mercoledì 25 settembre 2013
​Un «colpo, di spugna» sulle sciocchezze giovanili commesse via internet. L’ha promesso il Governatore della California, emanando la «eraser law», già soprannominata «legge gomma». Dal 2015, i ragazzi californiani potranno chiedere a social network e siti web che vengano cancellate tutte le cose che hanno scritto e postato su internet.
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Un «colpo, di spugna» sulle sciocchezze giovanili commesse via internet. L’ha promesso il Governatore della California, emanando la «eraser law», già soprannominata «legge gomma». Dal 2015, i ragazzi californiani potranno chiedere a social network e siti web che vengano cancellate tutte le cose che hanno scritto e postato su internet.
 
Da quando c’è il web – e soprattutto da quando ci sono i social network – tutto quello che si scrive e si pubblica in rete, infatti, resta per sempre. E pazienza se vent’anni dopo sei diventato uno stimato professore, un ricercatore o un amministratore delegato. Chiunque potrà scovare le tue tracce digitali e usarle contro di te. Nel mondo del lavoro americano (ma non solo lì), per esempio, queste informazioni vengono già usate da molte aziende per selezionare i candidati da assumere.
La legge entrerà in vigore il primo gennaio 2015, per dare il tempo necessario ai siti web interessati di adeguarsi alla nuova normativa. «Gli errori di gioventù ti seguono per tutta la vita e le loro impronte digitali arrivano ovunque si va», ha spiegato James Steyer, fondatore dell’associazione Common Sense.
È facile immaginare che la «legge colpo di spugna» sarà presto adottata anche in altri Stati americani. Ma, a una prima lettura, affronta solo una parte del problema. Quella che riguarda – diciamo così – la tutela dell’onorabilità degli adolescenti. Si tratta di una cosa indubbiamente importante ma, a prima vista, sembra dimenticare che le «sciocchezze» su internet spesso riguardano veri e propri atti di bullismo. E promettere possibili colpi di spugna «per tutto e per tutti» rischia di far passare nei ragazzi il concetto che si possa scrivere e postare qualunque cosa, tanto poi la si cancella.
 
Già, ma se fossi così non si tutela né l’«onorabilità» delle vittime delle bravate degli adolescenti né tanto meno si aiutano i ragazzi ad imparare ad essere responsabili.
 
Nessuno dimentichi, poi, che gli adulti, californiani e non, – considerati «maturi» e quindi pienamente responsabili delle proprie azioni – e tutti gli altri adolescenti del mondo, invece, non godranno di nessun salvacondotto. Ciò che pubblichiamo su internet resta. Nel bene e nel male.
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