venerdì 22 gennaio 2016
Dai buoni pasto ai servizi personali. Il presidente Gregorio Fogliani (nella foto): fondamentale la partnership con le Università.
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Da società che gestisce 'semplici' servizi di buoni pasto a realtà pioniera dell’innovazione. La storia tutta italiana è quella di Qui! Group, società nata a Genova nel 1989 e a capitale interamente made in Italy. La prima 'rivoluzione' è arrivata nel 2004, quando ha immesso sul mercato un buono pasto elettronico, nel 2010 è stata la volta di un circuito di loyalty europeo con oltre 22mila esercizi commerciali convenzionati. Nel frattempo non è mancata la spinta all’innovazione così come gli investimenti in ricerca e sviluppo. «Solo negli ultimi cinque anni abbiamo messo sul piatto almeno 15 milioni di euro a servizio dell’innovazione», spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui! Group sottolineando come l’obiettivo primario fosse quello di trasformare l’azienda in un centro d’eccellenza per le soluzioni integrate di sistemi di pagamento e servizi personali. Tanto da aver permesso oggi a Qui! Group di guardare con interesse anche all’estero. La prima tappa di questo percorso è stata la creazione di Paybay, una software house che nel 2013 ha sviluppato un sistema di mobile payment e di couponing evoluto. Da lì il ciclo virtuoso non si è mai interrotto e Qui! Group ha cercato di cavalcare l’onda della digitalizzazione dei pagamenti. Il passo successivo è stato la creazione di una carta prepagata multifunzione. «Abbiamo concepito una carta di pagamento, che oggi funziona sul circuito MasterCard, su cui è possibile caricare anche i buoni pasto ed eventuali coupon di sconto. Ma anche i servizi di welfare aziendale. Insomma un’unica tessera per diverse funzioni», spiega Fogliani. E precisa: «Il modello è replicabile anche da altre realtà: noi mettiamo a disposizione la piattaforma». A questo si aggiunge un sistema proprietario di mobile payment e di gestione dei ticket e dei coupon con un’applicazione per smartphone e tablet. L’obiettivo, spiega Fogliani, è far si che i pagamenti e la gestione dei servizi diventino semplici e integrati e, soprattutto, smaterializzabili. «Con l’Università di Salerno abbiamo messo a punto un progetto sulla moneta elettronica in collaborazione con il Miur, col Politecnico di Torino abbiamo lavorato alla creazione di una piattaforma avanzata di social shopping, mentre con l’Università di Trento abbiamo messo a punto un progetto sulla firma digitale», spiega Fogliani. A questo si aggiunge il recente accordo con l’Università di Genova: alla base c’è il desiderio continuo di innovazione e l’intenzione di coinvolgere giovani universitari per dare vita a nuovi progetti.
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