nelle forze di maggioranza, dalle cui file sono venute varie richieste al governo di dare una risposta a quello "zero" alla voce 3538 (non autosufficienza). La partita per il Welfare non dovrebbe, però, concludersi nella XII commissione, perché è possibile che, prima ancora dell’aula, qualche emendamento sia presentato direttamente nella Bilancio. Poi resterebbe comunque il decreto cosiddetto "mille proroghe" per rimediare ai danni più vistosi. Al sottosegretariato alla famiglia della presidenza del Consiglio confermano i tagli. Lo stanziamento destinato a supportare i nuclei familiari attraverso Palazzo Chigi è di 52,5 milioni di euro per il 2011, contro i 185 del 2010. Impossibile soddisfare ai compiti assegnati al sottosegretariato con queste cifre. Tanto più che nel 2013 lo stanziamento si riduce ancora arrivando a 31 milioni. E seppure per gli asili nido si rinvia l’iniziativa alle regioni (ma proprio queste autonomie hanno subito tagli per 4 miliardi nella manovra approvata a luglio), restano da espletare le funzioni della conciliazione famiglia-lavoro, delle adozioni internazionali, dei finanziamenti agevolati in funzione dei nuovi nati e altro, come il funzionamento dell’Osservatorio nazionale della famiglia. Il sottosegretario Carlo Giovanardi ha avuto assicurazione dal premier di una correzione al rialzo di 40 milioni probabilmente con il "mille proroghe", ma ci si ferma comunque sempre a 92 milioni, metà della somma disposta per l’anno corrente.Da notare poi che, nella nuova articolazione per "missioni" che coinvolge trasversalmente più ministeri, alla famiglia sembrerebbe andare molto di più: senonché, nella stessa voce, figurano anche la protezione sociale per particolari categorie, la protezione dei dati personali, le pari opportunità ed anche il fondo da ripartire per le politiche sociali, che appunto cala da 435,2 milioni a 75,3. Anche la commissione Lavoro della Camera ha cominciato a misurarsi con l’effetto della legge di stabilità. La "missione" (termine chiave della nuova contabilità di Stato) per le "Politiche previdenziali" cala da 53,8 miliardi del 2010 a 50,2 del 2011 con 3,6 miliardi in meno. Nel programma "terzo settore: associazionismo, volontariato onlus e formazioni sociali" si precipita da 14,32 milioni del 2010 a 1 milione e 810 mila euro. I fondi specifici per il volontariato e per l’associazionismo sociale subiscono analoghe drastiche riduzioni.
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