giovedì 20 ottobre 2022
Secondo l'Inps nei primi sette mesi del 2022 sono state 874mila le assunzioni a tempo indeterminato. Crescono però anche le cessazioni di contratto
Operai al lavoro in una catena di montaggio

Operai al lavoro in una catena di montaggio - Ansa

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Crescono in maniera elevata in Italia i contratti a tempo indeterminato su un livello che non si registrava almeno dal 2015. A certificarlo stamattina è stato l’Osservatorio sul precariato dell’Inps, secondo il quale nei primi sette mesi del 2022 sono stati 874mila i contratti a tempo indeterminato, con una crescita del 33% rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre sono state oltre 2 milioni le assunzioni a tempo determinato (+20%).

Nei primi sette mesi dell'anno ci sono state 5.029.000 assunzioni complessive (+21% in un anno) a fronte di 3.949.491 cessazioni di contratto, con una variazione netta positiva di 1.079.911 contratti. Secondo l’Osservatorio, tra gennaio e luglio il saldo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni stabili più trasformazioni in contratto a tempo indeterminato, meno cessazioni da contratti stabili) è stato positivo per 286.313 unità, oltre il doppio di quello registrato nello stesso periodo del 2021 (118.669).

In crescita anche le assunzioni degli intermittenti (442mila, +32%) e le attivazioni degli apprendistati, a quota 209mila con un aumento del 21%. Salgono anche i contratti per gli stagionali (757mila, +14%) e per i somministrati (+14%).

A far da contraltare a questi dati, l’aumento delle cessazioni dei contratti di lavoro per tutte le tipologie contrattuali: sono state 3.949.000, in aumento del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In particolare, si sono avute 347.000 cessazioni di contratti intermittenti (+53%), 323.000 di contratti stagionali (+48%), 127.000 di contratti in apprendistato, 1.482.000 per i contratti a tempo determinato (+30%), 1.079.000 di contratti a tempo indeterminato e 591.000 per i contratti in somministrazione (+26%). Per le cessazioni a tempo indeterminato si tratta, con riferimento ai primi sette mesi dell'anno, del valore più elevato dell'ultimo decennio.

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