sabato 8 gennaio 2011
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Ci risiamo. I mercati sono tornati ieri ad accendere un faro investigativo sulla tenuta del debito europeo. Il responso non è stato incoraggiante. I titoli dei Paesi periferici, Italia compresa, hanno visto nuovamente salire i rendimenti e il differenziale con il Bund tedesco. A preoccupare gli investitori sono le emissioni in calendario la settimana prossima in Spagna, Portogallo e anche nel nostro Paese. Lo spread tra i Btp decennali e il bund tedesco è salito ieri a 191 punti con un rendimento pari al 4,83%. Si tratta del livello più alto dal 30 novembre scorso, quando il differenziale con i titoli tedeschi toccò il record di 210 punti. Il rendimento del decennale portoghese ha aggiornato i massimi oltre il 7,1%. In ascesa anche il costo per assicurarsi contro il rischio d’insolvenza, misurato dai credit default swaps. I cds di Irlanda e Belgio hanno toccato nuovi record, mentre sono tornati a salire quelli di Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. In questo scenario la Banca centrale della Svizzera avrebbe deciso di non accettare più i titoli di Stato portoghesi come garanzia nelle operazioni di liquidità. Secondo il quotidiano portoghese Jornal de Negocios, riferendo la notizia, il rating sovrano del Lisbona ormai non soddisfa più i requisiti che la Banca Centrale elvetica richiede per accettare i titoli di Stato come garanzia. Sulla situazione è intervenuto ieri con autorevolezza il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Per il governatore europeo si apre un 2011 carico di nuove sfide. «Dopo uno degli anni più difficili per la nostra, ancora giovane, moneta comune è ora di voltare pagina. È ora che ciascuno degli stati membri si prenda le proprie responsabilità», ha detto Trichet durante un incontro con i vertici della Csu in Baviera. «Ed è ora – ha aggiunto – di rafforzare il codice di condotta per i governi nazionali, in particolare il Patto di Stabilità e di Crescita». Per Trichet servono scadenze «più brevi» per le procedure di infrazione per deficit eccessivo, applicazione «inflessibile» e «quasi automatica delle sanzioni» e obiettivi «ambiziosi» per la riduzione dei debiti pubblici al tetto del 60% del Pil. La responsabilità della banca centrale europea nel campo della politica monetaria «non può sostituire la irresponsabilità dei governi», ha tuonato Trichet dalla tribuna bavarese. E in futuro i Paesi europei dovranno impegnarsi al consolidamento dei bilancio e «a misure per rafforzare il potenziale di crescita» dell’economia.Proprio ieri l’ufficio di statistica Eurostat ha rivisto al ribasso il Pil della zona euro nel terzo trimestre del 2010. L’economia della regione è cresciuta nel complesso dello 0,3% e non dello 0,4% come ipotizzato in prima lettura. Anche Italia e Francia sono cresciute dello 0,3%, mentre la Germania dello 0,7%. E sempre in Germania, a novembre 2010 la produzione industriale è scesa dello 0,7% dopo la crescita record del 3% registrata a ottobre. Il dato, comunicato dal ministero dell’Economia, è peggiore rispetto alle stime degli analisti, che parlavano di un calo dello 0,2 per cento. Da Bruxelles intanto, la Commissione europea ha fatto sapere di non essere preoccupata per gli acquisti di titoli dei Paesi a rischio da parte della Cina. Chiunque può effettuare investimenti, hanno spiegato i portavoce dell’esecutivo Ue, e «non ci sono particolari ostacoli».
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