venerdì 9 febbraio 2018
L'azienda dei pandori va verso il salvataggio assieme ad Hausbrandt. Quella dei savoiardi raddoppia lo stabilimento, con 55 milioni di finanziamento da UniCredit
Alcuni prodotti tipici della produzione Vicenzi (da Facebook)

Alcuni prodotti tipici della produzione Vicenzi (da Facebook)

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Macchè crisi dolciaria. San Giovanni Lupatoto non lascia, ma raddoppia. Se Hausbrandt è pronto a scucire 15 milioni per salvare la Melegatti che qui ha la sede, Unicredit di milioni ne metterà a disposizione 55 perché la dolciaria Vicenzi - avete presente la "sfoglia" e il "biscotto ripieno"? O ancor meglio, i classici Savoiardi e gli Amaretti? - raddoppi la sede, sì proprio quella di San Giovanni. La stessa, insomma, della Melegatti.

Vicenzi Spa, che opera con i marchi Matilde Vicenzi, Grisbì e Mr. Day, ha la storia alle sue spalle. Ma anche il futuro. Il gruppo, punta, infatti, ad aumentare l’efficienza dei propri processi produttivi e logistici con la costruzione di un nuovo stabilimento (investimento previsto circa 10 milioni di euro) su terreni adiacenti alla sede di San Giovanni Lupatoto. Il nuovo sito produttivo, la cui piena operatività è prevista per il 2020, porterà al collegamento delle linee di produzione con i magazzini di stoccaggio dei prodotti e all’integrazione di tutti i passaggi del processo produttivo (dalla miscelazione al confezionamento).

Vicenzi ha chiuso il 2017 con un fatturato di circa 117 milioni di euro, in aumento del 10,2% rispetto ai 106 milioni del 2016 e con un Ebitda di circa 11 milioni (+20% rispetto al 2016). Le linee di credito aperte da Unicredit serviranno, da un lato, a rimborsare anticipatamente e rifinanziare l’intera esposizione del gruppo verso il sistema bancario, e, dall’altro, a supportarne i nuovi piani di crescita.

Anzitutto sul piano internazionale, dove già a fine 2016 registrava vendite per una quota pari al 29% del totale e che nel 2017 supererà i 40 milioni di euro di fatturato. La strategia di crescita riguarderà gli Usa, Germania, Francia, Cina e Medio Oriente. In quest’ottica, facendo leva sulla percezione del marchio Matilde Vicenzi quale rappresentante della pasticceria italiana di elevata qualità, verranno sviluppate partnership con i principali distributori nazionali e saranno aperte nuove filiali commerciali che andranno ad aggiungersi a quella, già operativa, di Miami.

«Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto con Unicredit che ha pienamente compreso lo spirito innovativo di un’azienda che ha sì oltre 110 anni di storia ma è costantemente orientata alla crescita», dichiara il presidente Giuseppe Vicenzi. La prospettiva è tale che lo stesso Vicenzi, conferma tra i propri obiettivi anche la quotazione in Borsa del gruppo nell’arco di qualche anno. A questo scopo, nel 2016, la società ha ottenuto la certificazione Elite di Borsa italiana. Le parti sono state assistite nell’operazione dallo studio legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners.

Si va verso una conclusione positiva della vicenda di Melegatti, grazie all’intervento del caffè Hausbrandt. Lo storico marchio, nato a Trieste, ma ormai radicato in Veneto, ha infatti avanzato al tribunale di Verona una formale manifestazione di interesse per la casa del pandoro che da tempo sta attraversando una difficilissima situazione, aggravatasi nell’ultimo anno. Il Tribunale di Verona ha invitato Zanetti a presentare entro il 23 febbraio un piano di rientro del debito di Melegatti, dimostrando la conferma dell’intenzione di acquisire l’azienda dolciaria.

Il giudice ha invece bocciato la proposta di avvio della campagna pasquale di Melegatti, per la quale Hausbrandt aveva messo 1 milione di euro. La mancata approvazione è stata motivata con la mancanza dei tempi tecnici per produrre le 300mila colombe previste tra il 19 febbraio e il 9 marzo, quindi ben oltre i tempi fissati dal Tribunale stesso e concordati con i commissari giudiziali per attivare le misure di risanamento aziendale. La campagna sarebbe dovuta partire subito dopo l’Epifania, ma si è fermata per l’assenza dell’accordo quadro con il fondo maltese Abalone, che aveva sostenuto la campagna di Natale mettendo a disposizione 1,3 milioni di euro.

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