giovedì 21 dicembre 2017
Coldiretti: gli agricoltori potranno vendere direttamente i propri prodotti anche trasformati e pronti per il consumo. Dal 1° gennaio insetti a tavola, ma a metà degli italiani non piacciono
Dal 1° gennaio insetti a tavola, ma a metà degli italiani non piacciono

Dal 1° gennaio insetti a tavola, ma a metà degli italiani non piacciono

COMMENTA E CONDIVIDI

Dal produttore al consumatore. Per la prima volta gli agricoltori potranno vendere direttamente i propri prodotti anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo: dalla polenta fritta veneta alle olive all’ascolana, dalle panelle siciliane ai peperoni cruschi lucani, dagli arrosticini abruzzesi ai frullati della salute. È una delle misure contenute nella legge di Bilancio, a cui vanno aggiunti anche il bonus verde e la decontribuzione ai giovani agricoltori. «Con il via libera allo street food contadino finalmente gli agricoltori potranno vendere anche nei mercati contadini il cibo prodotto e i frutti della loro terra – ha spiegato Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, all’assemblea nazionale di ieri –. Altra novità positiva è il bonus verde, che aiuta un settore fondamentale della nostra economia come il florovivaismo che aggiunge bellezza alle nostre città e contribuisce alla riduzione dello smog. E poi la decontribuzione per i giovani agricoltori in un Paese come l’Italia che, con oltre 53mila aziende under 35, ha il numero più elevato di imprese agricole giovanili nell’Unione Europea».

E sempre ieri Roberto Moncalvo, Luigi Ferraris, amministratore delegato e direttore generale di Terna e Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi (Associazione nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) hanno firmato un Protocollo d’intesa con il quale le parti coinvolte si impegnano per identificare una strategia di azione per valutare le possibili iniziative di interesse comune finalizzate all’ottimizzazione delle risorse irrigue, all’efficientamento energetico e alla tutela dei territori. «Stiamo facendo un lavoro affinché l’Italia sia un Paese guida nella trasparenza in campo agricolo e agroalimentare – ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – lo abbiamo fatto con le etichettature di pasta, riso, pasta e latte e nella battaglia contro il glifosato. Vogliamo un’agricoltura sempre più ecologica e trasparente: questi i nostri obiettivi e il lavoro fatto in questi anni segna punti di novità utilissimi». Del resto l’agroalimentare – in vista delle feste natalizie – è la voce più importante per gli italiani: per imbandire le tavole spenderanno 4,8 miliardi di euro (+10% rispetto all’anno scorso).

«Sul fronte dell’innovazione normativa – ha concluso il ministro della Giustizia Andrea Orlando – non vincerà la paura di chi vedeva solo problemi nelle leggi su caporalato ed ecoreati. Non è mai morto lo Stato di diritto, dobbiamo solo tornare a monitorare a lungo termine una legge, e utili al decisore politico sono in tal senso gli Osservatori promossi da Coldiretti, con la consulenza scientifica di Gian Carlo Caselli».

Intanto il 2018, proclamato anno internazionale del cibo italiano nel mondo, vedrà una piccola rivoluzione sulle nostre tavole. Dal primo gennaio sarà applicato il nuovo regolamento europeo sui novel food che permetterà di servire gli insetti a tavola. Si potranno così vendere e comprare grilli e millepiedi cinesi, tarantole arrostite del Laos, vermi giganti della farina dalla Thailandia, bachi da seta all’americana, farfalle delle palme dalla Guyana francese fritte e condite, le cimici d’acqua della Thailandia, fino agli "aperinsetti" come vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino da mangiare con un sorso di vodka ai bachi da seta. E per chi vuole infrangere ogni barriera del gusto ci sono gli scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia, gli spiedini di scarabei e una vasta la scelta di grilli tutti made in Asia. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè è una novità che non piace al 54% degli italiani, che li considerano estranei alla cultura alimentare nazionale, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%. Pochissimi, in particolare, i favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi, secondo quanto emerso da una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) che ha effettuato dei test di degustazione coinvolgendo dei volontari. Maggiore disponibilità, invece, si è riscontrata al consumo di prodotti che contengono insetti nel preparato (come per esempio farina di grilli o pasta con farina di larve).

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: