martedì 9 agosto 2011
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Ma quale commissariamento. Umberto Bossi nella sua villetta di Gemonio nel varesotto nega, insieme a Tremonti, che il governo sia eteroguidato da Bruxelles. Ma ammette che la Bce «ci condiziona positivamente». Berlusconi, poche ore più tardi, nella sua residenza di Porto Rotondo viene raggiunto da una telefonata di Barack Obama. «Il mondo sia unito – spiega poi il premier – e la crisi passerà. Noi commissariati? Fesserie».Il nodo della crisi, con i suoi risvolti internazionali, è al centro dei contatti internazionali di Silvio Berlusconi. Il capo del governo è in Sardegna con la figlia Barbara e i nipotini. Ma segue le borse e tiene i contatti con Roma e i leader europei. In serata la chiamata dalla Casa Bianca: nel giorno più difficile per Wall Street, il presidente americano si confronta col premier sulle agenzie di rating e sui mercati finanziari negli Stati Uniti e in Europa, senza dimenticare la Siria. La preoccupazione del Cavaliere è che gli Usa possano trascinare l’Europa. Sono passati giusto dieci anni, e il timore inconfessabile è quello di contraccolpi come dopo l’11 settembre. Ma se restiamo uniti, dice, anche questa passerà. Concluso il colloquio, Berlusconi liquida con una battuta con chi gli è vicino le pressioni della Ue: «Noi commissariati? L’Europa ci ha detto di anticipare misure che anche loro considerano giuste. La crisi si è aggravata – è la sua constatazione – e anche noi siamo stati costretti ad accelerare». Ad informare il premier sull’andamento del G7 ci ha già pensato nel pomeriggio, sempre per telefono, il ministro dell’Economia Tremonti.A Gemonio il senatùr ragiona per due ore con Tremonti e Calderoli sui provvedimenti anticrisi. Nessun commissariamento europeo, dice anche lui: «L’importante è che la Bce compri i titoli italiani». Elezioni anticipate? «Non c’è questo problema adesso». L’incontro col superministro dell’Economia è stato annunciato da giorni nelle feste padane per tranquillizzare i piccoli imprenditori. Ci saranno misure anche per le imprese, assicura, «ma dobbiamo prima misurare bene» la proposta. Bossi ammette che la Bce una lettera al governo l’ha mandata: «Sì, quello è vero, ma noi ci eravamo già mossi prima della Bce». Umberto l’euroscettico ora riconosce che «dobbiamo andare dietro un po’ all’Europa, fare tutte le riforme che stiamo preparando». La verità, dice, è che «per tanto tempo il Paese ha speso più di quanto poteva e un bel giorno la realtà ha preso il treno ed è venuta a trovarci». Quindi è vero che in qualche modo Bruxelles ci condiziona? «Certo, l’Europa, la Bce hanno il loro peso. Ci condiziona? Beh, positivamente». L’importante, ripete, «è che compri i titoli italiani». Poi annuncia un vertice col premier: «Abbiamo appuntamento con un tale che si chiama Berlusconi». Ora basta parlare di politica. Bossi, Tremonti e Calderoli si soffermano ad ammirare la grossa moto enduro tedesca, nuova di zecca, del ministro per la Semplificazione. E la mattinata di lavoro si chiude con un pranzo sul lago Maggiore. Da Roma non tardano i commenti. Fabrizio Cicchitto non crede al governo euro-comandato: «Nessun commissariamento – dice il capogruppo pdl alla Camera – ma di fortissimi condizionamenti che riguardano tutti. Chi polemizza è in malafede o non ha capito nulla di luci e ombre dell’euro». Le opposizioni attaccano. «Due nuovi inquilini a Palazzo Chigi – ironizza Massimo Donadi dell’Idv – Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. È l’incapacità del governo». Per Roberto Di Giovan Paolo del Pd il senatùr «è un europeista di comodo: prima la Lega demolisce l’Euro, poi plaude alla Bce che compra i titoli italiani. Come si fa a chiedere aiuto alla Ue se si è sempre stati euroscettici?».
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