martedì 20 ottobre 2015
Nei primi otto mesi dell'anno sono stati incentivati circa 790.685 contratti, quasi 99mila al mese, (611mila assunzioni e 180mila trasformazioni) il cui costo, stimato in termini di mancati introiti contributivi per lo Stato, sarà pari, a fine anno, a 1,9 miliardi di euro.
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Risorse a rischio per la decontribuzione 2015, fiore all'occhiello della politica del lavoro del governo insieme al Jobs act: all'appello, infatti, mancherebbero oltre 720 milioni di euro con cui continuare a garantire sia per l'anno in corso che per il prossimo, lo sgravio fiscale di 36 mesi alle imprese che hanno assunto o assumeranno a tempo indeterminato: 434 milioni di euro per il 2015 e 290 milioni per il 2016. A lanciare l'allarme è uno studio Uil del servizio Politiche territoriali e Lavoro presentato dal segretario confederale, Guglielmo Loy.Nei primi otto mesi dell'anno, infatti, calcola il sindacato sulla base degli ultimi dati Inps, sono stati incentivati circa 790.685 contratti, quasi 99mila al mese, (611mila assunzioni e 180mila trasformazioni) il cui costo, stimato in termini di mancati introiti contributivi per lo Stato, sarà pari, a fine anno, a 1,9 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti i costi delle ulteriori assunzioni, 340 mila stima la Uil, che le imprese dovrebbero attuare tra settembre e dicembre per un esborso di altri 391 milioni per lo Stato.Il costo totale da sostenere, dunque, per finanziare il milione 130mila assunzioni complessive potrebbe perciò arrivare a 2,3 miliardi di euro nel 2015 e a 5,2miliardi nel 2016; rispettivamente 434 milioni di euro in più rispetto agli 1,8 miliardi messi in bilancio con la legge di Stabilità dello scorso anno e 290 milioni in più dei 4,9 miliardi stanziati per il 2016. Un 'buco' dunque che potrebbe arrivare complessivamente a circa 720 milioni di euro che la Uil si aspetta sia velocemente coperto dal governo.
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