
Si chiama Omoda 9, è un Suv imponente di 4,78 metri, ed è soprattutto cinese. L'avverbio è d'obbligo, perchè sottolineare l'origine di questa nuova generazione di vetture serve a evidenziare una volta di più quanto sia evoluta la tecnologia dell'automotive che arriva da quel Paese. Perchè che la Omoda 9 fosse destinata a sorprendere lo si era capito già dalla presentazione statica durante la Design Week di Milano. Ma quanto ci fosse di sostanza, oltre all'estetica, lo abbiamo scoperto solo guidandola.
Ma riavvolgiamo il nastro. Omoda & Jaecoo, sono due nomi distinti relativamente ai modelli ma per un brand unico che anche gli italiani stanno iniziando a conoscere: in meno di un anno il marchio cinese ha piazzato oltre 6mila veicoli sul nostro mercato e continua ad ampliare la gamma. L'ultima arrivata è, appunto, Omoda 9, l'ammiraglia: un D-Suv che strizza l'occhio alle premium europee, con full optional, sistema ibrido molto avanzato (più di 1100 km con un pieno) e un listino che parte da poco più di 50mila euro. Tanti in assoluto, ma per una vettura tedesca di questa categoria non bastano di certo, al netto della tecnologia e del lusso che c'è dentro.
Partiamo allora dal design: con un passo di 2 metri e 80, che regala tanto spazio all'interno, una elegante linea di cintura che va dai gruppi ottici anteriori al lunotto, il tetto discendente e un frontale imponente dove i fari Led Matrix sono anche personalizzabili, Omoda 9 dall'esterno offre solo l'antipasto di quanto offre l'abitacolo con effetto Spa privata, dove i sedili in pelle sono reclinabili anche al posteriore e offrono ben cinque tipi di massaggi (c'è anche “zampa di gatto”, e qui si è voluto esagerare), le cuciture tono su tono sono eleganti, la plancia digitale con doppio schermo da 12”3 ha davvero tutto, compreso l'Head Up Display in realtà aumentata, e l'impianto Sony con 14 speaker (2 sono nel poggiatesta e si possono selezionare anche separatamente). Stona esteticamente un po' forse solo il tunnel centrale gigantesco, collegato direttamente alla plancia.
Sotto il cofano invece non c'è solo orpello ma tanta sostanza. A partire dal sofisticato sistema Super Hybrid già visto su Jaecoo 7, ma qui in versione potenziata, con ben tre motori elettrici. Per farla breve: il motore 1.5 TGDi benzina da 143 Cv, la batteria Catl da 34,5 kwh, il doppio motore elettrico anteriore (102 e 122 Cv) e quello posteriore da 238 Cv consentono a Omoda 9 varie opzioni: sprigionare una potenza di 537 Cv sulla trazione integrale, marciare in puro elettrico (fino a 180 km dichiarati in città), utilizzare i motori in parallelo, ricaricare in marcia, rigenerare la batteria e ricaricare come si conviene a una classica Plug-in. Al volante le sensazioni sono più che positive: si viaggia nel silenzio sfruttando in potenza la cavalleria di tutto rispetto, con l'unico pericolo di lasciarsi coccolare (e quindi distrarre) troppo dalle mille soavità offerte.
Al momento di provare a immaginare se l'Omoda 9 sarà un prodotto di successo da noi invece occorre concentrarsi davvero. Pérchè probabilmente il mercato (e il momento storico della mobilità) non è ancora pronto per capirla. Il prezzo dell'unica versione (si scelgono solo il colore dell'interno e della carrozzeria) è comunque sorprendente: 51.900 euro. Ai quali be vanno tolti 6.500 in caso di permuta o rottamazione e finanziamento con CA Bank. E per completare il pensiero è giusto ricordare che Omoda & Jaecoo non è un marchio sbarcato solo con buoni prodotti: c'è una strategia precisa e molto ben organizzarta dietro, con assistenza telefonica per i clienti 24/7, più di 60 punti vendita attivi (100 entro fine anno) ognuno del quali offre anche assistenza tecnica e un grande magazzino che assicura qualunque pezzo di ricambio in 48 ora in ogni zona d'Italia. Oltre alla garanzia di 7 anni (8 per la parte elettrica) o 150.000 km. Serietà ed efficienza insomma con Omoda sono le parole d'ordine.