sabato 7 dicembre 2019
Secondo un'indagine un terzo dei genitori che si licenziano lo fanno per mancanza di servizi all'infanzia
Asilo nido aziendale Wind

Asilo nido aziendale Wind - Fotogramma

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Conciliare lavoro e genitorialità resta un'impresa difficile in Italia. Un genitore su tre (36%) che si licenzia dal posto di lavoro lo fa per incompatibilità fra i propri impegni di lavoro e le esigenze di cura dei figli. Il dato emerge da un'analisi dell'Unione europea delle cooperative (Uecoop) basato su dati dell'Ispettorato del lavoro.

I ritmi quotidiani, gli impegni, la mancanza di tempo extra lavorativo e l'incertezza sul futuro stanno allargando l'area dei bisogni delle famiglie - spiega Uecoop - con oltre 49 mila papà e mamme (ma trattandosi dell'Italia è lecito dire che si tratta nella quasi totalità dei casi da donne) - che nel 2018 hanno deciso di dare le dimissioni per l'assenza di parenti di supporto (27% dl campione) per l'elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato fra asilo nido e baby sitter (7%) o per il mancato accoglimento dei figli al nido (2%).

L'assenza di sostegni personali o pubblici sempre più spesso porta il welfare privato a integrare quello pubblico grazie ad accordi aziendali. I servizi legati all'infanzia hanno un ruolo strategico soprattutto con genitori che lavorano visto che negli asili nido italiani c'è posto solo per 1 bambino su 4, il 24% di quelli fino a tre anni d'età contro il parametro del 33% fissato dalla UE per poter conciliare vita familiare e professionale.

Per rispondere a questa domanda di assistenza - sottolinea Uecoop in una nota - sono sempre più diffusi asili aziendali per i figli dei dipendenti oppure iniziative di mini nido. Servizi che, sia nel pubblico che nel privato, "sono spesso realizzati insieme a cooperative in grado di offrire personale già formato e locali adatti. Il mondo cooperativo socio-sanitario segue già 7 milioni di famiglie grazie al lavoro di oltre 355 mila addetti.

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