mercoledì 14 gennaio 2015
Il governatore della Banca d'Italia: L'Italia ha perso tra il 2016 e il 2012 16 miliardi di euro. Mentre i flussi di denaro verso i paradisi fiscali sono "anomali". Il denaro prodotto dalle attività criminali pesa sul Pil per il 10%.
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Ma quanto ci costa l'illegalità? Non poco davvero, stando ad alcuni calcoli fatti dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel corso di un'audizione presso la Commissione Antimafia, citando una serie di studi di via Nazionale. Se, infatti, le istituzioni italiane fossero state qualitativamente simili a quelle dell'area Euro, tra il 2006 ed il 2012 gli investimenti esteri sarebbero stati il 15% in più (quasi 16 miliardi) rispetto agli investimenti effettivi realizzati nello stesso periodo. Un dato enorme che, come ha spiegato lo stesso Visco rende "indispensabile" "la diffusione della cultura della legalità e della correttezza". Inoltre il governatore ha fatto presente che le stime sulla quantità di moneta in circolazione "suggeriscono che l'economia illegale in Italia nel quadriennio 2005-2008 potrebbe pesare per oltre il 10% del pil". Un dato che fa capire quale sia la potenza di fuoco della malavita organizzata in Italia e quali siano le sue capacità corruttive. Inoltre i flussi finanziari tra l'Italia e il resto del mondo mostrano posizioni potenzialmente "anomale": in particolare, i flussi indirizzati verso i cosiddetti paradisi fiscali sono di circa il 36% più elevati di quelli verso gli altri Paesi esteri": è quanto ha detto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in un'audizione presso la commissione antimafia, citando uno studio sui bonifici italiani verso i Paesi a rischio condotto dalla Uif (Unità di informazione finanziaria) e da Bankitalia.
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