giovedì 28 aprile 2022
Trovata l'intesa dopo la protesta di martedì, per evitare che dal 1° maggio 1884 figure professionali, nate con il reddito di cittadinanza, restassero disoccupate
Resta incerto il futuro dei 1.884 navigator

Resta incerto il futuro dei 1.884 navigator - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Dovevano trovare lavoro ai disoccupati. E invece hanno rischiato di perdere anche il loro posto. Se non fosse stato per la terza proroga del loro contratto (in scadenza il 30 aprile). Sono i 1.884 navigator, nati con il reddito di cittadinanza nel 2019. Avevano il ruolo di supportare i Centri per l’impiego nella creazione e realizzazione di un percorso rivolto ai beneficiari del Rdc. Dal 1° maggio potevano sul serio diventare disoccupati. Solo l’accordo trovato ieri in extremis ha evitato di mandarli sul lastrico.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando ha comunicato che la ricontrattualizzazione sarà di quattro mesi complessivi (due più due) con Anpal servizi. La proroga è stata accolta dal presidio dei lavoratori che stazionavano davanti al ministero da un boato di giubilo tra applausi e grida. Già martedì i navigator erano scesi in piazza a Roma, a poche ore dal nuovo tavolo tra sindacati e ministro. La soluzione della proroga, tuttavia, non esaurirebbe le richieste dei sindacati, ma darebbe il tempo al governo di reperire risorse e individuare gli strumenti per una stabilizzazione dei precari. Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp avevano dato vita a un presidio permanente davanti al ministero della Funzione pubblica, ma il ministro Brunetta non li ha ricevuti e i sindacati l’hanno contestato. Il presidio si era poi spostato davanti al dicastero del Lavoro per scandire il nuovo incontro sindacati-Orlando.

«La mancanza di soluzione nasconde lo scontro politico sul reddito di cittadinanza – ha sostenuto il leader Uil Pierpaolo Bombardieri –. Assurdo non stabilizzare un personale altamente qualificato che ha superato una selezione pubblica e su cui l’amministrazione ha investito per tre anni proprio quando il Paese deve rilanciare le politiche attive del lavoro per declinare il Pnrr. E poi la guerra tra poveri ingaggiata dalle Regioni che preferiscono i loro precari ai navigator è sbagliata e controproducente». Anche Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil, ha ritenuto «assurdo privarsi di queste professionalità e disperdere competenze proprio alla vigilia di un investimento epocale nelle politiche attive grazie al Pnrr e a fronte di un bisogno reale del Paese». Luca Barilà, segretario generale della Felsa Cisl, ha osservato il «paradosso della facoltà di riserva nei concorsi regionali che arriverà, se arriverà, non in costanza di lavoro, perché i navigator saranno eventualmente ripescati solo dopo, una volta usciti dal sistema».

«Da quando sono in forza ai Centri per l’impiego, grazie all’importante esperienza maturata nell’ambito delle politiche attive del lavoro, questi lavoratori hanno fornito un significativo apporto accogliendo oltre un milione di beneficiari del Rdc. Con la realizzazione del piano di potenziamento dei Cpi che procede a rilento e i progetti del Pnrr da attuare, rinunciare alle loro competenze sarebbe un grave errore», ha concluso l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: