ANSA
Arrivano 50 milioni salva-stipendi per Alitalia. Il governo nel decreto Covid approvato ieri sera dal CdM ha inserito un articolo con il quale anticipa una parte dei ristori previsti in favore della compagnia italiana per i mancati guadagni nel 2020. Al momento i rimborsi relativi alle perdite da Covid sono stimati in circa 350 milioni, 195 milioni dei quali già girati per coprire i mancati guadagni fino al 30 giugno scorso. Della parte rimanente sono stati ora anticipati 50 milioni. Serviranno come liquidità per gli stipendi di aprile.
Una notizia che non piace all’Ue: "Abbiamo appreso dalla stampa il pagamento degli stipendi" di Alitalia da parte delle autorità italiane e "non abbiamo commenti specifici", ma "spetta agli Stati membri valutare se una misura comporta aiuti di Stato che devono essere notificati alla Commissione in base alle norme dell'Ue" ha detto Arianna Podestà, portavoce della Commissione europea. Immediata la risposta del ministro della Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: "In base all'articolo 1 della Costituzione chi lavora deve essere pagato". Ma la decisione nonpiace neppure al Codacons che annuncia un’istanza in cui si chiederà alle autorità europee di accertare se la mossa dell'Italia possa rappresentare un aiuto di Stato vietato dalle norme comunitarie.
Peraltro Bruxelles ha pure fatto sapere che "in questa fase non possiamo fare ulteriori considerazioni sulla questione della continuità economica" e che "non abbiamo elementi conclusivi al riguardo". Precisando però che "i contatti con il governo continuano ma non è possibile anticipare i tempi o l'esito" della trattativa. La portavoce ha ricordato che, per valutare la discontinuità necessaria all'ok Ue per il decollo di Ita, Bruxelles valuta "una serie di indicatori", tra cui "il trasferimento degli asset, il loro prezzo e le tempistiche, l'identità dell'acquirente e la logica economica della transazione".E ancora: le indagini dell'antitrust Ue sui prestiti ponte da 900 e 400 milioni concessi ad Alitalia nel 2017 e nel 2019 "sono in corso, ci stiamo lavorando, e ci confrontiamo con le autorità italiane proprio sui dubbi" che riguardano "la compatibilità e l'effetto sulla concorrenza". La conclusione è che sul dossier "lo stato delle cose è che restiamo in contatto con le autorità italiane e che non possiamo pregiudicare la tempistica o il risultato di questi contatti".