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Contributi milionari all’elezione di Donald Trump e un’amicizia con Elon Musk, insieme a un pedigree all’insegna della deregulation, si sono trasformati ancora una volta in potere politico ed economico nella prossima Amministrazione repubblicana. A partire da gennaio, l'ex direttore operativo di PayPal, David Sacks sarà il nuovo, inedito, zar dell'intelligenza artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca.
Parlare di PayPal è fondamentale. Sacks, insieme a Peter Thiel e allo stesso Musk, è infatti uno dei membri della cosiddetta “mafia di PayPal”, termine coniato da Fortune nel 2007 in un articolo che esaminava l'enorme influenza sulla scena tecnologica Usa degli uomini che aveva lanciato la startup di pagamenti quasi un decennio prima. Tutti, dopo la quotazione a Wall Street dell’azienda, hanno usato i proventi per passare a progetti ancora più ambiziosi, sempre nel segno della massima liberalizzazione delle nuove tecnologie e delle relative piattaforme nonché delle intersezioni fra tecnologia e finanzia, che siano le auto teleguidate, i social media o bitcoin.
Da parte sua Sacks, un venture capitalist che l’estate scorsa ha ospitato nella sua villa di San Francisco un gruppo di titani della Silicon Valley che hanno pagato fino a 300.000 dollari a testa per incontrare Trump, ha investito pesantemente nell’ex Twitter, nella società di software Zenefits e in un social network per utenti aziendali chiamato Yammer. Ma soprattutto ha scommesso su varie società legate alle criptovalute, delle quali è un evangelista da almeno dieci anni. Già nel 2017 dava infatti per scontata l'ascesa di bitcoin, sostenendo che avrebbe rivoluzionato Internet.
Da allora, Sacks vede in Trump il profeta che potrebbe realizzare il potenziale delle criptovalute, e coerentemente lo sostiene, affiancando Musk nello spingere il candidato repubblicano prima e il presidente eletto poi a circondarsi da persone ideologicamente allineate alla sua filosofia di laissez faire tecnologico. Sembra si debba a lui, ad esempio, l’aver indicato a Trump J.D. Vance come suo vicepresidente.
Ora Sacks avrà in mano le leve del comando a Washington dei due settori che più gli stanno a cuore, «due aree cruciali per il futuro della competitività americana», come ha scritto Trump, precisando che il nuovo zar «salvaguarderà la libertà di parola online e ci allontanerà dai pregiudizi e dalla censura delle Big Tech. Lavorerà su un quadro giuridico in modo che l'industria delle criptovalute abbia la chiarezza che chiede e possa prosperare negli Stati Uniti».
Si prevede infatti che, insieme ad altri funzionari dell'Amministrazione entrante, come i presidenti della Securities and exchange commission (Sec, l’autorità incaricata di vigilare sulle attività di Wall Street) e della Commodity futures trading commission, rimodellerà la politica statunitense sulla valuta digitale e sull’intelligenza artificiale in senso liberista, in modo da non limitare a crescita dei due settori. Sempre questa settimana, Trump ha infatti nominato il famoso avvocato di Washington e sostenitore delle criptovalute Paul Atkins alla guida della Sec, con una mossa osannata dagli operatori del settore.
Questi si aspettano ora che Sacks dia priorità alla regolamentazione del modo in cui l’intelligenza artificiale viene utilizzata invece di concentrarsi sulla regolamentazione dello sviluppo dei modelli di intelligenza artificiale stessi. Questa distinzione è stata un punto chiave di contesa per gli investitori della Silicon Valley che si sono opposti con veemenza al disegno di legge della California (senza successo) che cerca di porre limiti allo sviluppo del modello di intelligenza artificiale.
Gli investitori in criptovalute hanno lodato la scelta di Sacks, definendola «un passo forte», coerente con la promessa di Trump di fare degli Stati Uniti la “capitale criptata del pianeta” e di accumulare una riserva nazionale di bitcoin. Non a caso il comitato consultivo per semplificare il governo, guidato da Musk, è stato chiamato Doge, il nome di una criptovaluta.
Nato in Sud Africa, Sacks, 52 anni, è stato chiamato da Trump anche a dirigere il consiglio di consulenti per la scienza e la tecnologia del presidente, un comitato indipendente di esperti storicamente incaricato di aiutare i presidenti a prendere decisioni importanti e sviluppare raccomandazioni politiche basate sull’evidenza.
Sacks, che ospita pure un podcast, ha spesso criticato gli sforzi degli Stati Uniti per aiutare l’Ucraina a contrastare l’invasione russa.