venerdì 15 marzo 2019
Nei prossimi 5/10 anni ci sarà un incremento rilevante della richiesta di professionalità esterne al mondo religioso da inserire nella gestione turistica di oltre 4mila strutture
Così l'ospitalità crea lavoro
COMMENTA E CONDIVIDI

Turismo religioso e ospitalità è il tema di un incontro che si è tenuto all’Università Europea di Roma (Uer) nell’ambito della manifestazione Fare Turismo. Sono intervenuti la professoressa Margherita Pedrana, vice coordinatrice del corso di laurea in Turismo e Valorizzazione del Territorio all’Uer, il professore Luigi Russo, vice coordinatore del corso di laurea in Scienze della formazione primaria all’Uer, il dottor Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana (Ori) e il dottor Luca Baiosto, vice presidente nazionale del Centro Italiano Turismo Sociale (Cits).

«Il turismo religioso – ha spiegato la professoressa Pedrana - rientra parzialmente nella categoria del turismo culturale, anche se, rispetto a quest’ultimo include una dinamica e un coinvolgimento spirituale molto importante. Secondo alcune stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, il turismo religioso vale oltre 18 miliardi di euro, con dati che parlano di circa 300 milioni di turisti religiosi nel mondo e un trend crescente verso località considerate sacre dalle differenti religioni e/o con un ricco patrimonio culturale, storico, artistico. Ma, al di là dei dati e degli impatti economici molto rilevanti anche se difficilmente misurabili, il turismo religioso ha una fortissima valenza anche dal punto di vista culturale e sociale. In particolare, ciò che conta nell’ambito del turismo religioso è sicuramente l’esperienza religiosa e turistica, che diventa fulcro del turismo religioso stesso. Di particolare rilevanza risulta anche l’impatto del turismo religioso sulla sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Come ogni tipologia di turismo, anche il turismo religioso può creare vantaggi economici per le comunità locale e incoraggiare il loro sviluppo sostenibile, soprattutto nel lungo periodo, osservando come la gestione di siti religiosi e sacri possano da un lato tenere conto del loro valore sacro e spirituale e dall’altro puntare alla propria conservazione per poter essere usufruito anche dalle generazioni future».

Il professore Russo ha parlato del tema del pellegrinaggio dal punto di vista storico: «Il pellegrinaggio è una pratica che si è affermata con grande vigore nel corso dell'età medievale. Chi viaggiava ed affrontava lunghi viaggi aveva bisogno di appoggiarsi ad una rete di ospizi e strutture specializzate nell'accoglienza dei pellegrini». Nel suo intervento il docente ha delineato in breve i passaggi fondamentali dello sviluppo dell'ospitalità religiosa medievale, commentando alcuni passi della Guida del pellegrino di Santiago di Compostela del XII secolo. «Dall'esperienza del passato - ha detto Russo - emergono preziosi spunti che ci permettono di valorizzare il patrimonio storico-culturale della nostra penisola».

Luca Baiosto ha sottolineato il contributo sociale dell’ospitalità religiosa, praticamente sempre legata alla contribuzione economica in opere sociali e comunitarie. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili l'1,6% dell'offerta ricettiva turistica italiana proviene dal settore dell'ospitalità religiosa.

Fabio Rocchi ha indicato che nonostante vi sia carenza di dati relativi al turismo religioso e agli occupati nel settore, si tratta di un segmento di mercato non trascurabile visto che il portale Internet dedicato dell'Ori (https://ospitalitareligiosa.it/) censisce oltre 4mila strutture di ospitalità religiosa. Si può prevedere che nei prossimi 5/10 anni ci sarà un incremento rilevante della richiesta di professionalità esterne al mondo religioso da inserire nella gestione turistica di tali strutture.



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: