venerdì 7 maggio 2010
Il ministro Tremonti annuncia un intervento da 25 miliardi in due anni. Il premier: conti in ordine, ma il rigore è una priorità.
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«Nessuno è immune da rischi perché passeggero con biglietto di prima classe», anche se al contagio l’Italia «è vaccinata». Giulio Tremonti interviene alla Camera per spiegare il "caso Grecia". Una terapia, in ogni caso, la dovrà seguire anche l’Italia, che difatti raddoppia la sua manovra per il 2011 che passa così a più di 12 miliardi di euro. La stessa somma dovrà essere poi trovata per il 2010, portando nel biennio la manovra complessiva a 24-25 miliardi. Sono le cifre contenute nella nuova Ruef, la Relazione unificata sull’economia e la finanza (erede della vecchia Trimestrale di cassa) pubblicata ieri dal Tesoro. Non c’è però da temere per Silvio Berlusconi che, insediandosi al dicastero dello Sviluppo economico, ha affermato che «i conti italiani sono assolutamente in ordine» e il rigore resta una priorità. Peraltro proprio da incontri di parlamentari con il premier era trapelata per ben due volte, nell’ultimo mese, la "tentazione" di una manovra correttiva già per il 2010, che ora viene negata rafforzando però quella sul 2011. La Ruef ha poi limato all’1% (dal precedente 1,1) la stima di crescita del Prodotto interno lordo per quest’anno - comunque ancora superiore allo 0,8% indicato appena 24 ore prima dalla Commissione Ue -, confermando l’indebitamento netto (il deficit) al 5%. In linea con le previsioni di Bruxelles è invece l’ammissione che sta salendo il debito pubblico: quest’anno sarà al 118,4% del Pil, a fronte del 116,9% indicato a gennaio nell’aggiornamento al Programma di stabilità. E nel 2011 crescerà ancora, fino al 118,7%; solo fra 2 anni calerà poi al 117,2%.Sono giorni febbrili anche a via XX Settembre, al ministero, dove si monitorano continuamente le conseguenze della crisi greca e allo stesso tempo si limano gli ultimi dettagli del decreto-legge da 5,5 miliardi per gli aiuti alla Grecia, prima tranche della nostra quota che è «pari al 18,4% (circa 15 miliardi, ndr) del totale europeo» di 80 miliardi in tre anni. Nell’informativa fatta ieri ai deputati Tremonti ha detto che la situazione greca «è molto seria», aggiungendo che è stata però la «speculazione» ad amplificarla, fino a «minacciare la stabilità dell’intera area euro». Ha quindi sostenuto che l’estensione della crisi «è sistemica» e perciò la soluzione, con l’occhio rivolto al vertice dei capi di Stato e di governo di oggi, «può essere solo comune e politica», in un’Europa che «ha rimosso tutti i confini economici» ma ha lasciato i «vecchi confini politici». E per questo ci sono «travasi tra debiti, deficit e default delle banche e degli Stati». Insomma, «questa non è una seconda crisi che è arrivata, è solo la stessa crisi che è continuata e si è trasformata, passando dai debiti privati ai debiti pubblici». E nella relazione presentata qualche ora prima si ricorda ancora una volta che, considerando il «debito aggregato», cioè quello cumulato fra Pubblica amministrazione, famiglie e imprese non finanziarie, «l’Italia si colloca tra i Paesi meno indebitati» in Europa. La linea di Tremonti è quella già nota, in sostanza: adesso siamo «in parete», così aveva detto prima a Montecitorio scambiando qualche battuta informale con deputati del Pdl, ma noi stiamo messi meglio di altri purché «manteniamo la barra dritta». Solo che per centrare gli impegni assunti con l’Europa, che vengono confermati, l’Italia deve aumentare il suo sforzo. Nella Ruef il governo non prevede una manovra correttiva per l’anno in corso, ma eleva a 1,6 punti percentuali la correzione necessaria nel prossimo biennio per far rientrare il deficit al livello del 2,7% nel 2012. Si tratta di fare due manovre da 0,8 punti (oltre 12 miliardi) di Pil l’anno, mentre le precedenti stime governative prevedevano una manovra da 0,4 punti per il 2011 (Tremonti, però, dopo la missione del Fmi aveva già annunciato che sarebbe stata portata allo 0,5%) e una da 0,8 nel 2012. Quindi il governo non solo rafforza la manovra globale, ma la concentra sul 2011 quando l’intervento raddoppia. Da notare che queste cifre non tengono conto della partecipazione al piano di aiuti alla Grecia che, essendo un prestito, «non avrà effetti sul deficit – ha spiegato Tremonti nell’aula di Montecitorio – ma sul debito, di cui però si terrà conto nettizzandolo nel quadro del Patto di stabilità» Ue.A far peggiorare deficit e debito è il saldo primario (quello senza gli interessi) che, dopo essere tornato negativo da anni nel 2009, anche quest’anno resterà in territorio negativo (-0,4%) per poi risalire all’1% del Pil nel 2012. Quanto al Pil stesso, cioè alle stime sulla crescita, la relazione lo riduce di mezzo punto nel 2011, portandolo all’1,5 dal precedente 2%, valore che viene invece confermato per il 2012. In lieve flessione è anche la pressione fiscale: scenderà al 42,8% dal 43,2% del 2009 (dato, segnala comunque la Ruef, maggiorato dalle entrate di scudo fiscale e giochi), e poi al 42,4% nel 2011.
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