giovedì 16 gennaio 2020
Il progetto, da una tesi di laurea in Scienze infermieristiche, realizzato in collaborazione con l’Associazione Siena Cuore Onlus e l'Associazione Anffas AltaValdelsa
"L'unica differenza sono solo due mani"
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È stato presentato questa mattina all’Università di Siena, presso la sala consiliare del palazzo del Rettorato, il primo corso alle manovre salvavita rivolto a persone con differenti disabilità, certificato e tradotto Easy to read secondo le Linee Guida Erc 2015. Il progetto L’unica differenza sono solo due mani, oggetto della tesi di laurea in Scienze infermieristiche all'Università di Siena della dottoressa Ylenia Donati, è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Siena Cuore Onlus e l'Associazione Anffas Alta Valdelsa, e rappresenta il primo esempio in Italia di inclusione nell’ambito della formazione sul primo soccorso Blsd e le manovre salvavita. Il lavoro, frutto dell’esperienza personale della dottoressa Donati sia come professionista sanitaria che come volontaria dell’Associazione Siena Cuore Onlus e dell’Associazione Anffas Alta Valdelsa, prevede l’utilizzo del linguaggio Easy to Read, ossia un linguaggio facile da leggere e da capire, che agevola le persone con disabilità rendendo accessibili le informazioni necessarie all’azione.

È stato così realizzato un pacchetto formativo, validato da Anffas Nazionale per una sua adozione sul campo, standardizzato e adeguato per l’attività di formazione vera e propria, strutturata in due incontri dedicati rispettivamente alla teoria e alla pratica delle manovre salvavita.

«Considerato che in caso di arresto cardiaco gli esiti sono tempo-dipendenti – spiega la dottoressa Donati - la diffusione della cultura delle manovre salvavita è la principale arma che abbiamo a disposizione per combattere la morte cardiaca improvvisa”. “Spesso le persone con disabilità intellettiva o relazionale vengono escluse dal percorso di formazione sociale – prosegue - in quanto è luogo comune considerarle non capaci di integrarsi in un gruppo e di raggiungere un obiettivo comune e prefissato. Attraverso questo lavoro ho voluto provare a confutare questa convinzione, partendo proprio da una dichiarazione di differenza. In questa esperienza persone con differenti disabilità hanno imparato e interiorizzato che per salvare una vita umana tutto ciò che fa la differenza e saper fare la cosa giusta acquisendo le giuste conoscenze. Dimostrazione sul campo del fatto che ognuno può contribuire a suo modo se messo in condizioni di farlo. Il progetto è un esempio di proficua collaborazione tra più realtà, dall’Università alla sanità e al volontariato, per un passo in avanti nel sociale verso l’integrazione e l’inclusione».


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