lunedì 26 giugno 2017
In un docufilm di Felice Bagnato la scelta di vita di tanti giovani italiani che emigrano all'estero per lavorare
Un'immagine del docufilm "Gli anni chiusi in tasca"

Un'immagine del docufilm "Gli anni chiusi in tasca"

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Dal 2008 al 2015 più di 500 mila italiani si sono cancellati dall'anagrafe per trasferirsi all'estero: al primo posto tra le destinazioni dei nuovi emigrati c'è la Germania, seguita da Regno Unito e Francia. È quanto rivela l'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro. Sono ragazzi e ragazze che ogni anno, con coraggio e determinazione, lasciano l’Italia per trasferirsi a Londra, Parigi, Berlino, Bristol, Madrid, Barcellona, Dublino e altrove, in cerca di condizioni professionali migliori. Sono proprio loro i protagonisti di Gli anni chiusi in tasca, uno dei tre docufilm, selezionati, su una rosa di oltre 140, da un iniziativa promossa da Infinity sulla piattaforma Produzioni dal Basso che ospiterà, fino al 24 luglio, il crowdfunding di questi progetti. Gli anni chiusi in tasca si focalizza sulle ragazze e i ragazzi che hanno lasciato l’Italia con “gli anni chiusi in tasca”, in cerca di lavoro e futuro all’estero e, raccontando le motivazioni, il vissuto dietro ciascuna storia e le esperienze di vita quotidiana dei protagonisti, il documentario narra le città che sono teatro di queste svolte di vita.

«L’Italia versa, almeno dagli ultimi 20 anni, in una profonda crisi, economica e sociale, che si è riflettuta in maniera particolarmente grave negli strati più deboli della comunità- afferma il regista Felice Bagnato, 36 anni, originario di Vittoria (Ragusa), ma ormai da 18 anni a Roma -. Alcuni giovani, snervati da una simile condizione e aiutati dall’età, hanno preso una decisione coraggiosa, per certi versi simile a quella di molti italiani emigranti nella metà del XIX secolo e dei primi anni del Novecento: fare i bagagli e lasciare il Paese, per sfruttare le proprie capacità all’estero. Come vivono però questi ragazzi nei luoghi dove si sono trasferiti, cosa fanno esattamente e quali difficoltà devono affrontare quotidianamente? Gli anni chiusi in tasca vuole rispondere a tutte queste domande».

Il documentario, della durata di 52 minuti, si concentra su Londra, Berlino e Parigi e si articola su un racconto della città in cui si svolge l’esperienza e su un vero e proprio ‘pedinamento’ dei protagonisti, mostrando la loro vita quotidiana nel nuovo ambiente e raccontando le proprie esperienze personali in forma di dialogo con l’autore che sostituiscono le classiche interviste di stile televisivo.

«Volevo farmi raccontare la loro vita quotidiana - racconta Bagnato -. Certamente è un fenomeno sociale ed economico che va studiato, considerando anche che tra il 2008 ed il 2015 più di 380mila italiani si sono trasferiti da una regione del Sud in un altro territorio del Centro o del Nord Italia. Si tratta principalmente di lavoratori qualificati che vedono nella fuga dal Mezzogiorno la via migliore per guadagnare di più. Dalle testimonianze raccolte all'estero, però, ho ricavato una conclusione: è vero che ci sono più occasioni all'estero, ma soprattutto più capacità di gestire meglio i fondi europei».

Per saperne di più sulla campagna di crowdfunding: https://www.produzionidalbasso.com/project/gli-anni-chiusi-in-tasca/.



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