sabato 11 luglio 2015
​Preoccupante il report di Assogomma e Polizia Stradale: aumenta la percentuale di auto con pneumatici lisci (5,63%) e non conformi. Colpa della crisi, ma anche di leggi carenti
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​Semplicemente preoccupante. Se i numeri contano qualcosa, siamo messi male. Lo dicono i risultati della campagna “Vacanze Sicure”, l’iniziativa svolta in collaborazione fra Assogomma e Polizia Stradale che ogni anno verifica come stanno (nel senso di come viaggiano) le autovetture degli italiani. Lo scopo? Cercare soluzioni utili e intelligenti che permettano di salvare un po’ di vite umane. Impresa non facile, soprattutto se le soluzioni ci sarebbero ma “qualcuno” fa orecchie di mercante. «Le sanzioni amministrative – spiega il direttore del Servizio Polizia Stradale, Giuseppe Bisogno – non sono sufficienti. Se un automobilista, per esempio, viaggia a bordo di una vettura non revisionata o con delle gomme lisce, si becca una bella multa e tutto finisce lì. Continuerà a viaggiare così e fa niente se scoppierà uno pneumatico e se andrà a sbattere contro un’altra vettura causando morti e feriti». Quale sarebbe la soluzione allora? «In questi casi – risponde Bisogno - sarebbe opportuno sequestrare la carta di circolazione del veicolo e restituirla una volta riparato. Basterebbe, per esempio, utilizzare la tecnologia già esistente come quella per il controllo della velocità per individuare le vetture non in regola e fermarle fino a riparazione avvenuta. Ma questo, la legge, non lo consente».

Già, la legge. E’ la stessa che permette a pneumatici non omologati di circolare sulle nostre strade e che non fa nulla, per esempio, per sensibilizzare gli automobilisti verso l’utilizzo degli pneumatici invernali, magari proponendo degli incentivi. «Perché chi acquista un elettrodomestico di Classe A, B, C e via discorrendo – afferma il direttore di Assogomma, Fabio Bertolotti – può usufruire di incentivi, mentre chi acquista pneumatici invernali no? Quest’anno abbiamo riscontrato un trend fortemente negativo su tutti gli aspetti controllati. Il risultato è un abbassamento drastico dei parametri di sicurezza delle gomme degli italiani. Rappresentando l’unico punto di contatto tra il veicolo e il suolo, questo dato è molto preoccupante per la sicurezza stradale in generale. E non c’è crisi che tenga: è più importante acquistare un divano, rifarsi una doccia ultra moderna oppure utilizzare gli pneumatici estivi in estate e quelli invernali in inverno? E quando dico inverno non mi riferisco solo alla neve ma anche e soprattutto al freddo e al ghiaccio».

Il report. Parole che meriterebbero maggiori attenzioni da parte di tutti, automobilisti e istituzioni comprese. Entrando nello specifico del report del progetto “Vacanze Sicure” ricordiamo gli oltre 9.000 i controlli effettuati in 7 regioni (Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Lazio e Liguria) tra metà maggio e metà giugno che sono stati elaborati su modello del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Torino. Le regioni coinvolte rappresentano circa il 27% del parco circolante nazionale e le principali direttrici del traffico nord-sud costiero, sia tirrenico sia adriatico. I dati raccolti e analizzati sono allarmanti perché dicono che la percentuale di vetture che circolano con gomme lisce è passata dal 3,03% dello scorso anno al 5,63% di quest’anno, con addirittura numeri a 2 cifre in Campania e Molise (10,14%). Con gomme lisce ed asfalto bagnato, la frenata si allunga fino al doppio del normale, ed è una tra le prime cause di tamponamento.

Il numero di pneumatici danneggiati visibilmente sui fianchi nelle auto circolanti, in base ai dati raccolti, si attesta invece al 3,83%. Questo dato è altrettanto preoccupante perché il pneumatico danneggiato visibilmente, associato al sotto-gonfiaggio, può portare al cedimento strutturale, comunemente indicato come “scoppio” del pneumatico, proprio quando le temperature sono elevate come in questi giorni e generalmente in estate. Il rischio è alto soprattutto se si considera che oltre il 50% degli automobilisti viaggia con gomme sgonfie. La non omologazione si attesta al 2,32%. Da sottolineare in questo caso il fenomeno della Liguria al 5,01%, più del doppio della media, con una punta sopra il 10% di Genova, che già nelle indagini degli anni passati presentava numeri molto più alti di quella nazionale.

 Anche la non omogeneità per asse è cresciuta e si attesta al 3,41% mentre la non conformità alla carta di circolazione è al 2,85% con punte del 4%, ad esempio in Friuli Venezia Giulia. A rendere chiaro l’aumento esponenziale del fenomeno, basti ricordare che nel 2013 la percentuale era dello 0,85%. Non omogeneità e non omologazione dimostrano come l’automobilista adotti soluzioni di ripiego per motivi sicuramente economici, senza però considerare l’aumento del rischio per la sicurezza stradale. Per legge gli pneumatici dello stesso asse devono essere identici, la ratio di questa disposizione è tecnica ed è dettata da considerazioni di sicurezza stradale. In forte aumento anche il numero di vetture controllate che montavano ancora gomme invernali in mesi estivi che è al 17,18% con picchi vicini al 30% nelle Marche e in Basilicata. Con temperature estive elevate, il pneumatico estivo riduce lo spazio di frenata su asfalto asciutto fino al 25% rispetto all’invernale, mentre su asfalto bagnato, la differenza è circa del 18% sempre a favore dell’estivo.

Importante sottolineare che dei pneumatici invernali montati, i 2/3 sono marcati col pittogramma alpino per condizioni invernali severe. Inoltre il 5% dei pneumatici invernali montati non era conforme a quanto riportato in carta di circolazione. Quest’anno 309 vetture sulle oltre 9.000 controllate (3,41%) presentavano un equipaggiamento non omogeneo. Il che vuol dire che avevano sullo stesso asse gomme diverse per marca e/o modello/misura, oppure montavano due invernali e due estivi. Questo equipaggiamento misto estivi/invernali non è vietato dal Codice della Strada (in questo caso non potrebbe intervenire il legislatore?) ma è sconsigliato dalla Direttiva del Ministero dei trasporti del 30 gennaio 2013.

Vecchie e non revisionate. Il parco circolante italiano intanto è molto vecchio e continua a invecchiare con i suoi 11 anni e un mese di media, e più del 50% delle automobili in circolazione hanno più di 10 anni. L’indagine ha dimostrato ancora una volta che più una macchina è vecchia e maggiori sono le sue non conformità relative ai pneumatici. Inoltre, in una situazione come quella italiana, è da guardare con grande preoccupazione la mancanza di revisione, indice inequivocabile di mancata manutenzione, che anche quest’anno cresce, e si attesta al 7,09% contro il 5,68% rispetto all’anno precedente.
 
Incidenti e deducibilità fiscale. «Nonostante i dati ACI ISTAT indichino lievi cali previsionali nell’incidentalità stradale (1.62%) – spiega Fabio Bertolotti  – siamo convinti che il trend virtuoso si stia invertendo ed i risultati di questa indagine non possono che confermarlo, come anche altre autorevoli fonti, quali ad esempio le Assicurazioni, affermano. Se poi sono corrette le stime di un calo del 18% delle percorrenze, ne deriva che purtroppo gli incidenti stradali, sia mortali sia con feriti, non sono in calo, ma in aumento. Bisogna correre ai ripari e, vista la crisi, permettere agli automobilisti di mettere in deduzione le spese di manutenzione e di acquisto di prodotti che favoriscano la sicurezza stradale, come i pneumatici, così come si fa già da tempo per le ristrutturazioni».
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