lunedì 26 giugno 2017
Sommersa da 8 miliardi di debiti per gli indennizzi: forniva il 20% delle auto in tutto il mondo e avrebbe provocato 11 morti. E' la maggiore insolvenza di sempre per una società giapponese
L'amministratore delegato Shigehisa Takada a capo chino mentre annuncia la bancarotta dell'azienda

L'amministratore delegato Shigehisa Takada a capo chino mentre annuncia la bancarotta dell'azienda

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Il produttore giapponese di airbag Takata ha richiesto formalmente la procedura di fallimento in un
tribunale di Tokyo in seguito a un numero sempre crescente di indennizzi a livello globale che hanno comportato una perdita netta di oltre 700 milioni di dollari. In tutti i debiti della società ammontano a oltre mille miliardi di yen, l'equivalente di 8,03 miliardi di euro, che includono i costi sostenuti dai produttori auto clienti dell'azienda (tra cui Honda, Toyota, Mazda e Bmw) per gli airbag difettosi. Si tratta della maggiore insolvenza mai registrata da una società nipponica, che ha già comportato il delisting dalla Borsa di Tokyo (Tse) a partire dal prossimo mese. Le autorità statunitensi considerano Takata responsabile per almeno 11 morti in incidenti di auto per la mancata apertura degli airbag in occasione di incidenti, o per lo scoppio degli stessi senza motivo. In totale, si stima che siano circa 100 milioni gli airbag potenzialmente difettosi da sostituire (per molte unità l'operazione non è stata ancora fatta). Solo a fine 2015 Takata annunciò che non avrebbe più prodotto airbag con tecnologia basata sul nitrato di ammonio.

Prima dello scandalo, la multinazionele giapponese controllava il 20% del mercato mondiale delle cinture di sicurezza e degli airbag. Attualmente ha 46 mila dipendenti in 56 stabilimenti in 20 Paesi, con un fatturato di 663 miliardi di yen nel 2016-17, per il 90% realizzato all’estero. I richiami dovuti ai malfunzionamenti degli airbag sono iniziati nel 2013 e i costi dei risarcimenti da allora sono schizzati alle stelle, rendendo estremamente complesso per l'azienda il processo di ristrutturazione del debito.

L'amministratore delegato Shigehisa Takada, il cui nonno fondò nel 1933 l'azienda tessile da cui il gruppo prese le mosse, ha annunciato le proprie dimissioni non appena sarà terminata la scalata di Key Safesty Systems, che rileverà il marchio: «Mi scuso da più profondo del mio cuore - ha detto Takata in una conferenza stampa - per aver causato tanti problemi alle persone e ai creditori». Il ministro dell'Economia e
dell'Industria Hiroshige Seko ha annunciato un piano di supporto finanziario per le piccole e medie imprese che potrebbero essere condizionate dagli ultimi sviluppi: sarebbero oltre 130 i fornitori in Giappone collegati direttamente a Takata.

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