venerdì 30 giugno 2023
Gettito fiscale totale non conveniente per lo stato, falsi leasing e radiazioni farlocche le conseguenze del balzello che attende le coperture finanziarie per essere cancellato
Tutti i danni della tassa che ancora non si riesce ad eliminare
COMMENTA E CONDIVIDI

Come annunciato alcune settimane fa, la commissione Finanze della Camera ha intrapreso i primi passi per l'eliminazione del "Superbollo" auto. L'iter però non è in discesa: la prossima settimana è previsto il voto per il mandato al relatore che avrà il compito di inviare il testo definitivo al Parlamento. Dopo di che, per la parte relativa al Superbollo, toccherà al governo valutare se abolirlo o meno e, soprattutto, trovare le necessarie coperture finanziarie.

Da quando esiste questa tassa è costata circa 1,2 miliardi di euro agli automobilisti italiani. Soldi usciti dalle tasche della collettività per entrare in quelle dello Stato, ma il provvedimento col tempo ha prodotto alterazioni al mercato dell’auto, scoraggiando molti all'acquisto di vetture di alta cilindrata e abbassando di fatto il gettito fiscale totale che si sarebbe generato senza la sua introduzione.

Il Superbollo fu varato con il DL. n. 98 del 6 luglio 2011, e prevede un pagamento di 20 euro per ogni kW di potenza dell’auto superiore ai 185 kW, con un peso decrescente del tempo: si riduce infatti a 12 euro per KW dopo 5 anni dall’immatricolazione, 6 euro dopo 10 anni, 3 euro dopo 15 anni e viene abolito del tutto dopo i 20 anni. Per fare alcuni esempi, oggi un'Alfa Romeo Stelvio (206 kW) paga 420 euro l'anno di Superbollo, una Audi S4 Avant TDI (251 kW) 1.320 euro, e una Bmw X3 xDriveM40d (250 kW) 1.300 euro.

Secondo i dati forniti da Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, se inizialmente si è assistito a una sensibile riduzione delle nuove immatricolazioni di vetture con potenza eccedente i 185 kW, successivamente si è registrato il proliferare dei "falsi leasing", ossia autovetture con targa estera fornite in noleggio a clienti italiani, con conseguente mancato versamento del bollo auto, superbollo, e imposte varie. Sempre per evitare il pagamento del superbollo, sono cresciute in Italia le radiazioni di veicoli con potenza superiore ai 185 kW con la scusa di esportarli nei paesi UE, veicoli che però continuano a circolare sul territorio italiano con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena.

”C’è poi un’altra questione da analizzare, e che rende il Superbollo una tassa iniqua e sbilanciata – denuncia il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli –. Nelle regioni che non prevedono già esenzioni totali di bollo e superbollo per auto elettriche o ibride, le automobili di nuova generazione e con motori ibridi, pur superando abbondantemente i 185 kW di potenza, non sono tenute al pagamento del balzello. Il superbollo si applica infatti ai soli motori termici, e non alla parte elettrica. Così ad esempio una berlina Plug-in con potenza pari a 360 CV (264 kW) non paga alcun superbollo, perché il suo motore 1.6 a benzina arriva a 200 CV, mentre gli altri 160 CV sono frutto dei motori elettrici”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: