lunedì 18 ottobre 2010
È stata siglata questa mattina all'alba, dopo sei giorni di trattativa, l'intesa con i sindacati sui 4.700 esuberi del'istituto di credito in vista del riassetto per la Banca Unica. Per 3mila persone è prevista la possibilità di decidere l'uscita volontaria fino al 15 novembre di quest'anno.
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È stato firmato questa mattina all'alba, dopo sei giorni di trattativa, l'accordo con i sindacati sui 4.700 esuberi di Unicredit previsti dal riassetto per  la Banca Unica. L'intesa, da quanto si apprende da fonti sindacali, prevede, per 3mila persone la possibilità di decidere l'uscita volontaria fino al 15 novembre di quest'anno.Qualora non venga raggiunto il numero prefissato, è prevista l'uscita forzosa a cominciare dai dipendenti che hanno 40 anni di contributi. Entro il 26 novembre prossimo, un accordo specifico regolerà inoltre il problema dei 6mila lavoratori in attesa dallo scorso luglio di entrare nel fondo esuberi.Più in generale l'intesa tra la banca e i sindacati prevede la stabilizzazione a tempo indeterminato di 1.700 "apprendisti" e l'assunzione di 1.121 giovani. È stato ottenuto, dopo ore di discussione, anche l'impegno dell' azienda a privilegiare le assunzioni dei figli dei dipendenti con due vincoli legati alla laurea e alla conoscenza della lingua inglese. Unicredit non ha invece accettato l'idea di un' assunzione automatica dei figli dei propri dipendenti destinati al prepensionamento.I pre-pensionandi per i quali si procederà a un accordo specifico entro il 26 novembre sono, come noto, 600. Per quanto riguarda più in generale l'accordo, che è stato sottoscritto da tutte le sigle sindacali, nel triennio 2011-13 i 3mila dipendenti in usciti saranno incentivati con un numero di mensilità che varia da 16 a 6 a seconda degli anni d'uscita e dell'età. A chi non ha ancora maturato i requisiti per la pensione saranno concessi, oltre l'incentivo, una somma che varia da 1.000 a 5mila euro netti. Un'altra novità dell'accordo è un premio aziendale per i dipendenti nel 2010, ma che sarà erogato nel 2011, di importo medio pari a 2.000 euro.
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