martedì 27 dicembre 2011
​Btp sotto pressione in attesa di due cruciali aste del Tesoro domani e dopodomani per un totale di 20 miliardi. Lo spread Btp-Bund resta sopra quota 500 punti. E intanto Piazza Affari ha chiuso la seduta con una flesisone dell'0,99%, la peggiore performance in Europa.
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Italia sempre sotto i riflettori. La crisi del debito pubblico non conosce vacanze. Chi sperava in una tregua natalizia per ora è rimasto deluso. Piazza Affari ha chiuso la seduta con una flessione dell'indice Ftse Mib pari a -0,99%, si tratta della peggiore performance tra le Borse europea. Molto meglio le altre piazze del Vecchio Continente: Parigi e Francoforte hanno chiuso poco sopra la parità, Madrid ha accusato un frazionale ribasso. Il deludente risultato di Milano è stato favorito dai ribassi dei titoli bancari: Mediobanca -4,84%, Unicredit -4,78%, Bpm -4,21%, Bper -3,52%, Banco Popolare -2,76%, Intesa SanPaolo -2,37%, Mps -2,29%, Ubi Banca -2,26%.Un copione scontato a causa dell'elevato spread tra il costo del debito pubblico italiano e di quello tedesco. Lo spread Btp-Bund, dopo un picco giornaliero a 520 punti, si è ridimensionato al 505 punti, ma i tassi sul debito pubblico italiano a dieci anni continuano ad orbitare intorno al 7% (oggi 6,97%). Si tratta di livelli di costo che incidono negativamente sulla raccolta delle banche nonchè sul valore del loro portafoglio titoli, che tende a svalutarsi a causa del calo dei prezzi dei Btp.Lo spread è rimasto su livelli elevati anche in vista delle aste dei titoli di Stato in programma questa settimana. Domani si comincia con 9 miliardi di Bot e 2 miliardi di Ctz biennali. Poi il 29 sarà la volta di Btp e Cct per un importo compreso tra 5 e 8,5 miliardi. Si spera che una parte dell'eccesso di liquidità delle banche possa essere riversato nelle aste contribuendo a ridurre i tassi di interesse.In Spagna, in occasione dell'ultima asta di titoli di Stato semestrali, i rendimenti sono precipitati dal 5,2% al 2,4%. In Italia, nell'ultima asta di novembre, i Bot semestrali era stati assegnati con un rendimento in volo al 6,50%. A maggio, prima che la crisi del debito pubblico contagiasse il Belpaese, il Tesoro collocava questi titoli all'1,64%. Domani vedremo che aria tira.
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