lunedì 22 giugno 2020
Dopi i danni all’intera filiera causati dalla pandemia, è arrivato il tempo di progettare una nuova stagione puntando su formazione e competenze
Si riattendono i turisti alla Fontana di Trevi

Si riattendono i turisti alla Fontana di Trevi - Archivio

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I danni che la pandemia ha prodotto al turismo – comprese l’enogastronomia e la ristorazione - sono stati devastanti, ma ora è arrivato il tempo di progettare una nuova stagione di sostegno e rilancio di questo settore, che peraltro produce il 13% del Pil e il 15% della forza lavoro: solo così si può creare ricchezza e nuova occupazione. Un primo intervento è il ricorso al bonus vacanze, visto che il 52,2% degli italiani che andranno in ferie nel 2020 ha intenzione di richiederlo. Di questi, il 57% intende utilizzarlo entro settembre, mentre il 16,7% guarda ai mesi successivi. Infine, il 26,2% è ancora indeciso.

Dagli Stati generali di Villa Pamphili a Roma sono arrivate diverse indicazioni su come rilanciare il comparto. Le associazioni di categoria hanno chiesto - tra l'altro - una nuova governance che riduca le conflittualità tra Stato e Regioni e consenta di coordinare, programmare e promuovere in maniera più efficace l'immagine dell'Italia; contrastare il macroscopico e dilagante abusivismo; riqualificare l'offerta turistica, privilegiando una regia nazionale e mettendo in campo misure specifiche come tax credit, linee di credito agevolato e voucher per ammodernare le strutture e aggiornare le competenze, premiando anche forme di aggregazione e integrazione dell'offerta; più accessibilità digitale e territoriale, attraverso il miglioramento delle infrastrutture, per consentire ai turisti di raggiungere più facilmente tutte le destinazioni italiane; infine una maggiore interconnessione tra i vari bacini di destinazione - per esempio località marine e città d'arte - con l'obiettivo di aumentare la permanenza degli stranieri in Italia e destagionalizzare l'offerta. Inoltre è indispensabile il rafforzamento dei provvedimenti di sostegno per le imprese, in modo particolare sui temi degli indennizzi per le ingenti perdite di fatturato, della liquidità per la quale si è risollecitata la tempestività e delle competenze professionali da preservare, con tutti gli strumenti di protezione sociale disponibili.

«C'è bisogno di una regia unica che sappia migliorare il comparto nell'interesse anche del Paese – spiega Marco Contemi, imprenditore e selezionatore - favorendo la sua trasformazione digitale, investendo sul suo capitale umano, rafforzando l'identità con elementi strategici per la filiera agroalimentare e turistica, rivedendo il sistema delle regole uniche per tutto il settore. La crisi del sistema ricettivo ha già cancellato 82mila posti di lavoro. E il conto non include né la somministrazione né il resto della filiera turistica: agenzie di viaggi, guide turistiche, balneari, imprese del turismo diffuso e dell'open air. Imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi non hanno protezioni. Ma serve anche più flessibilità e un piano di decontribuzioni per rilanciare l'occupazione, così come l'accodamento delle rate di mutuo a fine piano ammortamenti delle aziende. Il rinnovamento parte dagli investimenti sulla formazione continua e sulle competenze. Un piccolo contributo può arrivare da Applavoro.it, il portale che permette di incrociare domanda e offerta di lavoro basandosi sul merito dei candidati e sulle recensioni dei datori di lavoro. Mai come in questo momento storico c’è bisogno di valorizzare i nostri “talenti professionali”: e questo è proprio uno dei principi fondamenti su cui si regge il nostro portale».

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